SANTA CATERINA D’ALESSANDRIA

Santa Caterina d’Alessandria nasce ad Alessandria d’Egitto intorno agli anni 280-290 d.C.
Di lei non si hanno notizie sicure e, di quelle che sono pervenute fino a noi, è spesso difficile tracciare il confine tra realtà storica e leggende popolari.Nonostante ciò, il suo culto è onnipresente in Europa.
Di lei parlano testi tardivi redatti tra il VI e il X secolo, che ce la dipingono come una graziosa e giovane egiziana, figlia di nobili, istruita nelle arti liberali.
Chiesta in sposa da molti uomini importanti, rifiuta con decisione, dopo aver avuto - in sogno - la visione della Madonna con il Bambino che le infila al dito la fede nuziale, proclamandola sponsa Christi (sposa di Cristo).
Santa Caterina d’Alessandria (tratta da un dipinto di Raffaello)
Santa Caterina viene spesso raffigurata con la corona e gli abiti regali per evidenziare la sua appartenenza alla classe nobile. Altre volte, invece, l’iconografia ce la mostra con la spada e la ruota dentata, strumenti del suo martirio.
In effetti nel 305 d.C. - anno in cui si suppone che Caterina abbia incontrato la morte - arriva ad Alessandria il nuovo governatore d’Egitto e di Siria, Massimino Daia. Per onorare il neo-eletto reggente, viene celebrata una festa grandiosa a cui devono partecipare, obbligatoriamente, tutti i sudditi, compresi i cristiani. Naturalmente si tratta di una festa pagana che prevede, tra le altre cose, sacrifici animali alle divinità. Caterina non si piega a tale ordine, anzi, cerca di convincere Massimino a riconoscere Gesù Cristo come redentore dell’umanità, argomentando la sua diatriba con profondità filosofica. Ma non ci riesce. A questo punto il Governatore ingaggia un gruppo di retori a cui affida il compito di controbattere gli argomenti della ragazza, per convincerla a onorare gli dèi. Niente da fare, anzi, è lei a convertirli. A questo punto, per raggiungere un compromesso, Massimino - infatuato dalla sua bellezza - propone a Caterina il matrimonio, ma lei si rifiuta. Sdegnato, la condanna a un morte orribile: il suo corpo sarà straziato da una grande ruota dentata.
Santa Caterina d’Alessandria - dettaglio di un dipinto di Guido Reni
Incredibilmente la ragazza non muore. Dal cielo, riempitosi improvvisamente di nuvoloni neri, cade infatti un fulmine che spezza in due la ruota dentata. Dinanzi un “miracolo” così eclatante, Massimino è obbligato a correre ai ripari e ordina di decapitare la ragazza. La leggenda racconta che dal suo collo mozzato, anziché sangue sgorga del latte, simbolo della sua purezza. A questo punto gli angeli raccolgono il suo corpo e lo trasportano miracolosamente da Alessandria d’Egitto al monte Sinai dove, nel VI secolo, l’imperatore Giustiniano, fa costruire il monastero che, tutt’oggi, porta il suo nome.
Malgrado una biografia così poco attendibile, il culto di Santa Caterina si diffonde ovunque. Ciò è reso possibile dal fatto che, anticamente, oltre alle testimonianze scritte, venivano prese in considerazione anche quelle iconografiche. La figura di Caterina d’Alessandria, in effetti, è raffigurata nella basilica romana di San Lorenzo (VIII secolo), nelle Catacombe di San Gennaro (X-XI secolo) e un po’ ovunque nel mondo.
Malgrado ciò, dopo il 1969 la Chiesa Cattolica decide di rimettere in discussione molte figure di santi dei primi secoli. Vengono effettuate accurate ricerche sull’effettiva veridicità non soltanto della condotta di vita ma anche dell’esistenza stessa di questi personaggi. Come molti, anche Caterina viene messa in “stand by”, tanto da venire esclusa dal martirologio per quarant’anni, per essere poi riabilitata nel 2003 da Papa Giovanni Paolo II.
Matrimonio mistico di Santa Caterina d’Alessandria - autore: Michelino da Besozzo (dettaglio, 1420 circa)
Ricordo anche che Santa Caterina d’Alessandria, insieme a Santa Margherita d’Antiochia e San Michele Arcangelo, è una delle “voci” che Santa Giovanna d’Arco percepisce nel corso della sua missione.
Venerata come vergine e martire dalla Chiesa Cattolica, è definita, da quella Ortodossa, megalomartire (grande martire).
La sua memoria liturgica ricorre il 25 novembre.
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