QUANTE STRADE PER UNA VITA

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Arrivano! Vendute o in attesa di esserlo dalle bande di trafficanti che le consegneranno agli sfruttatori. Costrette a vendersi. Le definiscono le “visibili” della tratta,dell’immigrazione femminile,spesso minorenni arrivano da tutti i Paesi dell’est dall’Africa, dall’Asia e dall’America del Sud!Arrivano in Italia, plagiate da chi promette loro un lavoro remunerativo,speranzose in un futuro migliore per loro,per quelle famiglie che lasciano nei loro paesi di origine e,trovano l’inferno!

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Intrappolate nella rete che le priva di tutti i diritti fondamentali di ogni essere, sottoposte a trattamenti disumani. Merce! Solo questo! Prive di qualsiasi tutela, in balia delle organizzazioni criminali e dei loro mediatori, queste donne consegnano la maggior parte dei loro guadagni, in attesa di poter riavere il loro passaporto e nella vana speranza di potersi affrancare, liberare da un mondo fatto di sesso, droga.

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Vivono in completa solitudine estranee ad una società che le vede solo come forme di prostituzione rimaste ancora sulla strada. E la strada diventa il loro destino, spesso tragico: assassinate, stuprate, ricattate e insieme al sesso spacciatrici e consumatrici di droga.

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C’è indignazione sociale per queste “Vite”? O per chi è solo “moralista” sono solo prostitute! Riusciamo a prendere coscienza che, c’è necessità di rafforzare impegno sociale e civile per combattere e arginare il fenomeno delle donne prigioniere del traffico di esseri umani e dello sfruttamento sessuale?

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Quali sono le proposte, le azioni, le strategie efficaci per sconfiggerlo,sottraendo una delle risorse più “remunerative”delle organizzazioni criminali? Dare la possibilità alle donne che vogliono uscire dal “giro” di intraprendere un percorso che le sottragga al racket e riprendersi la “dignità”di essere.

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Bisogna dare un messaggio chiaro e forte nell’impegno politico con leggi ad hoc per contrastarne tutti gli aspetti negativi, supportate da politiche di soccorso economico e tutela migratoria rivolte soprattutto alle giovani minorenni, le più vulnerabili, nel momento in cui “approdano “ sul nostro territorio. Impegno anche di natura sociale, nell’aiuto per queste donne nell’assistenza nei casi di denuncia contro gli sfruttatori e le organizzazioni criminali, nelle difficoltà iniziali nell’intraprendere percorsi di reinserimento sociale nella prospettiva di una Vita “regolare”:obiettivo e fiducia in un realtà “possibile”.

Angelina Bibba

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