RICORDI DI UN PASSATO...
I^

IL QUADRATO” Dizionario della pittura Italiana Contemporanea, 1985
Vivevo a Venezia, studiavo a Venezia (per un po’ anche a Padova, facoltà di Psicologia)
Ero ogni giorno all’Accademia delle Belle Arti a seguire lezioni, ad incontrare amici artisti: spesso in gruppo decidevamo di attrezzarci con i cavalletti ed andare a dipingere en plein air nel luogo scelto dalla maggioranza...ci batteva forte il cuore ogni volta che qualcuno si avvicinava a guardare, a parlarci..Un giorno un elegante signore si fermò: non soltanto ammirò l’opera che stavo completando, ma ne volle conoscere altre!
Scrisse per loro, le portò sulle pagine del Dizionario della pittura Italiana Contemporanea. (Ed. Mondadori)
Era il 1985. Un regalo, un regalo così grande che credevo sarebbe stato l’unico di tutta la mia carriera artistica, e che invece divenne il primo di una lunga serie...
Il signore elegante era il critico d’Arte Giancarlo Romiti che così descriveva quello che aveva denominato l’intimismo favolistico di Maria Casalanguida:
”A voler prescindere dai riferimenti di cultura che circolano in queste pitture recenti di Maria Casalanguida, e che sarebbe inutile sottolineare dal momento che la cultura è per questa artista un dato imprescindibile e la citazione un ritorno del tutto naturale ad una storia profondamente amata e vissuta, le opere dell’artista rivelano una felicità del dipingere rara ai nostri giorni e un altrettanto raro rapporto diretto con le cose.
"Proprio rispetto alla cultura si dovrebbe anzi dire che la scelta dell’artista risponde semmai alla necessità di esaltare il ritrovato rapporto con le cose: quando la pittrice accede a quel suo disegno largo che propone con evidenza l’oggetto e la figura, quando utilizza un tratteggio fiammeggiante, d’estrazione tra fauve e divisionista è l’oggetto ad acquistarne di presenza, è l’immagine che brucia di una sua esaltante vita.
"Oggetto e figura sono dunque i centri di immaginazione dell’artista, riferimenti focali dell’immagine attraverso i quali dilaga un’attitudine della Casalanguida a vivere in modo esaltante l’esperienza del reale. Sembra che l’artista ritrovi nella riscoperta di un linguaggio che direttamente accede al plastico possesso delle cose, quel rapporto con il mondo reso difficile da troppe storture intellettuali: sembra che rinnovi, restringendo il campo di intervento al banale quotidiano, la possibilità di un colloquio reso meno drammatico con le cose.
Fiori di loto, acrilico su tela
"Maria Casalanguida restituisce agli oggetti d’esperienza una vita desueta, sfonda d’un colpo dall’immagine contenuti formali e suggestioni di vita frantumata, accogliendo il miracolo, ogni volta rinnovato, di presenza che hanno nella loro stessa evidenza di figura il compiuto senso di esistere per sé. Le figure femminili, una figura di sghembo, paesaggi, i fiori stanno nel campo trascorrente e ininterrotto dello sguardo, come oggetti paghi di una loro esistenza nello spazio.
"Ciò non significa che la pittura dell’artista sfugga a tentazioni inespresse ma presenti come aloni balenanti sulle forme presenti nelle immagini. La condizione stessa della donna e dell’artista oggi, vietano totali certezze, il dialogo senza fratture con gli oggetti.
“Variazioni Femminili”
"Delizioso mi sembra l’opera con questi volti di donne, visualizzate da un colore raffinato e sottile, tutto vibrante di luce: vi si sente il piacere di fare pittura, della descrizione, della scoperta.
"A queste visioni seguono i temi d’interni, le nature morte. Sono figure di fanciulle, viste nel chiuso delle loro case, sedute immerse nella penombra o illuminate da rosate luci: comunicano tra loro, isolate nel loro discorrere segreto.
Rappresentano il coerente completarsi di un sentimento del mondo dell’artista, ora tenero e un po’ misterioso, ora favolistico ed ironico."
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