RICORDATE?

Ricordate?
E figurarsi se non ricordate la Piazza Vittorio
a Carnevale. Le gabbie, l’autoscontro, tre palle cento lire,
i pesci rossi con due code, il tunnel dell’amore.
E i baracconi.
Ve li ricordate i baracconi con in mostra
le stranezze dell’umana natura?
Sono anni che non vedo in giro
la donna con due teste, la donna scimmia
e la donna ragno. Dove sono finite, dopo
onorata carriera nelle fiere di paese,
imbozzolate in un ospizio, obese
per troppe banane?
Io ricordo il palco col sipario rosso,
un donnone, con due colli e due teste gemelle,
la bocca doppia, di labbra grosse e rosse, e come
la Gradisca, con l’accento bolognese.
E la donna ragno aveva otto zampe-braccia-mani
e quaranta dita per manovrare i ferri del mestiere.
Muta, addestrata, nell’angolo tra due muri
produceva metri di merletto ogni ora
in cambio di tre mosche e una falena.
Più furba la donna scimmia
dondolava sfuggente sulla liana.
Nessun uomo da baraccone,
donne, solo donne, strane.
Si sa, le donne ci stanno al gioco
e i mostri se hanno le zinne
fanno meno impressione.
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