Rome celebrates the genius of the Italian Renaissance

Raphael’s exhibition at the Scuderie del Quirinale

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To celebrate the 500th anniversary of the death of Raffaello Sanzio, the Scuderie del Quirinale and the Uffizi Galleries present, in collaboration with the Borghese Gallery, the Vatican Museums and the Archaeological Park of the Colosseum, the exhibition "RAFFAELLO", curated by Marzia Faietti and Matteo Lafranconi with the contribution by Vincenzo Farinella and Francesco Paolo Di Teodoro.

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Raffaello Sanzio was born in Urbino on March 28 or April 6, 1483 and was an Italian painter and architect, among the most famous of the Renaissance. Considered one of the greatest artists of all time, his work marked an essential path for all subsequent painters and was of vital importance for the development of the artistic language of the centuries to come, giving life, inter alia, to a school that he did art "in its own way" and which goes by the name of mannerism. A fundamental model for all academies until the first half of the nineteenth century, its influence is also evident in painters of the twentieth century such as Salvador Dalí.

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The Roman period is certainly one of the most important for the artist, in fact, towards the end of 1508, the call to Rome arrived for Raffaello which changed his life. In fact, at that time Pope Julius II had carried out an extraordinary urban and artistic renewal of the city in general and of the Vatican in particular, calling the best artists on the square, including Michelangelo and Donato Bramante. It was Bramante himself, according to Vasari’s testimony, who suggested to the pope the name of the fellow countryman Raphael, but it is not excluded that in his call the Della Rovere, relatives of the pope, in particular Francesco Maria, son of that Giovanna, also played a decisive role. Feltria who had already recommended the artist in Florence. So it was that Sanzio, barely 25 years old, moved quickly to Rome, leaving some works unfinished in Florence.

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Here he joined a team of painters from all over Italy (Sodoma, Bramantino, Baldassarre Peruzzi, Lorenzo Lotto and others) for the recently launched decoration of the new papal apartments, the Stanze. His rehearsals in the vault of the first, later called Stanza della Segnatura, pleased the pope so much that he decided to entrust him, since 1509, all the decoration of the apartment, even at the cost of destroying what had already been done, both now and in the Quattrocento (including the frescoes by Piero della Francesca). On the walls Raphael decorated four large lunettes, inspired by the four faculties of medieval universities, that is theology, philosophy, poetry and jurisprudence, which made one think that the room was originally intended as a library or study.

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Famous works are the Dispute of the Sacrament, the School of Athens or the Parnassus. In these he unfolded a scenographic and balanced vision, in which the masses of figures arrange themselves, with natural gestures, in solemn and calculated symmetries, in the name of a monumentality and a grace which were then defined as "classic".

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On 6 April 1520, Raffaello Sanzio, the greatest Renaissance painter, died in Rome at the age of thirty-seven. The city seems to stop in emotion and regret, while the news of the disappearance spreads with incredible rapidity in all the European courts. Not only an unprecedented artistic journey was interrupted, but also the ambitious graphic reconstruction project of ancient Rome, commissioned by the pontiff, who would redeem after centuries of oblivion and ruin the greatness and nobility of the capital of the Cesari, also affirming a new idea of ​​protection. Buried according to his last wishes in the Pantheon, a symbol of the continuity between different traditions of worship, perhaps the most emblematic example of classical architecture, Raphael immediately becomes the subject of a process of divinization, never truly interrupted, which today gives us perfection and the harmony of his art.

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Five hundred years later, this exhibition tells its story and at the same time that of all the Western figurative culture that considered it an essential model. The exhibition, articulated according to an original idea, proposes a path that traces backwards the creative adventure of Raphael, from Rome to Florence, from Florence to Umbria, up to his native Urbino. A pressing flash-back that allows you to rethink the biographical path starting from its maximum creative expansion in the years of Leo X. Going back through Raphael’s lifetime from masterpiece to masterpiece, the visitor will be able to trace in filigree the prefiguration of that classical language that only in Rome, deeply assimilated the lesson of the ancient, it developed with a fullness that is unprecedented in the history of art.

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Thanks to an exceptional number of masterpieces from the major Italian and European collections, the exhibition organized by the Scuderie del Quirinale together with the Uffizi Galleries is an unparalleled opportunity to closely observe the inventions of the Urbinate. His short, bright path changed the history of the arts and taste forever: Raphael relives in the exhibition rooms which celebrates him as a universal genius.

cms_16465/italfahne.jpgRoma celebra il genio del Rinascimento italiano
La mostra di Raffaello alle Scuderie del Quirinale

Per celebrare il cinquecentenario della morte di Raffaello Sanzio, le Scuderie del Quirinale e le Gallerie degli Uffizi presentano, in collaborazione con Galleria Borghese, Musei Vaticani e Parco Archeologico del Colosseo, la mostra "RAFFAELLO", curata da Marzia Faietti e Matteo Lafranconi con il contributo di Vincenzo Farinella e Francesco Paolo Di Teodoro.

