Quali prospettive di sviluppo turistico dell’area dell’Alta Murgia in Puglia?

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Creare il “distretto turistico-culturale murgiano” per unire tutte le potenzialità di tre comuni limitrofi Altamura, Gravina in Puglia e Santeramo in Colle con una specifica strategia di valorizzazione del territorio attraverso la promozione turistica.

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“Non tutti i luoghi sono turistici, ma tutti possono diventarlo”, d’obbligo introdurre l’argomento con questa celebre frase del geografo svizzero Claude Raffestin (Natura e cultura del luogo turistico, Padova, CEDAM, 1991), ma il modello italiano di “turismo diffuso”, basato sull’operare di una molteplicità di soggetti, al pregio di una grande vivacità ha però contrapposto un limite che solo negli ultimi anni si è cercato di superare, quello dell’incapacità di proporre ai sistemi integrati regionali, limitandosi a valorizzare le singole località (P. Battilani, Vacanze di pochi. Vacanze di tutti. L’evoluzione del turismo europeo, Bologna, Il Mulino, 2001, pag. 19).

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In un momento in cui il turismo rappresenta in Puglia un settore in costante crescita a livello regionale con un’incidenza dell’8,5% del PIL turistico sul PIL regionale (con 3.188.000 di arrivi e 13.360.000 presenze solo nel 2013, dati dell’Osservatorio regionale sul turismo), possiamo dire che la Puglia rappresenta ormai un brand a livello nazionale ed internazionale. Sulla base di quest’ultima evidenza, è di fondamentale importanza prospettare, progettare e implementare una definita strategia di promozione turistica attraverso uno specifico progetto di valorizzazione territoriale, che ridia dignità alla cittadina, il giusto posizionamento tra le mete visitate nel contesto provinciale e regionale (sempre nello stesso studio dell’Osservatorio, la città di Altamura, inserita tra le aree turistiche di maggiore interesse nel gruppo “Magna Grecia, Murgia e Gravine”, compare al penultimo posto dopo Salento, Valle d’Itria, Trani e Puglia Imperiale e il Gargano), e che, questione di maggiore rilevanza e naturale conseguenza, si crei un progetto di inserimento di centinaia di giovani altamurani nel mondo del lavoro.

Riuscirà Altamura a diventare meta turistica?

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Si. La città di Altamura racchiude tutte le categorie potenziali da un punto di vista di interesse turistico: i siti culturali e storici (la cattedrale, i palazzi storici, le chiese, i claustri), i siti archeologici e paleontologi (le mura megalitiche, il sito dell’Uomo di Altamura e la Valle delle Orme dei Dinosauri), i siti naturalistici (il Pulo, il Parco Rurale dell’Alta Murgia), i siti rurali (le masserie, gli jazzi, i frantoi, l’habitat rupestre), a questi bisogna aggiungere la storica tradizione gastronomica grazie al Pane D.O.P. di Altamura.

Ma allora perché, nonostante il trend regionale in ambito di incoming turistico mostri segnali positivi nonostante la crisi, il turismo, ad Altamura, non riesce a decollare?

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Il problema consiste nella scarsa comunicazione tra gli attori locali, la quasi inesistente comunicazione di chi arriva in città (manca un vero e pratico punto informativo) e la scarsa promozione territoriale anche attraverso la rete (Internet). A questo proposito gioca a favore il sostegno al progetto Matera – Capitale della cultura 2019, in cui Altamura dovrà necessariamente presentarsi con il proprio “prodotto”. L’occasione è unica. Occorre abbandonare la frase ridondante: “I turisti che vanno a Matera dovrebbero passare per Altamura”. I turisti non “passano” da nessuna parte, i turisti che vengono in Puglia sono per la maggior parte gente abituata a viaggiare, colta, esperta, viene in Puglia per scoprire un’altra Italia fuori dai sentieri battuti, è desiderosa di ampliare le sue conoscenze attraversi percorsi storico-culturali ed eno-gastronomici. Il livello culturale del turista è medio alto, il che è fondamentale nell’implementazione di qualsiasi proposta culturale, ma occorre e bisogna dare il meglio in ambito di servizi e di accoglienza. La proposta va fatta “a monte” ai grandi tour operator internazionali ai quali Altamura (nel progetto “distretto culturale e turistico”) dovrebbe proporre la sua offerta, totalmente indipendente da Matera ed essere legata alla sua anima murgiana (con le città vicine di Gravina in Puglia e Santeramo in Colle). Inoltre il personale che lavora nelle strutture ricettive spesso non sa accogliere la clientela internazionale perché ha una scarsa competenza linguistica (l’inglese oramai è d’obbligo unito ad una o più lingue straniere), non si riesce a creare un minimo di promozione e quel poco che si riesce a implementare viene dall’improvvisazione.

