RICCARDO VITANZA, IL TOP DELLA COMUNICAZIONE MUSICALE

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Intervistare Riccardo Vitanza, uno dei massimi esponenti della comunicazione in ambito musicale, è stato per me un piacere enorme, tale che non esito a definire come la realizzazione di un piccolo sogno. Di lui mi hanno colpita la disponibilità nel parlarmi di sé oltre che la passione e la dedizione che nutre per il suo lavoro. Per comprendere la portata di quanto ha realizzato vi indirizzo al sito Parole & Dintorni di (Home - Parole & Dintorni (paroleedintorni.it).

Riccardo Vitanza nasce a Massaua(Eritrea), e manifesta sin da giovanissimo una passione per il mondo della scrittura e del giornalismo. Nel 1987 inizia la sua carriera nel campo della comunicazione come copywriter in un’agenzia di pubblicità (Publicor). L’anno successivo entra nel mondo dello spettacolo come autore di testi, curatore di un periodico e addetto stampa per conto del primo locale afro-latino in Italia.

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Nel 1990 fonda: la Parole & Dintorni srl, l’agenzia specializzata in relazioni con i media tradizionali (quotidiani,radio,tv,agenzie di stampa e altre fonti di informazione), e digitali (siti web e canali social dei giornalisti e delle testate di informazione. Tra i clienti della sua agenzia figurano artisti e personaggi della musica e dello spettacolo; eventi, festival musicali e manifestazioni varie; canali e programmi televisivi; locali; case discografiche; agenzie di management e organizzazione di concerti; case editrici; case di produzione televisive e cinematografiche; aziende, enti e organizzazioni sociali e istituzionali. La Parole & Dintorni attualmente cura la comunicazione e l’ufficio stampa per l’attività discografica e/o live di: Luciano Ligabue, Claudio Baglioni, Gianna Nannini, Francesco De Gregori, Giorgia, Alessandra Amoroso, Zucchero e moltissimi altri artisti.

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La missione principale della società è soprattutto la ricerca dell’interesse di notizia per i media . Sia quando è palese, perché può essere sfaccettato in più e diversi interessi di notizia, sia quando è assente e in questo caso viene costruito grazie alle capacità/abilità professionali dello staff.

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Perche ha deciso di chiamare la sua agenzia Parole & Dintorni?

Il nome “Parole & Dintorni” è un omaggio alla passione che da sempre ho per la parola scritta, che deve essere sempre al centro, mentre “dintorni” rappresenta tutto quello ruota intorno, dalle immagini ai visual.

Nella pratica in cosa consiste il suo lavoro e quali contatti un ufficio stampa deve stabilire per la carriera di un artista?

L’obiettivo principale dell’ufficio stampa è di favorire l’artista nella costruzione della sua immagine: renderla positiva, rafforzarla, consolidarla attraverso l’informazione ai media e la gestione della stessa informazione; quindi se necessario, influenzando e orientando le opinioni dei giornalisti o addirittura la costruzione delle notizie, ma senza cadere nell’informazione falsa, tendenziosa, faziosa. La funzione più rilevante di un ufficio stampa e quella di selezionare il flusso di informazioni provenienti dall’artista e tradurla in notizie interessanti. Chi dialoga con i media deve essere un bravo comunicatore, sfruttando le sue conoscenze e le sue capacità professionali, ma anche un abile mediatore ed essere un po’ psicologo Doti essenziali per diventare un buon addetto stampa: intelligenza, cultura, diplomazia, versatilità, curiosità e fame di sapere.

Potrebbe svelarci il segreto che le ha permesso di rappresentare i più grandi artisti del panorama musicale italiano e non solo?

Professionalità, capacità, serietà, ma come pseudo - segreto, direi di puntare sulla qualità e non tradire mai il tuo cliente e anche i giornalisti. Nei rapporti con i media devi essere sempre professionale e credibile.

Pensa di aver realizzato il suo sogno?

Sì, come professionista e come persona. Non ho bramosia di ricchezze e di potere, mi sento realizzato perché quando mi fermo e guardo indietro vedo quanta strada ho fatto. Sono già andato oltre le aspettative della mia famiglia; penso ai miei genitori, morti senza aver mai potuto comprare i mobili della loro camera da letto. Io sono riuscito dove loro non ce l’hanno fatta. Cosa potrei volere di più?

