SAN FRANCESCO DI SALES

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Primogenito del signore di Boisy, nobile di antica famiglia savoiarda, Francesco nasce il 21 agosto 1567 nel castello di Sales, a Thorens-Glières. Da aristocratico qual’è, riceve una raffinata educazione e viene avviato alla carriera di avvocato.

Laureatosi in Giurisprudenza, viene nominato avvocato del Senato di Chambéry, anche se le sue aspirazioni sono molto diverse. Fin dai tempi degli studi, infatti, avverte il richiamo interiore al sacerdozio. Consapevole di deludere il padre, che ha tanto investito su di lui, viene ordinato presbitero nel 1593. Da quel momento, diventa l’avvocato della cause di Dio, dedicandosi senza sosta alla predicazione.

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San Francesco di Sales, Dottore della Chiesa

I frutti raccolti dal pulpito, però, sono piuttosto scarsi. Quindi, decide di pubblicare dei manifesti sui temi che gli stanno più a cuore, distribuendoli di porta in porta o affiggendoli ai muri. Per questa sua attività di pubblicista - decisamente originale per l’epoca - è oggi considerato il Santo patrono dei Giornalisti.

Ma torniamo a noi.

In quel tempo era diffusa la riforma calvinista e Francesco, desideroso di salvaguardare l’ortodossia cattolica, chiede udienza al Vescovo di Ginevra per essere distaccato proprio in quella città. L’umile sacerdote cattolico non ha vita facile nella culla della riforma, eppure riesce a far fronte alla situazione in modo eccelso, discutendo di teologia con i protestanti per “recuperarne” il più possibile.

L’altro suo chiodo fisso sono i laici. Francesco vuole essere una guida anche per loro, insegnandogli come districarsi nei mille impegni quotidiani per praticare la virtù. Famosissimi i suoi insegnamenti, strabordanti di comprensione e di dolcezza, perché il misticismo, contrariamente a quanto si crede, nasce e si sviluppa nel “banale quotidiano” e non nelle estasi.

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Il vero volto di San Francesco di Sales

La sua proverbiale dolcezza nasce da un’esperienza personale. All’età di diciotto anni vive una profonda crisi interiore: «Come farò a salvarmi della perdizione eterna? Esiste davvero una predestinazione fatale? Oppure l’uomo è libero?». Ritrova la pace nella consapevolezza che «Dio è Amore» (1 Gv 4,8) e che, essendo Amore, vuole la salvezza di tutti. Ogni volta, quindi, che riconosce questo tormento esistenziale in uno dei suoi penitenti, si prodiga per rassicurarlo e indicargli la via della pace.

La sua predicazione, unita ai suoi modi affabili e non giudicanti, passano di bocca in bocca, rendendolo celebre in tutta la Chiesa: 30.000 sono le persone che Francesco guadagna a Cristo, secondo la sua diretta testimonianza a Papa Clemente VIII.

Dinanzi a tanto successo e alla sua nomea di santità, il Vaticano non può restare indifferente: Francesco viene nominato Vescovo coadiutore di Ginevra nel 1599 all’età di 32 anni, diventando Vescovo effettivo tre anni dopo.

Anche da Vescovo, nonostante i mille impegni pastorali, continua a dedicarsi alla direzione spirituale, nella profonda convinzione che la santità sia una chiamata di Dio a tutti gli uomini, siano essi religiosi o laici. Ritroviamo i suoi insegnamenti nell’“Introduzione alla vita devota, o Filotea”, nel “Trattato dell’amor di Dio, o Teotimo”, come pure nelle sue Lettere e nei Discorsi.

“Filotea”, il suo libro più famoso, è rivolto a tutti i ceti sociali, siano laici che consacrati. Si rivolge in particolare alla donna, che Francesco ritiene un’innamorata di Dio per eccellenza, una “Filotea”, per l’appunto.

“Teotimo”, invece, è un manuale di mistica ed è indirizzato a quanti vogliono spingersi il più lontano possibile nell’unione con Dio. Tutti questi testi hanno fatto di lui uno dei più grandi direttori spirituali della cristianità.

La sua vita stessa è un esempio per tutti. Benché sia un “principe della Chiesa” è sempre a disposizione di chi lo cerca, «come un abbeveratoio pubblico», confessa.

Ascoltatissimo durante le omelie domenicali, nel resto del tempo è lui ad ascoltare i fedeli che si confidano con lui. La sua bontà, la sua purezza e la sua misericordia affascinano credenti e non.

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San Francesco di Sales e Santa Jeanne-Franćoise Frémiot de Chantal

Fra i suoi figli spirituali c’è anche un futuro santo, Vincenzo de’ Paoli, fondatore e ispiratore di numerose congregazioni religiose tra cui le Figlie della Carità. Appartiene a questa famiglia religiosa Santa Caterina Labouré, conosciuta in tutto il mondo per la medaglia miracolosa.

Un’altra persona molto importante nella vita del santo Vescovo è Jeanne-Franćoise Frémiot, vedova del barone de Chantal, con cui intrattiene una fitta corrispondenza epistolare e con la quale instaura una lunga e profonda amicizia. Un’amicizia che non rimane fine a se stessa ma che dà vita a un Ordine religioso claustrale: La Visitazione. Siamo nel 1610.

Scopo di questa nuova famiglia religiosa è di diffondere la spiritualità del S. Cuore di Gesù: non a caso, colei che porterà avanti questa missione è una religiosa visitandina, santa Margherita Maria Alacoque.

Il tempo corre e, nel 1622, Francesco si reca a Lione, nonostante la malattia lo abbia molto indebolito. Qui, l’11 dicembre ha un ultimo colloquio con la Madre de Chantal e, il 28 dicembre, Dio lo richiama presso di sé.

Il 24 gennaio 1623 - esattamente 400 anni fa - il suo corpo è trasportato nella basilica della Visitation ad Annecy per essere venerato dai fedeli. È in seguito sepolto nella chiesa a lui dedicata, nel centro della città.

Sono almeno una dozzina le famiglie religiose che si ispirano a lui. Oltre alla Visitazione, vale la pena ricordare la Famiglia Salesiana fondata da San Giovanni Bosco nel 1859.

Francesco di Sales è canonizzato il 19 aprile 1665 da papa Alessandro VII e proclamato 18° Dottore della Chiesa da Papa Pio IX nel 1877.

La Chiesa Cattolica celebra la sua memoria liturgica il 24 gennaio.

Simona HeArt

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