SICCITA’ IDRICA E...UMANA

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La natura insegna che ogni istante è bellezza e vita. La natura non smette mai di insegnare a tutti senza fare differenza tra chi non vuole ascoltare ovvero non può per asservimento al potere politico e economico che impone le sue leggi ovvero, avendo perso il senso di far parte del tutto, ha perso la dimensione della propria umanità. Da sempre la natura insegna che abitando l’ambiente si scopre che c’è sempre un equilibrio che assicura che tra gli opposti non ci sia prevalenza ma complementarietà.

Fino a quando il sistema economico continuerà a produrre disuguaglianza sociale e la natura sarà sfruttata in ogni angolo del pianeta con spirito di speculazione e disprezzo il piangere per le tragedie dovute al surriscaldamento globale che invadono le cronache è pura ipocrisia se il deliquio lacrimale si esaurisce nello spazio di tempo della percezione mediatica. Basta varcare la soglia di casa propria per misurare lo stato di degrado in cui versano le aree che ci circondano. Ogni lembo del pianeta a tiro della mente umana è una discarica.

Anche questa era, che si proclama progredita, sarà ricordata più che per la bontà delle cose realizzate per il trionfalismo delle parole insignificanti per giustificare decisioni infelici, per la saga delle idee omologate, per i festival del protagonismo, per l’epica degli sfruttamenti opportunistici a danno dei propri simili, degli animali e della natura. Basti pensare alla nefasta creatività che ispira gli “interventi di recupero” delle zone in cui lottano per sopravvivenza le popolazioni indigene. Personalmente non comprendo perché i miei consimili, sapiens, debbano recuperare ciò che appartiene da millenni ad altri piuttosto che restituire ciò che proditoriamente si è voluto loro togliere.

Ma questa è un’altra storia… una delle tante sulle quali mi piace lanciare interrogativi cui spero di ricevere risposte almeno da un quisque de mundo.

Torno al tema che in queste roventi giornate estive prosciuga le energie fisiche prostrate dalla calura. Le alte temperature e l’assenza di piogge assetano le nostre vite. Il mese di maggio è stato il quinto più caldo di sempre, e giugno si è rivelato ancora peggiore.

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E’ notizia di lunedì scorso la dichiarazione dello stato di emergenza in cinque regioni settentrionali da parte del governo italiano: Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Veneto, stanziando un primo fondo di 36,5 milioni di euro per affrontare la carenza idrica.

Copernicus (il programma Ue dell’osservazione della Terra) indica che la siccità che sta colpendo l’Europa potrebbe diventare la più grave della Storia. Le situazioni di emergenza che in passato avevano la peculiarità di far sprigionare l’ingegno, in questa nostra era si arrogano il privilegio di scatenare la competitività parossistica e, ex multis, il paradosso italiano: in un anno gli italiani sprecano quasi la metà dell’acqua potabile a disposizione, superando nettamente la media dell’Ue che si aggira al 25%.

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Un dato che risulta ancora più preoccupante se sommato ai bassi investimenti nelle risorse idriche e soprattutto se si pone a confronto con le due principali economie dell’Unione, ossia Germania e Francia, che investono rispettivamente 7,6 e 6 miliardi di euro all’anno contro i soli 2,3 del Bel Paese.

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Al ritmo attuale, la rete degli acquedotti italiani riuscirà ad essere rinnovata solo nel 2272…e spero di aver fatto male i calcoli.

Negli ultimi mesi il Governo ha così annunciato un fondo di 2,7 miliardi di euro al fine di ridurre gli sprechi dei nostri acquedotti. Una parte di questi fondi proviene dall’Ue con il programma PNRR e React Eu, altri dalla legge di bilancio.

Dove sarebbe, direte, il fantomatico paradosso? Quella richiamata non è una soluzione immediata.

I fondi, infatti, non potranno essere utilizzati nel breve periodo ma andranno spalmati negli anni.

Anche nell’ipotesi che venissero spesi in un anno solo non raggiungerebbero comunque le somme investite da Francia e Germania. Non aggiungo altro per non surriscaldare l’attenzione che qualche lettore mi ha benevolmente concesso e concludo il pensiero in abbrivio. La natura insegna e non mente mai. Questa nostra era farebbe bene a tener presente che la natura possiede cose meravigliose e cose spaventose.

In natura non esistono né premi né punizioni, solo conseguenze.

Antonella Giordano

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