Premio Tiziano Terzani boicottato perché “Roba da comunisti”

Cresce la polemica per i tagli al festival letterario

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L’amministrazione comunale di centrodestra di Udine, ha insabbiato il Premio letterario internazionale Tiziano Terzani, definendolo sdegnosamente una “Roba da comunisti”. Chi ha detto che la cultura non dovrebbe essere catalogata secondo schieramenti politici e non dovrebbe animare scontri in base a colori governativi? I finanziamenti destinati al festival Vicino/Lontano - programmazione culturale che detiene l’intento di osservare e valorizzare le molte realtà, cogliendo le trasformazioni di cui queste sono protagoniste, attraverso incontri e conferenze - sono stati ridotti significativamente da 30mila a 10mila euro. All’interno di questa iniziativa viene premiato l’intuito e il cuore con cui vengono affrontati, in un’opera inedita, chiavi di lettura utili a comprendere il mondo in cui stiamo vivendo. Quest’anno, dal 16 al 19 maggio, è in programma la quindicesima edizione, istituita nel 2004, poco dopo la morte del giornalista Fiorentino. Tuttavia, pare che la rassegna dedicata all’autore non sia vista di buon occhio dalla nuova giunta del comune friulano. L’assessore alla cultura Fabrizio Cigolot, della Lega, dichiara duramente che Terzani sia stato, in tutti questi anni, solo un “Santone ampiamente sopravvalutato”, e che il festival in sua memoria sia di sinistra, per le persone che vi partecipano e che vi vengono invitate: “Terzani è diventato un santo secolare, un oggetto di culto, complimenti a chi è riuscito a imporlo associandolo a un’idea di alta qualità come persona, della quale io fortemente dubito anche perché ci sono autorevoli esponenti che sull’analisi storica di Terzani avrebbero mosso più di qualche critica”.

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Sebbene la poca simpatia per il giornalista da parte dell’assessore sembrerebbe sia l’unica motivazione dell’ingente taglio, la decisione gira anche intorno al devastato sistema economico fondato sul profitto, in quanto il premio non sia in grado di far da traino per l’industria turistica e non porti alcun vantaggio finanziario nelle tasche dell’amministrazione: probabilmente, per l’assessore alla cultura, i numeri delle ristampe dei libri di Terzani e quelli del pubblico del festival, 30mila persone circa, non sono abbastanza. Le dichiarazioni stanno sollevando non poche polemiche, fra cui quelle della moglie di Tiziano Terzani, Angela Staude Terzani, garante dell’indipendenza del riconoscimento del Premio, la quale, delusa, replica sottolineando la sua contrarietà in merito alle decisioni prese: “È un peccato uccidere un’iniziativa del genere, personalmente sono offesa. Non è con un linguaggio così rozzo che si parla di Tiziano. Ma soprattutto non è vero, non si è mai fatta politica in quella sede” -continua Angela Terzani, cittadina onoraria di Udine- “Vogliono boicottare la manifestazione – aggiunge -. Probabilmente la nuova giunta non vede un’utilità pratica e una ricaduta monetaria e turistica sul festival, ma in tutti questi anni è stato fatto un grande lavoro culturale e letterario, e questi tagli sono un segno di disprezzo per ciò che è stato fatto. Quello che afferma l’assessore su Tiziano non è serio, è demagogia, accettiamo le critiche, ma non in questo modo cialtrone e superficiale”. In questi giorni sono tanti i cittadini udinesi e i librai che stanno sostenendo Terzani, amareggiati per le asserzioni negative con cui il giornalista sta venendo mediaticamente bollato. Gli organizzatori del festival proveranno a tenere gli standard degli altri anni servendosi anche, dei 190mila euro, pochi spiccioli in effetti, destinati all’iniziativa dai fondi della Regione. Il 5 dicembre del 2004, in occasione del primo incontro della Giuria del Premio letterario, lo scrittore e reporter polacco Ryszard Kapuściński espresse il senso del premio dedicato al ricordo di Tiziano Terzani: “Il ricordo di Tiziano Terzani mi è molto caro. Il nostro mondo, che dicono globalizzato, è invece fatto di molte province, di tante culture diverse. Tiziano Terzani con il suo lavoro di giornalista ha saputo davvero creare quel ponte tra le diversità e le differenze che poi dà modo anche agli altri di capire il mondo, un mondo che cambia velocemente e drammaticamente. Tiziano Terzani lo ha potuto fare perché sapeva guardare, i suoi occhi sapevano guardare nel modo giusto. E per questo Tiziano Terzani è stato un vero, importante testimone del nostro tempo. In tanti scrivono. Oggi siamo sommersi da un diluvio di parole, ma poco di quello che viene scritto rimarrà”. Insomma, a mio giudizio, l’opinione di Fabrizio Cigalot è un po’ azzardata, considerato che Terzani, nella sua vita da reporter, è sempre stato molto critico riguardo alle dittature comuniste (ndr, leggi “La Porta Proibita” e “Buonanotte signor Lenin), e il suo pensiero è quello di un giornalista che fece dell’obiettività un dogma da cui non prescindere.

(Foto dalla pagina pubblica Facebook di Tiziano Terzani: si ringrazia)

Nicòl De Giosa

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