SE VUOI RISPETTO DAGLI ALTRI ESIGILO PRIMA DA TE STESSO

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Il rispetto della propria persona è una caratteristica prettamente personale che si coltiva con il tempo. Nasce da quella parte di noi che chiede amor proprio. Il caso in questione prende in esame una forma di riverenza rivolta a noi stessi con fede doverosa. Rispettarsi significa attribuirsi un valore. In gioco non c’è solo la cortesia di trattarsi con gentilezza bensì un qualcosa che riguarda ogni sfera dell’esistenza. Mancarsi di rispetto vuol dire mandare all’aria la vita e permettere agli altri di governarci. Non è la soluzione ideale dare il coltello dalla parte del manico alle persone. Se possono, ti piegano sempre. La natura dell’uomo è inquietante perché non ammette debolezze. Di fronte ad una ferita si avvicina per capire in quale altro punto colpire per buttarti a terra. I colpi in testa fanno male e il dolore punge. Non ci si abitua mai alla sofferenza provocata dagli altri. Soprassedere è uno sbaglio. La scelta giusta e necessaria risiede nello sviluppare una forza interiore in grado di attutire ogni colpo con destrezza ritrovando il punto fermo situato in ciascuno e salutando la sofferenza subita che tanto regala e altrettanto toglie. Scegliere permette di capovolgere la situazione da vittima a fautore. Ci sono varie ragioni per cui è necessario esigere rispetto nella vita. Prima di tutto -nonostante molti lo neghino- la nostra autostima dipende anche da come ci trattano gli altri. Semplicemente perché il comportamento altrui è il riflesso di ciò che pensiamo di noi.

cms_7095/2.jpgSe pensi di valere, non ti fai trattare come uno zerbino da chi non ha rispetto di te. Dunque non elemosini aiuto ad amici o fidanzati perché sai che bisogna tenersi in piedi da soli nella vita, non insegui le persone perché hai di meglio da fare e ti rifiuti di accettare le briciole nel campo della realizzazione personale (tempo e impegno valgono oro). Svalutarsi è sempre uno sbaglio. Una forte autostima non consente lacune di rispetto (cit. Non sono gli altri a farci del male, siamo noi che glielo permettiamo). Oltretutto un pezzo di dignità crolla ogni volta che si diventa "deboli". Muore soffocata. Che poi l’esperienza è una signora, t’abbatte ma ti regala consapevolezza e lucidità. In fin dei conti la debolezza è una scelta facile, rende bisognosi e vittime di amici, fidanzati, famiglia ecc... La forza, invece, conduce ad amare te stessa/o al punto da decidere di quali persone circondarti (e se farlo). Bisogna amare la propria solitudine al punto da preferirla al bisogno degli altri. La serenità consiste nel prendere le decisioni adeguate in modo da vivere in pace con il mondo circostante. E’ maturità condita da un po’ di sano sentimentalismo. Difatti abbracciare se stessi con amore induce ad apprezzare pregi e difetti con equilibrio senza mai farsi mettere i piedi in testa.

Alessia Gerletti

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