SICILIA. TRAGEDIE CHE PORTANO FELICITÀ

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Epicarmo è risentito. Epicarmo chi? Il megarese Epicarmo, non un carneade ma colui che, secondo Platone, fu l’inventore della commedia e che visse per circa novant’anni, più o meno dal 524 al 435 a. C., tra le colonie greche di Megara e Siracusa.

cms_26141/2v.jpgEpicarmo, da oltre un secolo, vede (dall’Olimpo?) che nel Teatro Greco aretuseo, dopo una pausa di oltre duemila anni, si ripresentano le tragedie, grazie all’aristocratico e visionario Tommaso Gargallo (che Zeus lo abbia in gloria!). Nel corrente anno, vedrà la cinquantasettesima stagione, anche questa, come tutte le altre, organizzata dall’INDA di Siracusa (Istituto Nazionale Dramma Antico). La prima tragedia fu goduta il 16 aprile 1914. In scena, l’Agamennone di Eschilo, che scrive nel testo, tra le altre cose, la seguente legge di Zeus: solo chi soffre impara.Una legge valida ancora oggi e che potrebbe consolare Epicarmo.

Una parte fondamentale la ebbe Ettore Romagnoli, che curò la traduzione, la direzione artistica e le musiche. Grecista, amante della Sicilia e della moglie siciliana, Eugenia Monzani, che morì poco dopo il parto della figlia Tullia.

Ettore! E anche Gela! A Zeus piace scherzare – pensò Epicarmo. Ettore, proprio come il figlio primogenito di Priamo, il re di Troia, città distrutta dall’esercito guidato da Agamennone. Gela, dove nacque la prima moglie di Romagnoli e dove secoli prima era morto Eschilo. Eschilo, il gelese. A lui è dedicato il teatro della città del golfo che Federico II denominò Terranova.

cms_26141/3v.jpgEttore Romagnoli – Mussolini prima di tutto è un filosofo – fu fascista e Accademico d’Italia dal 1929. In compenso – per dantesco contrappasso? – la figlia Tullia fu importante figura politica del partito socialista e della sinistra indipendente. Eletta al Parlamento per quattro legislature, fu vicepresidente del Senato – dal 1972 al 1979 – e approdò anche al Parlamento europeo. Inoltre - contrariamente alla madre - visse a lungo: quasi cento anni.

Agamennone è il mitico Gualtiero Tumiati che nel 1969 – oltre mezzo secolo dopo, al Teatro della Scala di Milano – interpretò da non vedente il cieco Tiresia nell’Edipo Re di Sofocle. Un personaggio, il mago Tiresia, che affascinò Camilleri, autore di “Conversazioni su Tiresia”. Ormai privo di vista, lo rappresentò nel giugno del 2018 al Teatro Greco di Siracusa. Nel 2022, Tiresia, al Teatro Greco, è interpretato da Graziano Piazza. Per rendere più realistica la scena, sarà un vero cieco anche lui. Indosserà, infatti, un paio di lenti a contatto bianche che gli impediranno di vedere. Si fa per dire, in realtà Tiresia è quello che vede meglio di tutti. Vede la verità che spesso è invisibile ai vedenti.

Clitemnestra è Teresa Mariani, che esordì a soli 5 anni in Teatro. Morì a quarantaquattro anni, il 1° agosto 1914 – dunque qualche mese dopo avere interpretato Clitemnestra –, in quel di Castelfranco Veneto, dove era in tournée con la sua Compagnia teatrale. Una vita dedicata al Teatro.

Cassandra è Elisa Berti Masi. All’apice del successo, interpretò benissimo il personaggio. Secondo la “Treccani”, meritando i più alti elogi della sua carriera.

Gli allestimenti scenici furono ideati da Duilio Cambellotti che, qualche anno prima, nel 1908, la famiglia Florio aveva incaricato di ideare il premio per la famosissima Targa. Cambellotti descrive la gara tra una mandria di cavalli e un’automobile guidata da una figura muscolosa di uomo: l’esibizione di potenze animali e meccaniche acquista il senso della velocità attraverso l’uso della diagonale puntata verso il basso. Gli spettacoli in Sicilia, passano con naturalezza dalla futurista Targa Florio all’antica e classica Tragedia Greca.

Le tragedie furono molto apprezzate da Mussolini che decise di far evolvere gli spettacoli in istituzione nazionale. In suo onore una rappresentazione straordinaria al Teatro Greco di Siracusa ha avuto luogo il 13 maggio 1924.

Qualche perplessità aveva Filippo Tommaso Marinetti che scrive il Manifesto futurista per le rappresentazioni classiche di Siracusa, esponendo le critiche del movimento.Probabilmente, meglio della protesta sarebbe stato più proficuo mettere in scena – con coraggio e audacia – un Agamennone in versione futurista. Come è accaduto nel 2022, grazie alla regia di Davide Livermore che immagina il ritorno in patria di Agamennone in aereo. Ma non solo. In scena, abiti moderni, medici, infermieri, soldati infermi, ovviamente con tante medaglie, barchette di carta, vino, sigarette e tanto altro che sarebbe piaciuto a Marinetti.

