SABINA SCHKOLNIK SAAD: IL CONTAGIO DELL’ARTE

Figlia di padre ucraino e moglie di un israeliano, Sabina Schkolnik Saad è italianissima, anche se non si direbbe.
Nata a Milano, si trasferisce in Israele appena terminati gli studi presso il Liceo Artistico di Brera. A Ramot Meir, città a metà strada tra Gerusalemme e Tel Aviv, ha conosciuto suo marito e messo al mondo quattro figli che hanno continuato la “tradizione del mescolamento”.
Dopo tanti anni di lavoro nel settore agricolo, la nostalgia del primo amore non poteva più restare inascoltata; così ha frequentato un corso di istruttore d’arte ed ha ricominciato a dipingere, sperimentando tecniche diverse, secondo l’ispirazione del momento.
Ha al suo attivo un centinaio di opere sul tema “Covid”: questo lavoro le ha permesso, da un lato di esternare un vissuto doloroso, dall’altro di far riemergere il talento sopito. “Sono stata contagiata artisticamente dal virus!” - afferma, e tutti ci auguriamo che mai vi sia un antidoto a tale benefica “malattia”.
Sabina Schkolnik Saad
“I tempi che stiamo vivendo ci hanno spinto a confrontarci con le nostre emozioni: la mia fortuna è di averle potute esprimere con l’arte” - racconta.
Anche sua madre, ultracentenaria, continua a realizzare oggetti artistici di deliziosa fattura. Capita anche che partecipino insieme a delle mostre, dando prova di come l’arte sia un utile strumento di condivisione nonché - pare - un elisir di lunga vita.
Ma come è arrivata Sabina da Milano a Israele?
“Io sono ebrea, figlia di sopravvissuti all’Olocausto, ed ho sempre pensato che con quello che abbiamo vissuto durante la guerra, avevamo bisogno di un posto tutto nostro dove sentirci non più ospiti ma padroni di casa. E, soprattutto, dove sentirci al sicuro. In poche parole, avevamo bisogno di una Patria. Mi sono trasferita in Israele a 19 anni, ho conosciuto mio marito e ho deciso di lavorare con lui nel settore agricolo.”
Un lavoro così impegnativo e sfiancante non lasciava certo spazio ad altre iniziative: “Quando fai un lavoro agricolo, arrivata a sera sei stanca morta e l’unica cosa che desideri è arrivare fino al letto e dormire”, ricorda. Per quanto sia gratificante, l’arte richiede comunque un minimo di forze e di tempo cose che, in quel frangente, erano davvero contate. Per vent’anni, quindi, Sabina ha abbandonato tele e pennelli fino al giorno in cui il richiamo dell’arte è stato troppo forte.
Tornata sui banchi di scuola all’età di 40 anni, ha partecipato ad un corso per istruttori d’arte al museo di Israele a Gerusalemme. Ha ottenuto una borsa di studio che le ha permesso di dedicarsi totalmente alla sua grande passione e, da quel momento, ha ricominciato a dipingere, ottenendo anche un riconoscimento da parte del Ministero dell’Istruzione.
“Italia SOS”, 2020 by Sabina Saad
Sabina ama sperimentare.
Davvero curioso è il suo amore per le cartine delle arance, una passione nata dall’esigenza di fissare subito un’idea, un’intuizione, a prescindere dal supporto.
Artista non è tanto colui che dipinge sulla tela ma colui che, di qualunque supporto, fa una tela.
L’idea, quando arriva, si aspetta di essere accolta e poco le importa se in quel momento non abbiamo con noi taccuino e matita: le cartine della frutta vanno benissimo. Nasce così, in maniera assolutamente spontanea, un “diario” dei ricordi.
“Ho scritto le mie memorie sulle veline delle arance. Da bambina ne avevo raccolte moltissime ma questa collezione era rimasta in Italia, sepolta dalla polvere e dagli anni. Un giorno, però, mentre girovagavo in un mercatino in Israele, ne ho viste alcune in una bancarella e mi si è accesa la lampadina. Tra l’altro, in quel periodo stavo preparando una mostra sulla cittadina degli aranci - Rehovot - e mi sono detta: «Mica male come idea: scriverò qualche ricordino di me e della città».
Ecco come nascono le grandi idee: per caso - ammesso che il caso esista -. Ad ogni modo, vivendo.
