SAN GIUSEPPE FALEGNAME
Arte e Spiritualità

Vi presentoSan Giuseppe falegname di Georges de La Tour, uno dei più importanti pittori caravaggeschi francesi, soprattutto per le sue scene notturne. Ebbe una vita agitata, i forti contrasti tra luce e ombra delle sue opere esprimono bene la sua complessa personalità.
Nell’opera che vedi Gesù fanciullo tiene una candela per Giuseppe al lavoro nella bottega. Per terra strumenti del falegname. Attorno solo oscurità, straordinaria la resa delle ombre che si allungano sulle superfici. La candela è simbolo della luce che Gesù porta agli uomini, la parte più illuminata è proprio il suo volto, anzi sembra trasparire dalle sue guance. Durante la vita pubblica affermerà: «Io sono la luce del mondo chi segue me non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita».
La candela inoltre è simbolo della fede che permette di vedere nel buio del dubbio. Apparentemente l’immagine sembra mostrare un figlio d’artigiano che, aiutando il padre, incomincia ad apprendere il mestiere. In questo caso, pero, il figlio, egli stesso è luce del mondo, sapienza in persona, e il padre, curvo sul suo lavoro, sembra inchinarsi davanti al fanciullo e viene da lui illuminato. Infatti ha la fronte illuminata perché si è fidato di Dio, sapendo bene che la realtà, anche se difficile, è l’unico luogo dove si può sperimentare la felicità. Sulla bocca di Giuseppe non si trova traccia di: perché succede questo? non perché questa domanda non gli abbia attraversato il cuore, ma perché quando ci si trova davanti alle cose serie della vita ciò che conta è come affrontarle, più ancora del perché sono successe. Spesso vorresti capire e poi fidarti, ma a volte nella vita bisogna prima fidarsi per poi poter capire.
L’artista rappresenta Giuseppe con le maniche tirate su, cioè farà tutto quanto è in suo potere per difendere il bambino e sua madre.
Sta perforando con un succhiello, strumento dei carpentieri, una trave di legno, allusione ai buchi dei chiodi che fisseranno mani e piedi di Gesù in croce. Giuseppe con le rughe dell’età e della fatica, in questo momento d’intimità nel silenzio, intuisce quello che accadrà a questo bambino straordinario che gli sta davanti.
Anni dopo, quando Gesù tornerà a insegnare nella sinagoga di Nazareth, la gente si chiederà: «Da dove mai viene a costui questa sapienza e questi miracoli? Non forse il figlio del carpentiere?» Citando in forma interrogativa le domande della gente l’evangelista vuole suggerire che la sapienza di Gesù viene non dal carpentiere Giuseppe ma da Dio. Georges de La Tour comunica la stessa cosa, facendo del volto di Gesù la fonte luminosa principale dell’immagine, come abbiamo detto, e giocando con l’effetto tralucente della sua mano sinistra: quella mano delicata, che sembra benedire e che sarà conficcata nella croce, diventa un ulteriore segno, ricordando che l’illuminazione ultima sarà appunto la morte volontariamente accettata da Gesù. Da quel momento la luce si irradierà sulla storia e raggiungerà le tenebre di ogni uomo del mondo.
Vi lascio con un pensiero a questo silenzioso uomo, da cui puoi molto imparare: «Giuseppe, uomo che ti fidi, donami la capacità di fidarmi soprattutto quando le cose sembrano oscure e confuse. Insegnami che quando viene a mancare la fiducia, i miei ragionamenti diventano vicoli ciechi che vanno a sbattere contro la disperazione. Aiutami a far pace con la mia storia, che anche se non è come me l’ero immaginata, è piena di tutto quel senso che stavo cercando. Sblocca i cuori di chi non si fida più, e donagli sogni che capovolgono le prospettive. Perché chi continua a guardare con fiducia un muro, è già un principio di evasione».
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