RISCALDAMENTO DELL’OCEANO ARTICO: NON TUTTO È COME SEMBRA
Nuove ricerche smentiscono quanto si credeva certo fino a ieri
Colpo di scena: l’Oceano Artico avrebbe cominciato a surriscaldarsi con diversi decenni di anticipo rispetto a quanto supposto dagli scienziati fino ad oggi. È quando scoperto dal team di ricerca guidato da Tommaso Tesi e Francesco Muschitiello, in un progetto del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) in collaborazione con l’Università di Cambridge che ha trovato spazio sulla rivista Science Advances. In particolare, gli studiosi hanno indagato la storia del riscaldamento delle acque nella regione ribattezzata Stretto di Fram, tra la Groenlandia e le isole Svalbard. Gli sbalzi di temperatura sono stati stimati in base alle “firme chimiche” di cui sono portatori i microrganismi marini. Si è giunti quindi a pensare che la temperatura dell’Oceano Artico sia cresciuta d circa due gradi Celsius già a partire da inizio ‘900, di pari passo con il ritirarsi del ghiaccio marino e l’aumento della salinità.
"L’Artico è il più piccolo e il più superficiale tra gli oceani del mondo - ha spiegato Francesco Muschitiello, dell’Università di Cambridge, come riportato dall’Agi - e si sta riscaldando a un ritmo senza uguali, pari a circa il doppio rispetto alla media globale". Le prove raccolte vanno a sostegno dell’ipotizzato fenomeno dell’Atlantificazione dell’Artico, aiutando a comprendere anche quale possa essere l’andamento delle dinamiche legate al clima nei decenni a venire.
"Nell’arco temporale di otto secoli - ha aggiunto Tommaso Tesi, dell’Istituto di scienze polari presso il Cnr, sempre all’Agi - i record di temperatura e salinità sembrano piuttosto costanti. All’inizio del XX secolo, poi, si verifica un cambiamento marcato in questi parametri. Abbiamo confrontato i nostri risultati con la circolazione oceanica a latitudini più basse e abbiamo scoperto che esiste una forte correlazione con il rallentamento della formazione di acqua densa nel Mare del Labrador. I nostri risultati implicano la possibilità di una nuova Atlantificazione nel prossimo futuro. Le simulazioni climatiche generalmente non riproducono questo tipo di riscaldamento nell’Oceano Artico, per cui c’è una comprensione incompleta dei meccanismi che guidano l’Atlantificazione. Speriamo che le nostre indagini possano essere utili per proiettare i futuri cambiamenti climatici".
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