RILEGGENDO POESIA – LUCIA SOLLAZZO

Velluto freddo…

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cms_23468/poesia.jpg“Lucia Sollazzo è nata a Pisa nel 1922, e vive a Torino. Ha pubblicato due romanzi, Morte dei Cabraz (Neri Pozza 1953) e Juke Box (Rizzoli 1964), due traduzioni in versi, Inni di Sant’Ambrogio (Guanda 1964) e Stele di Victor Segalen (Guanda 1987). Al suo primo volume di poesie, Unico Nord, apparso nella collezione bianca di Einaudi nel 1973, sono seguiti Le nevi dell’Eden (Sugarco 1988) e Vestiario o La collezione di Core (Scheiwiller 1190).

Noctua, che dà il titolo alla sua prossima raccolta di versi, è una suite di trenta poesie.”

Questo nella rubrica Inediti del mensile POESIA (1994).

Leggiamo il ricordo di Massimo Novelli, scritto per Repubblica nel novembre del 2000.

È morta ieri Lucia Sollazzo, scrittrice e giornalista di valore, poetessa di raffinata classicità ma anche di alto impegno civile. «Un’autrice - ha rilevato la giuria del Premio Montano, che aveva vinto recentemente - che ha contribuito a spostare in avanti l’orizzonte espressivo della parola poetica nella contemporaneità». Era nata a Pisa nel 1922. Per anni fu inviata di punta della «Stampa», occupandosi di attualità, costume, cultura e moda. Collaborava con la redazione torinese di «Repubblica» da un anno con articoli brillanti. Lucia ha sfidato la malattia così, scrivendo, consapevole come in suo verso che «è la beltà/ che non s’ingrigia». Aveva costruito la sua educazione culturale, politica e sentimentale nella Torino degli anni Quaranta. Una volta, parlando dello scrittore Guido Seborga e soprattutto di suo marito Piero Bargis, bravo critico d’arte e redattore del quotidiano socialista torinese «Sempre Avanti!», Lucia aveva ricordato che lei, Fernanda Pivano e la poetessa Maria Luisa Spaziani, studentesse all’Università di Torino, venivano chiamate per la loro avvenenza «le tre grazie». Sorridendo, nella penombra del salotto della sua casa di corso Stati Uniti, e sorseggiando del vino dell’Alto Adige, Lucia aveva voluto rimarcare che lei era davvero bella a vent’anni. Del resto, bastava osservare i suoi occhi per saperlo.

cms_23468/libro.jpgLucia Sollazzo ha pubblicato diversi libri: romanzi come Morte dei Cabraz (1953) e Juke Box (1964); raccolte di versi quali Unico Nord (1973), Le nevi dell’Eden (1988), Vestiario (1990), Opera futura (1997), fino al quaderno nato proprio dal Premio Montano, che aveva ritirato a Verona nell’ottobre scorso. Della poesia di Lucia Sollazzo, il critico Giovanni Tesio ha messo in luce il «classicismo di parola incisa in pietra dura, un controllo estremo della cifra stilistica capace di ingabbiare gli squarci della mente e del cuore». Così invece il sito www.1adnkronos.com, sempre in quel periodo. Torino, 24 nov. (Adnkronos) - È morta a Torino Lucia Sollazzo, giornalista, ma soprattutto narratrice e poetessa, che ha portato nei suoi versi il mondo della moda. E proprio lo stile made in Italy era stata una delle sue grandi passioni professionali: come giornalista della ’’Stampa’’, assunta nel 1972 dal direttore Alberto Ronchey, aveva curato per quasi vent’anni i servizi dedicati alla moda, seguendo l’affermazione di Giorgio Armani o la scalata verso lo star-system di Valentino. Aveva 78 anni e da tempo era malata.Nata a Vecchiano (Pisa) nel 1922, dal secondo dopoguerra Lucia Sollazzo si era trasferita a Torino. Cominciò a scrivere racconti e poesie fin da giovanissima: il suo talento fu sostenuto dalla scrittrice Anna Banti, sua cugina più anziana sposata con il celebre storico dell’arte Roberto Longhi. La Sollazzo si sposò con Piero Bargis, un critico d’arte che le fece conoscere gli ambienti artistici e culturali piemontesi.Il suo esordio letterario risale al 1953 quando pubblicò il romanzo ’’Morte dei Cabraz’’, a cui seguì quasi un decennio dopo ’’Juke Box’’. Ma la sua cifra stilistica preferita è stata la poesia, con versi dedicati spesso a tematiche esistenziali. Tra le sue raccolte poetiche più fortunate figurano ’’Le nevi dell’Eden’’ (Sugarco) e ’’Unico Nord’’ (Einaudi), a cui si aggiungono ’’Ombre future’’ (Archinto) e ’’Vestiario o la collezione di Core’’ (Scheiwiller). La sua frequentazione degli ambienti della moda era stata da lei romanzata nel libro ’’Tutti in vetrina’’ (Longanesi). Entrambe le stringate biografie non fanno riferimento a Noctua, che invece uscì nel 1998, due anni prima della sua morte, per i tipi di Manni editore. Quella pubblicazione, ora, è introvabile.

Raffaele Floris

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