RILEGGENDO POESIA – ALDO NOVE

Madre di Dio

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cms_24262/poesia.jpgAldo Nove appariva nel n. 91 (gennaio 1996) col suo vero nome, Antonello Satta Centanin (mentre lo pseudonimo trae origine dalla lotta partigiana, NdA), nella rubrica Inediti, col titolo Madre di Dio 1996.Era già allora caporedattore di “Testo a fronte” e redattore di POESIA. Un nome non certo sconosciuto ai nostri lettori, o almeno a chi si è occupato e si occupa di poesia contemporanea. Attingere qualche nota biografica tra le tante che lo riguardano non è certo impresa ardua.Vi proponiamo il sito https://biografieonline.it/biografia-aldo-nove#biografia, da cui abbiamo riassunto queste notizie, lasciando piena libertà al lettore di approfondire con la lettura integrale. Antonio Centanin (Satta è il cognome materno) è nato a Viggiù nel 1967. Nel 1996, dopo essersi laureato in filosofia morale, scrive "Woobinda e altre storie senza lieto fine", edito da Castelvecchi e ripubblicato due anni dopo, nel 1998, da Einaudi con il titolo di "Superwoobinda".

Con il racconto "Il mondo dell’amore", pubblicato nell’antologia Gioventù cannibale (Einaudi 1996), viene collocato in quella che venne definita dalla stampa come la "famiglia di genere pulp dei cosiddetti Cannibali", tra i quali spicca la figura di Niccolò Ammaniti.

Subito dopo pubblica due raccolte di poesie con lo pseudonimo di Antonello Satta Centanin, unendo i cognomi della madre e del padre, oltre che un libro di poesie, ispirato ad alcune tra le più celebri canzoni rock, intitolato "Nelle galassie oggi come oggi".

cms_24262/Aldo_Nove_.jpgNel 2000, con l’uscita di "Amore mio infinito", Aldo Nove subisce una profonda svolta intimista ed esistenzialista che lo porta ad abbandonare la letteratura "cannibale" e che negli anni immediatamente successivi lo porta a dedicarsi alle questioni sociali legate al precariato e alla flessibilità. Nel 2005 pubblica un curioso omaggio a Fabrizio De André, "Lo scandalo della bellezza", ed è coautore, insieme ad Alessandro Gillioli, del testo teatrale "Servizi & Servitori: la vita, al tempo del lavoro a tempo". L’anno dopo pubblica "Mi chiamo Roberta, ho 40 anni, guadagno 250 euro al mese", con cui si aggiudica il Premio "Stephen Dedalus". Dà vita, con la TEA, casa editrice di Milano, alla collana di narrativa "Neon", contenente alcune opere di Giovanna Giolla, Alessandro Scotti e Ciro Ascione.Sempre nel 2006, il cantautore Bugo scrive una canzone intitolata "Amore mio infinito", chiaro tributo al libro di Aldo Nove che compare anche nell’omonimo videoclip. Nel 2008 lo stesso autore aiuta ancora una volta il cantante per la stesura della canzone "Balliamo un altro mese", pubblicata nel disco di Bugo intitolato "Contatti".Nel 2010 pubblica "La vita oscena", un testo autobiografico che ripercorre la sua intera esistenza, dall’infanzia fino all’età adulta. Nel 2012 pubblica "Giancarlo Bigazzi, il geniaccio della canzone italiana", edito da Bompiani, e viene inserito da Edoardo Sanguineti, insieme a Tiziano Scarpa e a Giuseppe Caliceti, nel suo "Atlante del Novecento Italiano", dove Aldo Nove viene annoverato tra gli avanguardisti della letteratura italiana.

cms_24262/0.jpgIn un’intervista a Repubblica, quando è uscito il romanzo autobiografico La vita oscena, ha affermato: “Ho avuto bisogno di tempo per scrivere certe cose: dovevo avere il giusto distacco dai fantasmi. E ora questa storia riguarda tutta la nostra epoca. Abbiamo trasferito nelle merci le emozioni e siamo invasi dalla pornografia: non riusciamo più a dare confini alle cose. Adesso si usa spesso cocaina non per divertirsi ma per produrre di più. Nel mio caso era un vettore di morte. Per scrivere questo libro ho dovuto attraversare tutti i fantasmi del mio lutto, decifrarli, capirli, viverli. Per tutta la vita, non facciamo altro che tentare di soffocare i nostri fantasmi. Il più serio dei quali è il fantasma dell’altro, lo straniero. Ma se non li combatti, finisci per diventare tu il fantasma di te stesso.” Aldo Nove non è certo facile da intervistare, e ultimamente le sue prese di posizione sono state un po’ spiazzanti. Si è autodefinito catto-comunista ma anche tradizionalista, ha aggiunto che il Covid "non è la peste" e che Trump è "l’unica resistenza in questa terza guerra mondiale". Sul fatto che il Covid non sia la peste non ci piove e non ci è mai piovuto (per fortuna, ci sarebbe da aggiungere: non siamo nel 1600!). Su Trump potrebbe anche essersi sbagliato, ma crediamo sia opportuno manifestargli tutta la nostra solidarietà per gli attacchi ingenerosi che ha ricevuto, molti al limite dell’insulto. Sempreché si sia sbagliato.

Madre di Dio

Madre di Clivio e di Gerusalemme,
Madre di Betsabea e Baranzate,
Madre delle Bustecche e di Betlemme,
Madre del Monte Nero e di Tradate;

Madre del Crocifisso e della strada
che va dal tabaccaio a Primaticcio,
dove alle sei la sera si dirada
al primato di nuvole rossiccio,

Al primato del sole che si slaccia
dal cielo tra le nuvole di mille
colori ombreggiando della Tua faccia

Tra i gas dei camion gli occhi, la scintilla
degli occhi tuoi, Madre, prima che taccia
la sera madre abbracciami…

Raffaele Floris

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