Tragedie. Sempre Tragedie. Greche, naturalmente. Eschilo, Sofocle, Euripide e compagnia bella. Le commedie dell’antica Grecia sono invece rappresentate molto sporadicamente, povero Epicarmo. Nell’edizione 2002, si spara sulla croce rossa: tre tragedie e nessuna commedia. Addirittura, nella città che ha intitolato ad Epicarmo una via centrale e importante – ove è ubicato un ristorante che gli ha dedicato un’insalata simil-ellenica –, neanche un monologo, un ricordo, un evento in suo onore e a sua memoria, nel Teatro Greco di Siracusa.

Come curiosità, il nome di Epicarmo, caso più unico che raro, è stato affibbiato a un neonato nato alla fine dell’Ottocento e che, nel secondo dopoguerra, sarebbe divenuto illustre economista e ministro dell’Italia Repubblicana: Epicarmo Corbino, nato ad Augusta, in prossimità di via Megara e di via Epicarmo e a pochi chilometri da Megara Iblea. Anche lui, saggio e filosofo, era più portato per le commedie che per le tragedie.

Ma no, Epicarmo non è risentito! Scherziamo, naturalmente. Epicarmo, probabilmente, è piuttosto orgoglioso nel vedere, dall’alto, che la cultura greca ha lasciato un segno ed è ancora oggi rappresentata, da attori e registi di valore internazionale, con un successo mondiale sempre crescente. No, non è offeso Epicarmo; anche perché, come riporta la Treccani, Epicarmo non era “solo” l’antico principe della commedia: le sue tendenze filosofiche lo fecero considerare, poco dopo la sua morte, saggio e filosofo più che poeta comico. Anzi. Da buon saggio e filosofo, sarà lietissimo di constatare come siano molti i giovani spettatori e come sia molto bassa l’età media del pubblico, specie se paragonata all’età media degli spettatori degli altri teatri italiani. Ma lasciamo Epicarmo con i suoi pensieri e le sue riflessioni, planiamo sulla terra.

Se a Milano, per tradizione consolidata, l’evento più popolare è il derby Inter-Milan, mentre elitaria risulta “la prima” della Scala, per Siracusa l’evento più popolare è proprio “la prima” delle tragedie greche. Coinvolge migliaia di persone – non solo le massime autorità civili e militari e “le persone in vista” – ma anche tantissima gente di ogni età e provenienza. È ormai una bella consuetudine regalare, ai conferenzieri e relatori dei Convegni che nel “periodo delle tragedie” si trovano a Siracusa, un biglietto per vedere lo spettacolo, proprio come a Milano si suole donare il biglietto per la stracittadina di calcio. È il regalo più gradito. Il più atteso. L’anno scorso ha presenziato anche il Presidente della Repubblica, il siciliano Sergio Mattarella; un gesto dall’alto valore simbolico che evidenzia e sottolinea l’importanza culturale che hanno le rappresentazioni teatrali organizzate dall’INDA. Un evento che implementa il prestigio internazionale della città di Archimede, della Sicilia e dell’Italia. E sì, diciamolo! … Anche della Grecia. In tempo di monarchia ha invece presenziato, nel 1922, 1930, 1936 e 1939, Re Vittorio Emanuele III che non ha mai nascosto la sua passione per le rappresentazioni.

Le tragedie dimostrano, se ce ne fosse ancora bisogno, che la cultura, oltre a favorire lo sviluppo dell’uomo, è socializzazione (quante amicizie, quanti matrimoni, quanti figli, sono nati grazie alle tragedie greche…), flusso di idee, flusso di denaro, per la Fondazione INDA e per tutto il territorio, con introiti per alberghi, bar e ristoranti, negozi e così via. Ma non solo questo. In un triste periodo di guerra in Europa, si sente dire spesso che solo la cultura possa prevalere sulla bellicosità.

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Le tragedie greche portano felicità. Il numero di fruitori è effettivamente enorme. Nonostante il Covid, lo scorso anno ci sono stati oltre 76 mila spettatori, con una media di circa 1.500 a serata. Quest’anno, in base alle prevendite, si ipotizza di superare ampiamente il record del 2019: 157.640 spettatori, in 48 repliche; 20.000 in più rispetto al 2018.

È una stagione di grande qualità, in linea con quanto fatto nei decenni passati, ha dichiarato il ministro della cultura Franceschini, con riferimento alla stagione 2022. In programma, a partire dal 17 maggio, l’Agamennone di Eschilo, l’Edipo re di Sofocle, l’Ifigenia in Tauride di Euripide, le Coefore Eumenidi, la trilogia completa dell’Orestea di Eschilo. Come scrive Antonio Calbi, il sovrintendente dell’INDA, ne “La Sicilia” del 17 maggio 2022: È la stagione in cui è protagonista lo sguardo, l’atto del vedere. Tiresia è cieco ma vede la verità. Edipo vede ma non conosce la verità…..Abbiamo scelto un’opera di Schonberg per comunicare la stagione. Lo sguardo, un viso allucinato, attonito, prossimo all’Urlo di Munch: adatto a raccontare il nostro smarrimento di oggi.