Cosa bisognerebbe fare per realizzare un efficace progetto di promozione turistica ad Altamura?

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Innanzitutto bisogna essere coscienti che Altamura è già turistica nel senso di “conoscenza indiretta”, questo grazie al suo fiore all’occhiello che è il Pane D.o.p. di Altamura, non la si è mai visitata ma tutti conoscono il suo famosissimo pane. Il nome di Altamura è conosciuto a livello nazionale. Ma questo non basta. Occorrerebbe implementare una definita strategia di promozione turistica in grado di aumentare il numero di turisti nella città e nell’area murgiana, aumentare il numero delle notti trascorse nelle nostre strutture ricettive (alberghi, b&b, agriturismi), essere in grado di soddisfare tutti i tipi di clienti (famiglie, anziani, giovani) prestando attenzione a particolari categorie (diversamente abili, sordi, ciechi), comunicare con il pubblico sfruttando le tecnologie di informazione (Internet, social networks), destagionalizzare l’offerta turistica offrendo ai turisti manifestazioni tipiche (feste patronali, cortei storici, sagre, concerti, eventi) non isolati ma in un calendario annuale, promuovere una tipologia di turismo sostenibile che crei valore, susciti interesse e volontà di ritornare (fidelizzazione del cliente), sostenere l’internazionalizzazione dell’offerta turistica (vendere il prodotto locale in un mercato globale).

Quali modalità utili per il conseguimento?

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Fondamentale è creare un sistema efficace attraverso il quale tutti gli attori locali (strutture, luoghi culturali, istituzioni e associazioni locali) possano comunicare e collaborare, servirsi di risorse umane competenti ed efficienti, offrire gli itinerari culturali che includano la gastronomia, le tradizioni e il folklore; promuovere itinerari particolari ed originali (escursioni in bici, tour dei frantoi, delle case vinicole, i tour naturalistici e le masserie didattiche), promuovere solo progetti con finalità produttive a lungo termine. Da plaudire le due lodevoli e “nobili” iniziative private dell’evento Federicus (rievocazione storica della fondazione della città da parte di Federico II di Svevia) e il restauro e riapertura del Teatro Mercadante che la città attendeva da trent’anni. Quindi privato e pubblico devono collaborare, comunicare ed essere all’ascolto uno con l’altro. Il turismo, al pari dei settori industriali, può essere protagonista di quel processo di modernizzazione delle istituzioni sia economiche che sociali, indispensabili per la crescita economica. Così come avviene per gli altri settori economici, sono importanti i tradizionali investimenti pubblici, come quelli relativi alla viabilità (strade, ferrovie, aeroporti, porti hanno storicamente condizionato i flussi dei viaggiatori), all’arredo urbano e al buon funzionamento delle strutture legate all’igiene (acquedotti, fogne ecc.) (P. Battilani, 2001, pp. 37-39).

Quali finalità si potrebbero conseguire?

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La creazione di un “distretto turistico-culturale dell’area murgiana” è fondamentale per sostenere e difendere l’autenticità delle realtà locali, valorizzare i beni culturali e le attività ad essi connesse, capaci di creare un efficace modello di sviluppo territoriale. Sicuramente nuove competenze significano nuovi posti di lavoro. Sarebbe fondamentale sviluppare tutte le potenzialità del territorio, rilanciare le zone depresse e i luoghi colpiti dalla grave crisi economica (vengono in mente decine di capannoni industriali dismessi che sarebbero ottimi “incubatori culturali” a costo zero), realizzare nuove possibilità di dialogo tra gli abitanti locali, gli enti e i turisti sia nazionali che stranieri. Occorrerebbe “gemellare” i beni culturali di Altamura con altri più conosciuti e che permetterebbero una maggiore pubblicizzazione e fruizione, per esempio il Museo Nazionale Archeologico di Altamura con il Museo Archeologico Jatta di Ruvo e il Museo Archeologico di Taranto; oppure pensare l’attività di promozione teatrale del Teatro Mercadante in joint venture con altri teatri nella provincia e il Teatro Petruzzelli di Bari (riguardo l’attività di promozione della stagione concertistica, dei concerti, degli ospiti nazionali e internazionali) e/ o con il suo omonimo nella città di Napoli. Sarebbe interessante, in un’ottica di promozione turistica e culturale e di servizio al cittadino, sviluppare un’applicazione App come è stata fatta per la Biennale di Venezia, oppure il sistema di posizionamento geografico GIS promosso dal comune di Torino. Seguire l’esempio delle grandi città non sarebbe negativo anzi porterebbe a risultati soddisfacenti.

Domenico Moramarco

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