SIRIA, L’INFERNO CONTINUA

Attaccate anche le scuole: uccisi diversi bambini

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’’Ancora una volta siamo scioccati da un’ondata di violenza inarrestabile che ha visto almeno nove bambini e tre insegnanti uccisi mentre 10 scuole e asili sono stati attaccati due giorni fa a Idlib, nel nord-ovest della Siria’’. È questo il triste comunicato dell’Unicef, che denuncia quello che a suo dire è un crimine di guerra perpetrato nella regione dove continuano, inarrestabili, gli scontri per l’egemonia su un territorio, che, però, a dir la verità, non ha più molto da offrire, dato che non ne rimane altro che un cumulo di macerie. ’’Almeno quattro di queste scuole erano sostenute dai partner dell’Unicef. Arrivano notizie secondo cui almeno 40 donne e bambini sarebbero rimasti feriti in questi attacchi. Questi attacchi arrivano in un momento in cui l’aumento della violenza nel nord della Siria ha costretto più di mezzo milione di bambini a fuggire.Quasi 280.000 bambini hanno subito un’interruzione della loro istruzione. Almeno 180 scuole della zona non sono operative perché sono state danneggiate, distrutte o ospitano famiglie di sfollati’’, continua l’Organizzazione nel suo comunicato.

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L’ennesima escalation della violenza in Siria è dovuta, tra le altre cose, alla decisione delle forze di Damasco di attaccare i nemici guidati dalla Turchia e dalle forze di opposizione al governo siriano, in modo da cacciarli dalla zona nord del Paese. Nel frattempo, turchi e oppositori hanno lanciato un’operazione di terra contro il villaggio di Nerab, attualmente controllato dalle forze governative siriane, che però sarebbe stato respinto, e, successivamente, a Saraqeb, dove invece hanno ottenuto una vittoria fondamentale in una zona chiave del conflitto. Nel momento in cui si scrive, le forze di opposizione siriane, appoggiate da Ankara, stanno combattendo per consolidare il controllo sulla zona conquistata. Idlib è, in Siria, l’ultima roccaforte dei terroristi, che continuano a resistere agli attacchi che provengono dalle più svariate direzioni.

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Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha ribadito che le forze turche “non faranno un passo indietro” e intanto ha chiamato ad Ankara il presidente russo Vladimir Putin per un bilaterale sull’escalation di violenza nel nord ovest della Siria. È fallita per il momento l’iniziativa di un vertice a quattro con i leader di Turchia, Russia, Francia e Germania. L’agenzia europea che si occupa della materia migrazioni (Easo) ha riferito che, nel 2019, le domande d’asilo in UE sono aumentate per la prima volta dal 2015, registrando un +13% rispetto al 2018. Gli individui che più di tutti hanno fatto domanda sono proprio i siriani (72.000 domande), il che rende ancora più lampante la condizione insostenibile in cui versano quel Paese e i suoi abitanti, nonché l’urgenza che l’Unione Europea ha di agire per cercare di limitare i danni, se non vuole ripercussioni sul proprio territorio.

Giulio Negri

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