Come ha influito il cambiamento del panorama musicale sul suo lavoro? Parlo in particolare dell’avvento dello streaming e di alcuni generi musicali che prima non esistevano.

cms_28783/2_1671589007.jpgSono cambiati gli completamente gli scenari. Innanzitutto negli strumenti mediatici, dal fax a internet, fino alle foto, che prima erano diapositive e si raccoglievano vinili, allo streaming e al downloading. Il problema è che in questo modo non ci si accorge più che dietro c’è un lavoro duro e articolato, c’è un’industria che lavora. L’ascolto «virtuale» non è consapevole. Inoltre il suono è compresso, perciò diverso, e questo deve essere oggetto di un’educazione musicale che dobbiamo fornire, combattere anche il disinteresse verso una sonorità pulita. Vivendo con e nella cultura del consumo e dell’usa e getta, ai giovani d’oggi non interessa più la qualità musicale. Noi amavamo la puntina sul vinile, ma nell’attuale cultura dell’accesso, dove ciò che conta è il presente, non c’è pianificazione, e così non c’è ottica di conservazione. Per le case discografiche lo streaming è però un bene perché ha reso loro possibile tornare a guadagnare, dopo un periodo di grande crisi, segnato dal passaggio dal disco fisico al digitale. L’esordio dello streaming ha rappresentato una sorta di panacea perché le case discografiche hanno accordi quadro con i grandi players internazionali e quindi guadagnano molto. E’ agli artisti che arriva veramente poco e questo ha determinato in molti un cambio di strategia, nel senso che più che pensare alle vendite del prodotto disco, curano tutto ciò che gira intorno a livello pubblicitario e che può essere capitalizzato. I grandi artisti economicamente si cibano di concerti perché i dischi si vendono poco. Le nuove generazioni di rapper e trapper, puntano molto più su operazioni di co-marketing, co-branding, diventano testimonial di grandi marchi, si dedicano alla pubblicità, cosa che per gli artisti del passato non succedeva. Molti oggi sono testimonial di se stessi, sono influencer con milioni di followers. Si è passati dalla cultura del possesso alla cultura dell’accesso, prima si comprava il disco fisicamente, oggi si ascolta lo streaming.

E’anche docente all’università Cattolica di Milano. Ci parla un po’ del suo master e del perché ha scelto di portare la sua esperienza all’interno del contesto universitario?

Sì, sono docente di Ufficio Stampa e Comunicazione Musicale del Master in Comunicazione Musicale da ben 21 anni. Ho formato tantissimi giovani che ora sono diventati dei veri e propri numeri uno. Un esempio su tutti è la grandissima Veronica Corno, responsabile eventi e comunicazione della Friends and Partners Spa. La sua tenacia e la sua determinazione mi hanno colpito sin da subito. Quando la incontrai la prima volta subito mi espresse il desiderio di voler lavorare accanto a me ed io ho capito immediatamente che sarebbe diventata una grandissima professionista, e non mi sbagliavo.

Progetti futuri?

Tantissimi progetti riguardanti tour, dischi e artisti da gestire, ma soprattutto continuare a traghettare la mia agenzia verso il futuro adattandola ai tempi attuali che sono molto cambiati. Lavoriamo nel mondo del web, radio televisione e social media che sono il frutto di questo cambiamento. Si sono trasformati i canali comunicativi e questo significa dover fare controllo molto accurato per eventuali fughe di notizie. E soprattutto ho un desiderio: tra qualche anno lasciare l’agenzia ai miei collaboratori che ho formato e di cui mi fido moltissimo perché mi hanno sempre dimostrato senso di responsabilità,affiatamento e grande dedizione al lavoro. Sono convinto,infatti, che nella vita, e soprattutto in questo campo, si debba uscire di scena quando si è ancora all’apice.

Il suo motto di vita?

"Essere forte con i forti e debole con i deboli. Trattare a muso duro i prepotenti e a mano tesa le persone di cuore”.

Grazia De Marco

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