Recovery, la soddisfazione di Mattarella (Altre News)

Ue, Paragone:"Accordo tutt’altro che positivo" - Berlusconi: "ora serve Mes" - Meloni: "Conte poteva andare meglio" - Recovery, Salvini: "Accordo è un super Mes" - Legge elettorale, Zingaretti

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Recovery, la soddisfazione di Mattarella

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Un Consiglio europeo estenuante, ma che alla fine arriva a risultati che rafforzano l’Europa e che ora impongono all’Italia di predisporre rapidamente un concreto ed efficace programma di interventi per garantire il superamento dell’emergenza economica legata al coronavirus. E’ la posizione del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, emersa, a quanto si apprende, nel corso dell’incontro al Quirinale con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

Al premier il Capo dello Stato ha espresso apprezzamento e soddisfazione per l’esito importante del Consiglio Europeo, che, secondo il Presidente della Repubblica, rafforza il ruolo dell’Unione e contribuisce alla creazione di condizioni proficue perché l’Italia possa predisporre rapidamente un concreto ed efficace programma di interventi.

Un’esigenza che Mattarella aveva già espresso a giugno prima del Consiglio informale dei Capi di Stato e di governo dell’Ue, quando, incontrando il premier e alcuni ministri, aveva sottolineato la necessità di risposte concrete e in tempi rapidi per l’utilizzo dei fondi che sarebbero arrivati dall’Europa.

Ue, Paragone: "Esultanze Conte? Accordo tutt’altro che positivo"

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"Le esultanze di Conte stonano con un accordo tutt’altro che positivo: più prestiti e meno trasferimenti, tempi lunghi e il controllo degli altri Paesi su come gestiremo la nostra fetta (neanche troppo grossa)". Questo, su Facebook, il commento del senatore ex M5S Gianluigi Paragone all’accordo raggiunto in Consiglio Europeo sul Recovery Fund.

Al post del senatore, ora al Gruppo Misto, è allegato un articolo de Il Paragone dal titolo ’Le magie dell’Europa: ai frugali più benefici, a noi il privilegio di indebitarci ancora’.

Berlusconi: "Recovery approvato come volevamo, ora serve Mes"

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Il Recovery Fund "è stato approvato senza cambiamenti rilievo e in effetti così è accaduto. Certamente questo difficile compromesso deve far riflettere sul futuro, sui pericoli per l’Europa del condizionamento che i partiti sovranisti esercitano sulla politica di diversi Paesi europei". Lo ha detto il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi al Tg5.

"Per l’Italia", l’accordo "è una notizia positiva -ha aggiunto- perché l’ammontare totale dei fondi a nostra disposizione è salito da 170 miliardi a 208 miliardi e perché una parte importante di questa somma è rappresentata da sussidi a fondo perduto che non dovremo restituire. Tuttavia il percorso è ancora lungo e i fondi saranno disponibili solo nel secondo trimestre dell’anno prossimo a condizione che l’Italia presenti un piano di riforme che sia accettato in Europa e deve essere un piano coerente con lo sviluppo, non di tipo assistenzialista o statalista".

Al governo Fi chiede, ha aggiunto Berlusconi, "nell’interesse dell’Italia, che l’opposizione sia stavolta davvero coinvolta nelle decisioni e credo anche che proprio i tempi lunghi del Recovery Fund rendano assolutamente indispensabile utilizzare nel frattempo gli altri strumenti che l’Europa ci mette a disposizione, a partire dai 37 miliardi del Mes e dai 20mila dei fondi Sure che sono disponibili subito, perché la sanità e il lavoro non possono intendere".

"L’Europa esce rafforzata" dall’accordo di Bruxelles sul Recovery fund, ha detto ancora, "perché si è dimostrata comunque solidale e lungimirante. E’ stato fatto un grande progresso con l’emissione di titoli di debito europei, i cosiddetti recovery bond e dobbiamo dare atto alla Germania e in particolare alla Cancelliera Merkel, con la quale voglio confermare il mio rapporto personale, per aver svolto con equilibrio e saggezza un ruolo essenziale riuscendo a raggiungere questo risultato".

"Infatti -ha aggiunto il leader Fi- non ha senso che Paesi che rappresentano solo il 10 percento della popolazione europea possano rendere così difficili le iniziative" di Paesi che rappresentano "il 90 percento dei cittadini dell’Europa. Se l’Europa vuole diventare un vero soggetto politico internazionale, capace di svolgere un ruolo nel mondo come potenza politica e potenza militare, deve abbandonare il voto all’unanimità e adottare il principio del voto a maggioranza qualificata almeno sugli argomenti più importanti".

Meloni: "Conte ha battuto egoismo nordici ma poteva andare meglio"

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"Abbiamo votato a Bruxelles per il debito comune, che ha reso possibile il Recovery Fund. Abbiamo tifato per l’Italia in ogni momento. Con la coscienza a posto ora, a negoziato concluso, voglio dire che Conte è uscito in piedi ma poteva e doveva andare meglio". Lo afferma la presidente di Fdi, Giorgia Meloni, commentando l’esito del Consiglio europeo sul Recovery fund.