I mercatini, si sa, sono una tentazione per tutti: spesso vi troviamo cose che neppure cerchiamo ma che comunque ci parlano di noi. Per Sabina è stato così: girovagando da una bancarella all’altra, ha lasciato che le cose la chiamassero per nome. Gli oggetti raccolti furono portati a casa nell’attesa che, un po’ come Pinocchio, si trasformassero da
anonimi e inanimati, in un “bambino vero”. Che acquistassero vita, insomma.
Non paga di ciò, ha fatto arrivare dal Bel Paese un certo numero di cartine locali per immortalarvi i suoi ricordi italiani. Su queste, come sulle altre, le memorie sono scritte rigorosamente in lingua ebraica, affinché un giorno i figli e i nipoti possano leggerli e conservarli.
Alcune di queste cartine - sottilissime e lavorate con acrilico e inchiostro - sono vecchie anche di 80 anni.
“Il Jukebox”, acrilico e inchiostro su carta da frutta by Sabina Saad - 2017
I disegni a tema Covid rivelano, oltre alla sensibilità e all’empatia della loro autrice, una capacità tecnica davvero unica.
Il lavoro di fantasia e di interpretazione è particolarmente toccante.
All’Italia è dedicato il primo di questi disegni ma ne sono nati altri, molti altri, tanto da creare uno spaccato di vita quotidiana nei confronti di un’era che nessuno dimenticherà mai. C’è chi ne scrive e chi ne parla: lei lo disegna. E il risultato è stupefacente.
Attraverso l’arte, Sabina racconta le emozioni, i dubbi e le speranze di un mondo sconvolto che rotola senza meta come una biglia fuori controllo.
Disegnare per esprimersi ma anche per esorcizzare la paura e il dubbio, è un lavoro di arteterapia pura che, mi auguro, riceverà un giorno il giusto riconoscimento.
“New world” by Sabina Saad e, a destra, un’opera realizzata dalla madre centenaria con le perline
Le veline dei ricordi e il “diario di bordo” dedicato all’evento Covid, non esauriscono certo la produzione di Sabina Saad.
Proprio in questi giorni si è conclusa a Milano una mostra importante che le ha spalancato, dopo tanti anni, le porte del Paese natio: “Sinonimi di memoria - arte per la consapevolezza”, un progetto intergenerazionale che coinvolge il mondo dell’arte e quello della formazione. L’evento ha avuto come fulcro la produzione artistica di Sabina Schkolnik Saad, una potente meditazione in imagini, volta a sensibilizzare le nuove generazioni alla lotta contro l’antisemitismo ed ogni altra forma di discriminazione. Hanno contribuito anche gli artisti del museo della Permanente di Milano, il regista Alberto Nacci, due scrittori e duecentoventi studenti dei licei Artistico di Brera e Scientifico Primo Levi di San Donato Milanese.
“La Stella Gialla” by Sabina Saad
L’arte come memoria non è un tema nuovo, tuttavia non è superfluo riportare alla coscienza quanto le immagini aiutino - spesso più delle parole - a fissare nella mente concetti eterni. Le Cattedrali sono state per secoli un libro a colori per quanti non sapevano leggere e scrivere, raccontando la storia e le gesta dell’umanità.
Oggi ancora non si è perso il valore intrinseco dell’arte, che continua a parlare innanzitutto a chi la produce e poi a chi ne fruisce.
Sabina non ha certo rinchiuso le sue opere tra le mura di casa ma le ha presentate in molte mostre personali e collettive, sia in Italia che in Israele.
Alcuni suoi lavori sono esposti permanentemente presso il museo dell’Olocausto di Haifa e presso il museo Beit Wollin di Givataim, succursale del museo della Shoah di Yard Vashem di Gerusalemme. Una sua opera è stata anche offerta al primo ministro israeliano Rabin e al re Hussein di Giordania nel 1994, in occasione della firma del trattato di pace tra i due Paesi.
L’intervista che segue è stata realizzata da “Tavoli HeArt” per la Social TV della storica Libreria Bocca di Milano, all’interno della splendida cornice di Galleria Vittorio Emanuele II.
La Libreria Bocca dal 1775 è locale Storico d’Italia con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali.
L’articolo è pubblicato su “International Web Post” che, nella persona del suo fondatore e direttore Attilio Miani, si fa portavoce della partnership tra un magazine di informazione internazionale e una libreria storica unica nel suo genere.
#socialtvlbocca
Dove trovare Sabina Schkolnik Saad:
https://www.facebook.com/profile.php?id=100001151261855
https://www.instagram.com/sabinart/
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