Prefetti: controlli Gdf in aziende su rispetto misure(Altre News)

Inchiesta Rsa, Gdf in Regione Lombardia per acquisizione documenti - Blitz Nas, irregolarità in 104 strutture per anziani -Dap: "Oltre 6mila detenuti in meno da inizio emergenza, 94 i contagiati"

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Viminale a prefetti: controlli Gdf in aziende su rispetto misure

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I prefetti potranno utilizzare anche la Guardia di Finanza per i controlli sulle aziende e l’Ispettorato nazionale del lavoro, oltre alle Asl, per verificare che siano state prese le precauzioni necessarie per i lavoratori. E’ quanto prevede la circolare del Viminale, firmata dal Capo di Gabinetto Matteo Piantedosi, che fornisce ai prefetti indicazioni in merito all’applicazione del decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 10 aprile 2020 che ha disposto l’applicazione su tutto il territorio nazionale, a far data dal 14 aprile e fino al 3 maggio 2020, di misure urgenti di contenimento del contagio, sia di carattere generale sia finalizzate allo svolgimento in sicurezza delle attività produttive industriali e commerciali.

Il dpcm, nel confermare l’attuale regime di sospensione delle attività commerciali al dettaglio, ad esclusione delle attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità, inserisce, nel novero delle attività consentite, il commercio di carta, cartone e articoli di cartoleria, il commercio al dettaglio di libri, nonché il commercio al dettaglio di vestiti per bambini e neonati.

Il provvedimento ribadisce l’obbligo di assicurare, oltre alla distanza interpersonale di un metro, che gli ingressi avvengano in modo dilazionato e che venga impedito di sostare all’interno dei locali più del tempo necessario all’acquisto di beni. Il dpcm conferma, inoltre, la sospensione di tutte le attività produttive industriali e commerciali, ad eccezione di quelle indicate, e amplia, il novero delle attività già consentite, ricomprendendovi espressamente anche quelle funzionali alla continuità delle filiere delle attività individuate al comma 7 dell’articolo 2.

Sono 2.296 i provvedimenti di sospensione adottati dalle prefetture italiane, secondo i dati complessivi aggiornati all’8 aprile scorso contenuti nella circolare del Viminale, firmata dal capo di Gabinetto Matteo Piantedosi, che fornisce indicazioni in merito all’applicazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 10 aprile 2020. Secondo la stessa circolare sono 105.727 le comunicazioni di prosecuzione delle attività ricevute dalle prefetture e 38.534 le comunicazioni per cui è in corso l’istruttoria.

Inoltre, lo stesso articolo sottopone alcune delle attività indicate al sistema della preventiva comunicazione al Prefetto della provincia dove è ubicata l’attività produttiva, innovando la precedente disciplina che prevedeva invece il meccanismo dell’autorizzazione. Ulteriore elemento di novità, è rappresentato dalla previsione che, in sede di valutazione delle condizioni richieste dalla norma per la prosecuzione delle attività per le quali opera l’obbligo della comunicazione, il Prefetto adotti l’eventuale il provvedimento di sospensione, sentito il Presidente della Regione.

Un ulteriore, nuovo specifico obbligo di preventiva comunicazione al Prefetto è introdotto, anche con riferimento alle attività sospese, per i casi in cui si richieda l’accesso ai locali aziendali di personale dipendente o terzi delegati per lo svolgimento di attività di vigilanza, attività conservativa e di manutenzione, gestione dei pagamenti nonché attività di pulizia e sanificazione, come anche per la spedizione verso terzi di merci giacenti in magazzino e la ricezione in magazzino di beni e forniture.

La circolare richiama la possibilità di demandare al personale del Corpo della Guardia di Finanza, in linea con le funzioni proprie di polizia economico-finanziaria, lo svolgimento di specifici controlli e riscontri - a mezzo di disamine documentali, tramite le banche dati in uso e, dove necessario, rilevamenti presso le sedi aziendali - circa la veridicità del contenuto delle comunicazioni prodotte dalle aziende, avuto riguardo all’inclusione nelle categorie autorizzate ovvero all’esistenza della relazione economico-commerciale tra le attività d’impresa appartenenti alle varie filiere consentite.

La circolare ribadisce, poi, che i prefetti potranno avvalersi, oltre che dell’attività dei competenti servizi delle Aziende Sanitarie Locali, del supporto delle articolazioni territoriali dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, ai fini del controllo sulle modalità di attuazione, da parte dei datori di lavoro, delle procedure organizzative e gestionali oggetto del Protocollo Governo-parti sociali del 14 marzo 2020, e, più in generale, sull’osservanza delle precauzioni dettate per la messa in sicurezza dei luoghi di lavoro e la sussistenza di adeguati livelli di protezione dei lavoratori.

Inchiesta Rsa, Gdf in Regione Lombardia per acquisizione documenti

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La guardia di Finanza è negli uffici della Regione Lombardia per acquisire documenti e atti in funzione dell’inchiesta sulle Rsa ed emergenza coronavirus. "Siamo impegnati a combattere il virus e a proteggere i lombardi, massima collaborazione verso chi svolge le indagini” , ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana.