Nel 2022, come nel 1914, ancora Agamennone. Questa volta con la regia di Davide Livermore, dallo stile futurista che sarebbe piaciuto a Marinetti. Sax Nicosia – non tragga in inganno il nome moderno - è nato a Villarosa, citta di miniere e di “carusi”, e ha una sensibilità “antica”, nel senso bello del termine – interpreta il re divo Agamennone. Il re di Micene che distrusse Troia ma perse la guerra in casa con la moglie Clitemnestra che lo uccise con la complicità del suo succube amante Egisto. La magnifica milanese Laura Marinoni, allieva di Strehler, ormai riconosciuta da tempo come una delle migliori attrici del panorama artistico italiano, interpreta Clitemnestra, il personaggio su cui ruota tutta la tragedia, una donna che soffre dell’estremo dolore e da questo trae una forza distruttiva pazzesca. La brava ed empatica romagnola Linda Gennari è Cassandra. Agamennone avrebbe fatto bene ad ascoltarla. Ma non lo fece, come prima non lo fece Priamo. È da notare come spesso, nelle tragedie greche, le donne mostrino carattere, sapienza e intelligenza, ma anche crudeltà, superiore a quella dell’uomo. Certo fa riflettere il fatto che la dea della giustizia e della ragione fosse Atena – la Minerva per i romani – e, in Italia, fino al 1963, era vietato alle donne entrare in magistratura. A titolo di cronaca, oggi, in Italia, la percentuale delle donne in magistratura è superiore a quella degli uomini.

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Dal punto di vista simbolico, un evento ancora più importante delle tragedie greche di Siracusa si svolge dal 1991 nel teatro greco di Palazzolo Acreide, sempre a cura dell’INDA di Siracusa e grazie a una intuizione di Giusto Monaco.

Come si legge nel sito dell’INDA, è la più importante rassegna di teatro dedicata alle future generazioni nel panorama nazionale e internazionale… Indirizzando sempre più il Festival verso il giovane protagonismo, INDA colma un vuoto aprendo uno spazio di sperimentazione alla tragedia e alla commedia greco-romana, laboratorio permanente ma anche osservatorio di emozioni e conflitti, arricchito da proposte collaterali, appuntamenti musicali, incontri e opportunità di scambio tra studenti. Sebastiano Aglianò è responsabile della complessa macchina organizzativa….

È ormai dimostrata da tempo l’attività terapeutica del Teatro, quindi il Festival è anche un’ottima opportunità per i giovani di liberarsi dalle invisibili liane che li limitano. No, non sono imprigionati da catene difficili e fastidiose da portare ma da elementi immateriali, anche piacevoli da indossare, che la società impone (impone, impone …). Sì, c’è da sempre la tendenza a ingannare, a robotizzare, le giovani generazioni, utilizzando il principio della rana bollita di Noam Chomsky. Ma, negli ultimi anni, questa tendenza all’inganno si è acuita. Grazie al perfezionamento dell’arte della manipolazione e alla velocità supersonica con la quale vengono veicolate le informazioni, le fake news. Ma siamo ottimisti. Come disse Dante, vinceremo la prova. I giovani non faranno la fine della rana bollita.

Per l’edizione 2022 nel piccolo Borgo di Palazzolo Acreide – uno dei più belli d’Italia, famoso anche per le sue specialità culinarie, dolci siciliani e salsiccia in primis –, saranno presenti circa 2.000 studenti e docenti. Tante le regioni rappresentate: Sicilia, Campania, Lazio, Toscana, Lombardia, Abruzzo, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Liguria. Ci sono anche scuole provenienti dalla Spagna, dalla Francia, dalla Grecia e dalla Tunisia. Tutti, italiani e stranieri, con gli occhi allegri di italiani in gita, avranno di che divertirsi e di che raccontare.

Riprendiamo il volo e concludiamo il viaggio con la riflessione di Epicarmo. Perché – si chiede Epicarmo – Siracusa e Palazzolo Acreide sì, mentre Megara Iblea no? Solo sporadicamente, qualche anno fa, Megara è stata sede di spettacoli che hanno, tra l’altro, riscosso molto successo di pubblico che hanno ammirato gli attori e la suggestiva location. In effetti, si potrebbe creare una sinergia tra l’INDA e i comuni di Siracusa, Palazzolo e Augusta, al fine di rappresentare con continuità, a Megara, le commedie greche, istituendo un percorso archeologico, tra beni culturali materiali e immateriali dell’antica Grecia, che comprenda Megara Iblea, Siracusa e Palazzolo Acreide.

Andrea Vaccaro e Camillo Beccalli

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