Rapina nel Castello di Vaux-le-Vicomte

I castelli della Francia non smetteranno mai di affascinarci

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Vale due milioni il bottino sottratto ai coniugi Patrice e Cristina de Vogué “Soirées aux chandelles” .

È questo il semplice ma ammiccante invito rivolto a tutti coloro che, per una somma che parte da 19,50 euro, da maggio a ottobre, desiderino rivivere l’incantevole atmosfera dei festeggiamenti reali del 17 agosto 1661 che Nicolas Fouquet organizzò in onore di re luigi XIV.

Il programma comprende giochi pirotecnici, sottofondo di musica classica e una cena raffinata.

Da ogni parte del mondo, in molti hanno accolto l’invito a visitare il castello, soprannominato «la piccola Versailles», la più grande proprietà privata iscritta al patrimonio storico-culturale di Francia.

Tra questi anche sei ladri autori di una rapina con sequestro di persona che giovedì mattina all’alba, si sono introdotti nel castello di Vaux-le-Vicomte, cinquanta chilometri a sud-est di Parigi, dove, dopo aver legato e imbavagliato i proprietari si sono dileguati con un bottino stimato in circa due milioni di euro.

I dettagli della rapina sono stati resi noti dalla procura di Melun, che ha affidato le indagini alla polizia giudiziaria di Versailles.

In base alla ricostruzione dei fatti riportata dai media, i ladri, a viso coperto ma disarmati, si sono introdotti nell’appartamento privato, dove vivono i proprietari - una coppia di novanta anni lui e settantotto lei - della famiglia de Vogué, li hanno “gentilmente” legati con delle cravatte ed hanno aperto la cassaforte rubando oggetti preziosi, in particolare diversi smeraldi.

I proprietari Patrice e Cristina de Vogué, che avevano ricevuto il castello come regalo di nozze nel 1967 a parte il terrore del momento e il danno materiale, sono rimasti illesi.

I gioielli, precisa la polizia giudiziaria di Versailles, facevano parte dei beni privati di famiglia e non del castello.

Agli ispettori il compito di capire come abbiano potuto i ladri superare la recinzione protettiva che si estende per tredici chilometri e ogni altro sistema d’allarme.

Le attività del castello intanto continuano regolarmente per offrire al visitatore l’incanto dell’atmosfera di quel tempo.

Il castello di Vaux-le-Vicomte è a circa 6 km a est di Melun e a 55 km a sud-est di Parigi, nel dipartimento francese di Senna e Marna, nella regionede ll’Île-de-France.

cms_14271/2v.jpgFu Nicolas Fouquet, giovane parlamentare, ad acquistare il feudo con un piccolo castello nel 1641.

Incaricò Louis Le Vau architetto, Charles Le Brun pittore e decoratore, e André Le Notre paesaggista, di realizzare la maestosa costruzione che aveva in mente.

Nel 1661 dopo che il fiume che lo attraversava era stato deviato e dopo cinque anni di lavoro, il castello con i giardini più belli di Francia era stato terminato.

Fu allora che Fouquet, il 17 agosto 1661 diede una grandiosa festa per tremila persone alla quale partecipò anche il re che, da quanto narra la leggenda, rimase sbalordito da tanta bellezza.

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A dirla tutta, il re ne fu talmente impressionato da diventarne invidioso, al punto da ordinare, dopo qualche settimana l’arresto del povero Fouquet effettuato a Nantes dal moschettiere D’Artagnan.

In realtà la decisione dell’arresto era stata presa molto tempo prima, per impedire in maniera drastica, ogni ingerenza di Fouquet nella vita politica di corte.

Nicolas Fouquet aveva, infatti, velocemente salito la scala sociale con la sua intelligenza, audacia e fedeltà alla monarchia diventando nel 1653 sovraintendente delle Finanze del Ministro Cardinal Mazzarino, ma sembrava ambire a posizioni ancora più elevate.

Questa scalata non incontrava però i favori del Cardinale che, com’è noto, era considerato il vero architetto della politica francese protagonista tra gli altri, dello scandalo che lo indicava quale vero padre del figlio della regina Anna d’Austria moglie del Re Sole, il sovrano che, si narra, dimostrava qualche difficoltà a letto.

Quando alla morte di Mazzarino, Fouquet si aspettava di succedergli, Luigi XIV, avendo probabilmente ricevuto indicazioni dal Cardinale prima della sua morte, decise di assumere lui stesso questa funzione di governo.
Inoltre il geloso Colbert, altro personaggio di spicco, accusò Fouquet di aver sottratto dei milioni al re (in realtà li aveva sottratti Mazzarino).

cms_14271/4v.jpgDopo l’arresto di Fouquet, il re s’impossessò del castello, privandolo dei suoi oggetti più preziosi, che furono trasportati al Louvre e a Versailles.

Dopo un processo politico che durò tre anni Fouquet fu condannato all’ergastolo e rinchiuso a Pinerolo, dove morì nel 1680.

Insomma, la storia ci ricorda che, come un Giano bifronte i castelli, ai tempi della monarchia, presentavano sempre due facce.

Accanto al lusso più sfrenato, ai banchetti, ai concerti raffinati, prendevano sostanza gli intrighi di corte. I castelli erano, di fatto, luoghi insani in cui si annidava l’intrigo che generava sospetto, timore, disgrazia e, alle spalle dei regnanti, i cortigiani ordivano trame, spiavano e diffondevano calunnie.

Il tutto mentre non ci si curava delle sofferenze del popolo francese costretto a pagare il prezzo di una monarchia assoluta che se ne infischiava se sulle strade la gente moriva di fame.

A proposito del castello di Vaux-le-Vicomte non è dato di sapere a che punto la storia cede il passo alla narrazione fantastica. Di certo però, questa versione dei fatti ha giovato alla fama del castello ed è tuttora usata per magnificarne la bellezza e non solo a fini turistici.

Non a caso, il castello nei tempi più recenti è diventato famoso per avere ospitato prestigiosi ricevimenti, tra cui nel luglio 2007 il matrimonio del giocatore di basket francese Tony Parker con l’attrice Eva Longoria, oltre ad essere stato il set di diverse pubblicità per Dior e Samsung, e di vari film, tra cui un James Bond e «Maria Antonietta» di Sofia Coppola.

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Oltre a: La Maschera di ferro, Les mariés de l’an deux, Mania di grandezza, Valmont, Eloise la figlia di D’Artagnan, L’Alléè du roi, Ridicule, Il re danza, Vatel, Il patto dei lupi, Vidocq, Jean de La Fontiane, Le Avventure galanti del giovane Moliere.

E chissà, un giorno forse, accanto a questi titoli potrebbe aggiungersene uno nuovo, relativo al furto perpetrato lo scorso giovedì.

In ogni caso, i castelli della Francia non smetteranno mai di affascinarci non solo per la loro innegabile bellezza, esaltata peraltro da una buona politica del turismo, ma anche perché continueranno per sempre a conservare quell’alone di mistero capace da sempre di stimolare la fantasia di scrittori, registi e gente comune.

Gianmatteo Ercolino

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