Blitz Nas, irregolarità in 104 strutture per anziani

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Centoquattro strutture per anziani non conformi alla normativa su 601 controllate (pari al 17%), 61 persone denunciate e altre 157 sanzionate per un ammontare complessivo di oltre 72mila euro. E’ il bilancio dei controlli dei Nas che, a partire da febbraio, dopo la dichiarazione dello stato di emergenza ed il susseguirsi delle varie misure di contenimento legate all’emergenza Covid, hanno effettuato un’attenta e mirata azione di vigilanza presso le strutture ricettive sanitarie e socio assistenziali destinate ad ospitare persone anziane e con disabilità. Gli interventi sono stati eseguiti a Roma, Torino, Udine, Cosenza, Reggio Calabria, Napoli, Perugia, Taranto, Campobasso.

Il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, attraverso i dipendenti Nas nel territorio nazionale, svolge costantemente un’attenta e mirata azione di vigilanza presso le strutture ricettive sanitarie e socio assistenziali destinate ad ospitare anziani e disabili.

Dall’inizio dell’emergenza covid-19 sono state rilevate anche specifiche violazioni attinenti il rispetto della normativa di sicurezza dei luoghi di lavoro, sia come mancanza di dispositivi di protezione individuale che di formazione del personale al fine di prevenire la propria incolumità e, di conseguenza, quella degli ospiti.

"A causa delle gravi carenze strutturali ed organizzative sono stati eseguiti provvedimenti di sospensione e di chiusura nei confronti di 15 attività ricettive, giudicate incompatibili con la permanenza degli alloggiati, determinando il trasferimento degli stessi in altri centri, nel rispetto delle procedure nazionali e regionali previste per la prevenzione di possibili contagi", fa sapere il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute.

A marzo scorso, ad esempio, il Nas di Reggio Calabria, ha individuato e sanzionato una persona, in una struttura per anziani, per l’inosservanza delle misure di contenimento epidemico, perché senza valido motivo, si era recato nella struttura gestita dalla compagna, all’interno della quale era stato registrato un caso di contagio da Covid-19. Tutti gli ospiti ed gli operatori della struttura sono stati posti in quarantena.

Nello stesso mese, il Nas di Cosenza, dopo la segnalazione di diversi casi positivi al coronavirus, ha effettuato un’ispezione igienico-sanitaria in una casa protetta per anziani e disabili nella provincia (21 casi tra ospiti e operatori sanitari), già oggetto di un’ordinanza sindacale di isolamento totale e quarantena obbligatoria di tutti i presenti. Al momento dell’accesso risultavano ospitati ancora 15 anziani parzialmente autosufficienti, dei quali 11 positivi, mentre quattro anziani erano stati trasferiti in ospedali dell’area.

Dall’ispezione sono emerse buone condizioni igienico-sanitarie e adeguata fornitura di D.P.I. ai lavoratori, ma anche "una serie difficoltà organizzative dovuta al limitato numero di addetti all’assistenza e determinata dalla rigorosa applicazione dell’ordinanza che impediva il regolare turn-over dei 4 operatori rimasti all’interno".

La criticità è stata segnalata all’Asp di Cosenza per l’immediata adozione dei provvedimenti di competenza e l’individuazione di adeguati percorsi di contenimento e mitigazione.

Questo mese invece il Nas di Udine ha eseguito, in collaborazione col Dipartimento di Prevenzione della locale Asl, un’ordinanza di sospensione dell’autorizzazione di una struttura per anziani e l’immediata evacuazione dei 21 ospiti alloggiati, tutti positivi al Covid-19, poiché dalle verifiche effettuate sono emerse gravi carenze organizzative nella gestione della struttura. Gli anziani sono stati tutti ricoverati in strutture sanitarie idonee per la cura dell’epidemia.

Coronavirus carcere, Dap: "Oltre 6mila detenuti in meno da inizio emergenza, 94 i contagiati"

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Sono oltre 6.000 i detenuti in meno negli istituti penitenziari italiani dall’inizio dell’emergenza sanitaria. Lo comunica il ministero della Giustizia Dipartimento per l’mministrazione penitenziaria. Oggi infatti si contano 55.036 presenze a fronte delle 61.230 del 29 febbraio scorso, appena dopo le prime indicazioni fornite dal Dap agli istituti per la prevenzione del contagio da Covid-19. Un numero comunque al di sopra della capienza regolamentare delle carceri che sarebbe di 51.416 posti.

Sempre secondo i dati del Dap sono complessivamente 94 i detenuti ad oggi positivi al virus, quasi tutti asintomatici, mentre 11 sono ricoverati in strutture sanitarie. Tra le fila del personale risultano contagiati 204 agenti di Polizia Penitenziaria e 5 appartenenti al comparto funzioni centrali: 170 stanno affrontando la quarantena presso il domicilio e 22 in caserma; 17 sono ricoverati presso strutture ospedaliere.

Mentre 19 sono fino a oggi i detenuti guariti dall’infezione da Covid-19: di questi, riferisce ancora il Dap, 14 hanno affrontato la quarantena all’interno delle camere di isolamento sanitario appositamente predisposte per ospitare i soggetti contagiati; i restanti 5 nelle strutture ospedaliere dove erano ricoverati. Restano due i decessi registrati fra i detenuti, di cui uno mentre si trovava in detenzione domiciliare in ospedale. Sei i guariti fra il personale di Polizia Penitenziaria, che conta due decessi attribuibili al contagio da Covid-19.

Redazione

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