SEAN LUCA SOGLIANO, IL NUOVO DS DEL BARI, SI PRESENTA COSI’

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Piemontese di nascita, appena 45enne, ma già con tanta esperienza e ottimi risultati al suo attivo. Nel 2004, appena dismesse le scarpe da calciatore, diventa direttore sportivo del Varese (che porta dal campionato di eccellenza alla serie B) e, nel 2011, ds del Palermo di Zamparini, in un sodalizio che, però, ha vita breve. L’anno successivo approda a Verona dove ottiene, alla sua prima stagione, la promozione in serie A (e una tranquilla salvezza nelle successive 2 stagioni). Nel dicembre del 2015 passa al Genoa, dove ottiene una agevole salvezza. Poi, una nuova, ma breve esperienza al Carpi e, infine, dal 1° luglio 2016, sposa la causa del Bari e del nuovo Amministratore Unico, dott. Cosmo Giancaspro. Parliamo di Sean Luca Sogliano.

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Direttore, perché Bari?

Intanto ringrazio il Presidente per avermi scelto e ringrazio voi per l’accoglienza che mi avere riservato. Sono contento della scelta di Bari perché mi piace lavorare con le persone con cui sono in feeling.

Mi piacciono le sfide e te ne accorgi come scendi dall’aereo. Poi vedi lo stadio pieno e capisci tante cose.

Che direttore sportivo è Sogliano?

Sono un ds di vecchio stampo. Non a caso, i dirigenti che ammiro di più, sono Regalia e Braida. A me non interessa la poltrona, ma la professionalità, l’unione e il rapporto innanzitutto. Mi piace essere a stretto contatto con l’allenatore e con la squadra e preferisco vivere in panchina la partita, non per scavalcare i ruoli di altri, ma solo per dare una mano nei momenti di difficoltà.

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Allora, che uomo è Sogliano?

Non sono molto mediatico. Sono una testa dura e sono sempre andato avanti con le mie convinzioni. Ho smesso di giocare a 33 anni e ho sempre e solo voluto fare questo lavoro partendo dall’eccellenza, con il Varese, senza sfruttare il nome di mio padre. Mi piacerebbe essere considerato innanzitutto come uomo. Non sono una testa calda come qualche giornalista mi definito, solo perché ho cambiato diverse società.

Quali progetti ha per Bari?

Gli unici progetti che prometto sono partita dopo partita, punto dopo punto. Non mi piace fare proclami. La cosa certa è che i giocatori usciranno con la maglia sudata e sicuramente a testa alta.

Che importanza dà al settore giovanile?

Ho sempre dato molta importanza, ma ci vuole tempo perché bisogna investire più sugli uomini giusti che sul budget. Dai giovani si costruiscono le fortune di una squadra.

A proposito di mercato, come pensa di procedere con il Bari?

Fare un mercato con un mese di ritardo non è facile. Intanto ho parlato con Stellone che conoscevo solo come allenatore. Mi ha fatto una buona impressione e per questo ho dato l’ok al presidente. Penso che ci sia necessità di fare mercato, perché molti giocatori importanti oggi non ci sono più. Ma è inutile prendere giocatori tanto per fare numero … anche se stiamo per andare al ritiro.

E’ facile secondo lei raggiungere gli obiettivi a Bari?

Per una società importante è sempre più difficile, perché tutte le squadre danno sempre qualcosa in più, così come accade contro il Bari. Ma è difficile anche per i giocatori biancorossi stessi. Qui c’è uno stadio, una città e una tifoseria da serie A. Per questo, qui, la maglia pesa.

Il sogno?

Il sogno di tutti è quello di aprire un ciclo, ma questo vale soprattutto per il Presidente.

Rino Lorusso

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