RILEGGENDO POESIA – ANGELO MARIA RIPELLINO

Porto in me…

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cms_29255/Poesia_08_07.jpgAngelo Maria Ripellino è un nome che, ai più, dovrebbe dire qualcosa, almeno in un mondo “normale”.

La rivista mensile di Crocetti lo commemorava con un lungo articolo curato da Anna De Simone nel Agosto 2007 (n. 219), intitolato L’allodola sul melograno, perché nello stesso anno venivano ripubblicate da Einaudi tutte le poesie.

Ripercorriamone, per tappe, la vicenda biografica. 1923.

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Angelo Maria Ripellino nasce a Palermo, dove frequenta le scuole elementari e medie, trascorrendo l’infanzia a Mazara del Vallo. 1937. Si trasferisce con la famiglia a Roma, essendo il padre insegnante di letteratura al liceo “G. Cesare”. 1940. Comincia a collaborare a riviste letterarie con saggi e poesie. 1945. Si laurea con una tesi sulla poesia russa del Novecento, da cui nascerà una memorabile antologia edita da Guanda nel 1954. 1946. Si trasferisce a Praga per specializzarsi nella lingua ceca. Conosce Elisa Hlocová (Ela), che lo seguirà in Italia e lo sposerà nel 1947. 1948. Inizia la sua carriera universitaria prima a Bologna e poi a Roma. 1950. Pubblica Storia della poesia ceca contemporanea. 1955. Diviene consulente di Einaudi per le letterature slave e boeme. 1960. Pubblica la sua prima raccolta di poesie: Non un giorno ma adesso (Le Edizioni d’Argo). 1961. Succede a Ettore Lo Gatto (suo professore) alla cattedra di Letteratura russa all’Universita La Sapienza di Roma. 1965. Si ammala di tubercolosi (mal curata) e si salva miracolosamente per merito di un medico di un sanatorio a 40 chilometri da Praga. 1965. Pubblica Il trucco e l’anima (Einaudi). 1967. Pubblica la raccolte di poesie La Fortezza d’Alvernia (Rizzoli, premio Cittadella). 1969. Seguono, nel 1968 Letteratura come itinerario nel meraviglioso (Einaudi), nel 1969 Notizie dal diluvio (poesie, Einaudi), nel 1972 Sinfonietta (poesie, Einaudi), nel 1973 Praga magica (Einaudi, premio Libro dell’anno a Copenaghen). 1975. Pubblica i racconti Storie del bosco boemo (Einaudi). 1976. Ancora poesie: Lo splendido violino verde (Einaudi). 1977 Autunnale barocco (poesie, Guanda). 1978.

cms_29255/1.jpgMuore a Roma, appena cinquantacinquenne, per un collasso cardiocircolatorio. Per ragioni di spazio non possiamo riprodurre quanto scritto da Anna De Simone nel 2007, e ci dispiace che “pezzi” memorabili come questo e altri non siano disponibili online. Ma su Angelo Maria Ripellino c’è ancora molto altro da dire. Nel 1948 aderisce, pur non essendo uomo di partito, all’Alleanza per la difesa della cultura costituita da tutti quegli intellettuali che appoggiano il Fronte di Nenni e Togliatti, anche se l’anno prima aveva presentato su "La Fiera Letteraria", foglio di ispirazione cattolica, le poesie di Anna Achmàtova che era stata messa al bando da Stalin. Collabora al Terzo Programma della Radio, compila voci per l’Enciclopedia italiana e per l’Enciclopedia dello spettacolo di Silvio D’Amico occupandosi di teatro slavo, ugro-finnico, romeno, di burattini e marionette e di cinematografia slava. Nel 1960 viene rappresentata al Festival di Venezia l’opera lirica di Luigi Nono Intolleranza 1960, il cui libretto deriva da un testo scritto da Ripellino. Nel luglio del ’68 viene inviato da L’Espresso a Praga, ma quando arrivano i carri armati la abbandona: vi ritornerà una sola e ultima volta nell’aprile del 1969 per una serata di poesia in onore di Dubček, che pochi giorni dopo verrà estromesso, al caffè artistico Viola, luogo che rimarrà nostalgicamente nella sua memoria. (Chissà come avrebbe descritto e commentato l’implosione dei regimi comunisti e l’ascesa del dissidente e perseguitato politico Václav Havel – poeta e drammaturgo ungherese – alla presidenza della neo-costituita Repubblica Ceca). Oltre alle raccolte di poesia non si contano saggi, prose, antologie e – naturalmente – traduzioni. Curioso il fatto che, negli anni ’50, non fu affidata a lui la traduzione de Il Dottor Zivago, grande successo editoriale targato Feltrinelli, ma a Pietro Zveteremich; in realtà a Ripellino il romanzo non era piaciuto, salvo poi tradurre tutte le poesie di Boris Pasternak. Dobbiamo tuttavia rilevare che la traduzione delle Poesie di Jurij Zivago (24 poesie, di cui la penultima - Maddalena - in due tempi) a opera di Mario Socrate sono addirittura superiori a quelle tradotte da Ripellino. Almeno questo è il nostro parere, consapevoli che, nell’esprimerlo, qualcuno storcerà il naso. Per storcere il naso c’è tempo: il 2023 sarà il centenario della nascita di Angelo Maria Ripellino.

Siamo pronti a scommettere sin d’ora sull’inconsistenza – ignara e plumbea – degli eventi commemorativi.

Porto in me un paesaggio ferroviario
con luce minerale di limone,
con arance accecanti e lunghi fili
di canutiglia e bracci di binario.
Dentro la mia notte infuria un treno,
un hidalgo spocchioso, uno spaccone.
Va da Lercara Friddi a Magazzolo
con gelatine di rosse poltrone,
buffe chiome di fumo e di fenòlo,
lanternacce bistrate di carbone.
Un Fracassa, un cocciuto capitano,
una stufa che sfiata fiamme e ruggine,
perfido uccello dagli occhi di zafferano,
disperato arcangelo che fugge.

Raffaele Floris

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