RUSSIA, MINACCE ALL’UCRAINA
Il Cremlino: “Se Kiev continua così, rischiano guerra civile”
Dopo il caso della mobilitazione massiccia di truppe russe al confine con l’Ucraina, che era stato denunciato dal Presidente ucraino Zelensky, la Russia è passata all’aggressività verbale verso il vicino. "Siamo davanti ad atti provocatori lungo la linea di contatto. Sono le forze armate dell’Ucraina che hanno intrapreso un percorso verso l’escalation di questi atti provocatori e stanno continuando questa politica. Queste provocazioni tendono a intensificarsi. Tutto questo sta creando una potenziale minaccia per la ripresa di una guerra civile in Ucraina" ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.
Minacce evidenti, quelle fatte da Mosca a Kiev. Non si può fare a meno di domandarsi, infatti, come possa il governo russo prevedere con certezza la recrudescenza di un conflitto civile in un Paese straniero. A questo quesito, l’unica risposta logica è che dietro le parole di Peskov si possa nascondere l’idea dell’amministrazione Putin di dare il “via libera” alle numerose forze paramilitari filorusse presenti in Ucraina, che già nel recente passato avevano causato disordini e violenze enormi, che avevano poi portato all’annessione totalmente illegale della regione della Crimea a Mosca.
Per quanto riguarda i movimenti delle truppe russe, Vladimir Putin, sempre tramite il suo portavoce, di fronte alla richiesta di spiegazioni posta dalla premier tedesca Angela Merkel, ha così risposto: "Siamo liberi di spostare qualsiasi unità delle nostre forze armate sul territorio della Russia a nostra discrezione. In questo momento purtroppo l’Ucraina si sta trasformando di nuovo in una regione potenzialmente molto instabile e naturalmente qualsiasi Paese che ha presso i suoi confini una regione instabile, pericolosa ed esplosiva, adotta misure necessarie a garantire la propria sicurezza".
Il nervosismo russo si spiega, però, anche con un’altra ragione. Infatti, il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in visita alla regione del Donbass, ha paventato la possibilità di un’adesione del suo Paese alla NATO, dichiarando che, se questo dovesse avvenire, potrebbe essere una garanzia di pace definitiva. Ovviamente, la Russia guarda con enorme timore a quest’ipotesi, e, anche su questo argomento, è giunta alle minacce esplicite, espresse tramite la portavoce del Ministero degli Esteri, Maria Zakharova: "Abbiamo preso nota della dichiarazione del Presidente ucraino […]. Tuttavia, contrariamente alle aspettative di Kiev, la potenziale adesione alla Nato non solo non porterà la pace in Ucraina ma, al contrario, porterà a un aumento su larga scala delle tensioni nel sud-est, causando forse conseguenze irreversibili per la tenuta dello Stato ucraino". Zakharova ha aggiunto che, secondo Mosca, la situazione nel Donbass tenderebbe a peggiorare a causa delle "intenzioni bellicose di Kiev, ancora guidata dall’illusione che ci possa essere una soluzione militare al conflitto nel sud-est del Paese".
Per una Russia su tutte le furie, però, l’Ucraina ottiene, al contrario, dimostrazioni di amicizia molto forti da parte degli Stati Uniti. Una delegazione americana guidata dalla responsabile militare dell’ambasciata Usa a Kiev, colonnello Brittany Stewart, ha visitato la zona delle operazioni ucraine nel Donbass e le unità ucraine impegnate lungo la linea di contatto. "Il governo degli USA”, ha detto Stewart, ripresa dalI’agenzia Interfax, “è profondamente preoccupato per la situazione che si sta sviluppando attorno ai confini con l’Ucraina e appoggia in ogni modo la sovranità e l’integrità territoriale del Paese".
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