Quando il calcio diventa uno strumento politico

I retroscena sull’ascesa del Basaksehir, la nuova squadra di Erdogan

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Le tante polemiche scatenate dal saluto militare della squadra turca, durante la partita di qualificazioni a Euro 2020 Francia-Turchia finita 1-1, sono la dimostrazione di come il calcio, che già di per sé è infarcito di politica, possa essere uno strumento politico ancora più pericoloso quando ci sono in gioco i diritti umani. In modo particolare, questa volta si parla di guerra: quella dichiarata dal governo di Ankara al popolo curdo.

cms_14597/2v.jpgLa vicenda, che ha visto coinvolti anche alcuni calciatori che militano nel campionato italiano, tra cui Demiral (Juventus), Calhanoglu (Milan) e Under (Roma), ha scatenato reazioni contrastanti tra sportivi e non sui social.

Ma le motivazioni vanno ricercate in un regime autoritario, quello del presidente turco Erdogan, che non concede alcuna libertà di parola agli oppositori dello stesso. Tra questi ultimi compaiono molti giornalisti, politici e anche sportivi, imprigionati o costretti a emigrare altrove per sfuggire alle pene imposte dal governo turco.

Un esempio lampante è rappresentato da Hakan Sukur, ex calciatore di Inter e Galatasaray che attualmente milita in politica, schierato da sempre contro il governo Erdogan: una posizione, questa, che l’ha costretto a rifugiarsi in California con la propria famiglia.

Ma il gesto eclatante nella partita di Parigi nasconde una situazione più radicata che coinvolge il campionato turco. Infatti, quest’ultimo coinvolge il maggior strumento di propaganda politica del presidente Erdogan: si tratta della squadra del Basaksehir, avversario della Roma in Europa League. Negli ultimi anni questo club ha scalato diverse categorie, dalla terza divisione fino alla Super Lig, insidiando le più famose squadre di Istanbul: Galatasaray, Besiktas e Fenerbahce.

Il Basaksehir è lo specchio dei suoi sostenitori, che sono per lo più uomini d’affari molto vicini al governo di Erdogan.

Nel 2014 la squadra fu acquisita dalla Basaksehir Football Investment, una società con soci appartenenti tutti al circolo di Erdogan. Infatti, il presidente della stessa,Goksel Gumusdag, ha un legame di parentela con la moglie dello stesso presidente turco.

A questo bisogna aggiungere gli innumerevoli sponsor che garantiscono finanze prospere alla squadra: per citarne qualcuno, Turkish Airlines,Vodafone, Deniz Bank, il gruppo Makro İnşaat e THY e la Medipol,la più grande catena ospedaliera della turchia, gestita dal medico personale di Erdogan.

Grazie a tutti questi sponsor il Basaksehir può garantire ai propri tesserati stipendi molto alti per una normale squadra turca di media classifica, come è stato fatto per arruolare giocatori come Robinho, Arda Turan, Clichy, Demba Ba e Adebayor.

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Secondo alcuni, Erdogan avrebbe investito in questo club per dare un segnale forte ai gruppi ultras delle tre squadre di Istanbul, Besiktas, Galatasaray e Fenerbahce, che nel 2013 si unirono in protesta, in piazza Taksim, contro l’attuale governo.

Dopo quell’evento, Erdogan rinnegò la sua fede per il Fenerbahce e nel 2014 scese in campo allo stadio Fatih Terim per la partita inaugurale del Basaksehir.

Lo scopo del presidente è quello di rendere appetibile il Basaksehir a livello europeo, cercando nuovi investitori arabi e cinesi, e rafforzare maggiormente l’egemonia del governo Erdogan agli occhi delle nuove generazioni proprio attraverso il calcio.

Inoltre, notizia degli ultimi giorni, il Basaksehir ha aperto le porte al calciatore Cenk Sahin, centrocampista venticinquenne, che ha chiesto di allenarsi con la squadra dopo il suo licenziamento dal St Pauli, club di seconda divisione tedesca, per aver appoggiato sui suoi profili social l’azione militare della Turchia contro i curdi.

Francesco Ambrosio

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