Raffaello Sanzio nasce ad Urbino il 28 marzo o il 6 aprile 1483 ed è stato un pittore e architetto italiano, tra i più celebri del Rinascimento. Considerato uno dei più grandi artisti d’ogni tempo, la sua opera segnò un tracciato imprescindibile per tutti i pittori successivi e fu di vitale importanza per lo sviluppo del linguaggio artistico dei secoli a venire, dando vita tra l’altro a una scuola che fece arte "alla maniera" sua e che va sotto il nome di manierismo. Modello fondamentale per tutte le accademie fino alla prima metà dell’Ottocento, la sua influenza è ravvisabile anche in pittori del XX secolo come Salvador Dalí.

Il periodo romano è sicuramente uno dei più importanti per l’artista, infatti verso la fine del 1508 per Raffaello arrivò la chiamata a Roma che cambiò la sua vita. In quel periodo infatti papa Giulio II aveva messo in atto una straordinaria opera di rinnovo urbanistico e artistico della città in generale e del Vaticano in particolare, chiamando a sé i migliori artisti sulla piazza, tra cui Michelangelo e Donato Bramante. Fu proprio Bramante, secondo la testimonianza di Vasari, a suggerire al papa il nome del conterraneo Raffaello, ma non è escluso che nella sua chiamata ebbero un ruolo decisivo anche i Della Rovere, parenti del papa, in particolare Francesco Maria, figlio di quella Giovanna Feltria che già aveva raccomandato l’artista a Firenze. Fu così che il Sanzio, appena venticinquenne, si trasferì velocemente a Roma, lasciando incompiuti alcuni lavori a Firenze.

Qui affiancò una squadra di pittori provenienti da tutta Italia (il Sodoma, Bramantino, Baldassarre Peruzzi, Lorenzo Lotto e altri) per la decorazione, da poco avviata, dei nuovi appartamenti papali, le Stanze. Le sue prove nella volta della prima, poi detta Stanza della Segnatura, piacquero così tanto al papa che decise di affidargli, fin dal 1509, tutta la decorazione dell’appartamento, a costo anche di distruggere quanto già era stato fatto, sia ora sia nel Quattrocento (tra cui gli affreschi di Piero della Francesca). Alle pareti Raffaello decorò quattro grandi lunettoni, ispirandosi alle quattro facoltà delle università medioevali, ovvero teologia, filosofia, poesia e giurisprudenza, cosa che ha fatto pensare che la stanza fosse originariamente destinata a biblioteca o studiolo.

Opere celeberrime sono la Disputa del Sacramento, la Scuola di Atene o il Parnaso. In queste dispiegò una visione scenografica ed equilibrata, in cui le masse di figure si dispongono, con gesti naturali, in simmetrie solenni e calcolate, all’insegna di una monumentalità e una grazia che vennero poi definite "classiche".

Il 6 aprile 1520 muore a Roma, a trentasette anni, Raffaello Sanzio, il più grande pittore del Rinascimento. La città sembra fermarsi nella commozione e nel rimpianto, mentre la notizia della scomparsa si diffonde con incredibile rapidità in tutte le corti europee. S’interrompeva non solo un percorso artistico senza precedenti, ma anche l’ambizioso progetto di ricostruzione grafica della Roma antica, commissionato dal pontefice, che avrebbe riscattato dopo secoli di oblio e rovina la grandezza e la nobiltà della capitale dei Cesari, affermando inoltre una nuova idea di tutela. Sepolto secondo le sue ultime volontà nel Pantheon, simbolo della continuità fra diverse tradizioni di culto, forse l’esempio più emblematico dell’architettura classica, Raffaello diviene immediatamente oggetto di un processo di divinizzazione, mai veramente interrotto, che ci consegna oggi la perfezione e l’armonia della sua arte.

A distanza di cinquecento anni, questa mostra racconta la sua storia e insieme quella di tutta la cultura figurativa occidentale che l’ha considerato un modello imprescindibile. La mostra, articolata secondo un’idea originale, propone un percorso che ripercorre a ritroso l’avventura creativa di Raffaello, da Roma a Firenze, da Firenze all’Umbria, fino alla nativa Urbino. Un incalzante flash-back che consente di ripensare il percorso biografico partendo dalla sua massima espansione creativa negli anni di Leone X. Risalendo il corso della vita di Raffaello di capolavoro in capolavoro, il visitatore potrà rintracciare in filigrana la prefigurazione di quel linguaggio classico che solo a Roma, assimilata nel profondo la lezione dell’antico, si sviluppò con una pienezza che non ha precedenti nella storia dell’arte.

Grazie ad un numero eccezionale di capolavori provenienti dalle maggiori raccolte italiane ed europee, la mostra organizzata dalle Scuderie del Quirinale insieme con le Gallerie degli Uffizi, costituisce un’occasione ineguagliabile per osservare da vicino le invenzioni dell’Urbinate. Il suo breve, luminoso percorso ha cambiato per sempre la storia delle arti e del gusto: Raffaello rivive nelle sale dell’esposizione che lo celebra come genio universale.

Domenico Moramarco

Tags: Raffaello pittura Rinascimento Roma

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