"È stato sbagliato - aggiunge - dare per acquisiti i 500 miliardi di sussidi proposti da Merkel e Macron e poi aprire a un taglio in cambio di zero condizionalità. È tornato a casa con meno sussidi e più condizionalità. Gli riconosciamo di essersi battuto per contrastare le pretese egoistiche dei Paesi nordici ma il risultato finale purtroppo non è quello che speravamo".

"I ’frugali’ ottengono il ridimensionamento del Recovery Fund, mantengono e addirittura aumentano privilegi inaccettabili e anacronistici. Per l’Italia si conserva un livello accettabile di sussidi a fondo perduto ma in compenso rischiamo di perdere molti miliardi su altre voci del bilancio pluriennale. E, a monte, nessuna revisione degli assetti europei che penalizzano in modo strutturale l’Italia e la sua economia".

"Vengono rinviate a data da destinarsi - prosegue la leader di Fdi - tutte le tasse sui colossi extraeuropei e la finanza speculativa ma viene introdotta una tassa sulla plastica di 80 centesimi al chilo dal 1 gennaio 2021: un salasso per migliaia di imprese, con il rischio che i costi si riversino fino alle famiglie".

"Ma quello che ci preoccupa di più è che non solo queste risorse arriveranno a primavera 2021 inoltrata ma che per spenderle dovremo comunque passare dalle forche caudine dei Rutte di turno: non si chiama “diritto di veto” ma il “super freno di emergenza” funzionerà allo stesso modo".

"Si rischia un inaccettabile commissariamento delle scelte di politica economica di una Nazione sovrana. Difenderemo la nostra sovranità strenuamente e ci auguriamo che da questo momento in poi il governo voglia fare lo stesso", conclude Meloni.

Recovery, Salvini: "Accordo è un super Mes"

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L’accordo firmato dal premier Conte, "è un super Mes" che rende obsoleto il dibattito svolto finora sul meccanismo salva Stati. "Questo piano doveva essere la salvezza dell’Europa? Ma se i soldi arrivano non prima di aprile-maggio 2021, nei mesi prossimi cosa facciamo?". Sono le parole con cui Matteo Salvini commenta l’intesa raggiunta a Bruxelles.

"Da Conte andremo insieme" a tutto il centrodestra "per quello che ci riguarda andremo per difendere gli interessi degli italiani" mentre Fi "ha fatto la sua scelta", ha aggiunto, spiegando che la Lega farà da "cane da guardia", da "santo protettore degli italiani sul fronte lavoro, pensioni, sanità e sicurezza" e chiederà a Conte "garanzie sul fatto che il prestito non sarà lacrime e sangue per gli italiani".

"Sono soldi che andranno restituiti. Oggi sono tutti eurofelici, ma tornino sul pianeta terra... Tutti eurofelici, e il più contento è Monti. Sono soldi in cambio di tagli e sacrifici", ha proseguito Salvini, denunciando il rischio, se non la certezza, che l’accordo in sede europea sul Recovery Fund comporti "il ritorno alla Legge Fornero" oltre a tasse sulla casa. Ma su questo, ha assicurato, "il governo olandese si attacca al tram". In ogni caso, si tratta di soldi, anche quelli a fondo perduto, "che andranno restituiti", ha sottolineato. Per l’Italia, ha affermato, si tratta di "una resa senza condizioni alla Commissione".

Salvini definisce un’"eurosbornia" l’euforia per l’accordo in sede europea sul Recovery fund ma poi segnala: "Intanto gli otto miliardi chiesti alle partite Iva non potranno essere prorogati, era tutto quello che chiedevano, una proroga a settembre... Come si fa, al tempo stesso, a festeggiare, e a estorcere 8 miliardi alle partite Iva?".

Legge elettorale, Zingaretti: "Era impegno e va votata"

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"Rispetto al dibattito di queste ore è utile chiarire che da parte del Pd non c’è alcuna richiesta di "accelerare" l’iter della legge elettorale. Casomai si tratta di recuperare un ritardo". Lo dice Nicola Zingaretti.

"Nell’accordo alla base di questo Governo, stabilito nell’agosto del 2019, è contenuta la scelta della riduzione del numero dei parlamentari insieme ad alcune modifiche dei regolamenti e ad una nuova legge elettorale per scongiurare rischi di pesanti distorsioni della rappresentanza -prosegue il segretario del Pd-. Il Pd dopo pochi giorni dall’avvio del Governo ha onorato l’impegno di votare la riduzione. Tutte insieme le forze di maggioranza, con una riserva di Leu, dopo mesi di confronto hanno approvato un testo che deve essere votato ora, con un confronto parlamentare anche con le opposizioni".

"Fino a qualche settimana fa eravamo tutti d’accordo. Almeno in un ramo del Parlamento deve essere votato prima del referendum del 20 settembre il testo base, se non vogliamo perdere credibilità rispetto ad impegni solennemente e collegialmente assunti. Su questo punto margini di ambiguità nella maggioranza non possono esistere”, sottolinea ancora Zingaretti.

Redazione

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