Pil,Istat:calo peggiora a -12,8% (Altre News)
Nasce Fibercop, primo passo verso società rete unica - Lavorare 4 giorni a settimana? Opel apre a proposta sindacati

Pil, Istat rivede dato secondo trimestre: calo peggiora a -12,8%
E’ peggiore delle stime iniziali il calo del Pil italiano nel secondo trimestre: l’Istat infatti ha aggiornato la stima preliminare (che fissava la perdita di prodotto interno lordo a -12,4%) e il nuovo dato vede una diminuzione del 12,8% rispetto al trimestre precedente e del 17,7% nei confronti dello stesso periodo del 2019 (contro il -17,3% stimato a fine luglio). La variazione acquisita per il 2020 è pari a -14,7%.
Rispetto al trimestre precedente, l’Istat conferma come tutti i principali aggregati della domanda interna sono in diminuzione, con cali dell’8,7% per i consumi finali nazionali e del 14,9% per gli investimenti fissi lordi. Le importazioni e le esportazioni sono diminuite, rispettivamente, del 20,5% e del 26,4%.
La domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito per -9,5 punti percentuali alla contrazione del Pil, con -6,7 punti dei consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private, -2,6 punti degli investimenti fissi lordi e -0,2 punti della spesa delle Amministrazioni Pubbliche. Anche la variazione delle scorte e la domanda estera netta hanno contribuito negativamente alla variazione del Pil, rispettivamente per -0,9 e -2,4 punti percentuali. L’istituto di statistica registra andamenti congiunturali negativi per il valore aggiunto in tutti i principali comparti produttivi, con agricoltura, industria e servizi diminuiti, rispettivamente, del 3,7%, del 20,2% e dell’11%.
Con il 12,8% congiunturale certificato oggi dall’Istat per il secondo trimestre del 2020 (un dato evidentemente influenzato dalle ricadute del blocco deciso per la pandemia di Covid), si conferma la lunga striscia di ’mancata crescita’ per la nostra economia. L’ultimo segno più - un anemico +0,1% - risale infatti al secondo trimestre del 2019, ed è stato seguito da una crescita congiunturale zero nel trimestre successivo, e quindi da una serie di andamenti negativi, con -0,2% nell’ultimo trimestre del 2019, e quindi -5,5% nei primi tre mesi del 2020 e poi dal -12,8% comunicato oggi.
INFLAZIONE - Secondo le stime preliminari, rileva l’Istat, ad agosto l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,3% su base mensile e una diminuzione dello 0,5% su base annua (da -0,4% del mese precedente).
In un quadro che vede l’inflazione negativa ancora determinata per lo più dagli andamenti dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (stabili a -13,6%) e di quelli non regolamentati (da -9,0% a -8,6%), l’ampliarsi della flessione dell’indice generale si deve prevalentemente al calo più netto dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da -0,9% a -2,3%). Si confermano invece in crescita i prezzi sia dei Beni alimentari lavorati (in lieve accelerazione da +0,6% a +0,8%) sia di quelli non lavorati (che rallentano da +2,5% a +2,0%). L’’inflazione di fondo’, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici decelerano entrambe, rispettivamente da +0,4% a +0,3% e da +0,6% a +0,4%.
L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente alla crescita dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+3,0%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,5%), a causa di fattori stagionali, solo in parte compensato dal calo dei Beni alimentari non lavorati (-0,6%). L’inflazione acquisita per il 2020 è pari a zero per l’indice generale e a +0,8% per la componente di fondo.
CARRELLO SPESA - Ad agosto i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano lievemente (da +1,2% a +1,1%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto sono stabili a -0,1%, rileva l’Istat.
Nasce Fibercop, primo passo verso società rete unica
Via libera del Cda di Tim all’accordo con Kkr Infrastructure e Fastweb che prevede la costituzione di FiberCop, la NewCo in cui verranno conferite la rete secondaria di Tim (dall’armadio di strada alle abitazioni dei clienti) e la rete in fibra sviluppata da FlashFiber, la joint-venture partecipata da Tim (80%) e Fastweb (20%). Ma non solo. Con l’approvazione da parte del board di Tim della lettera d’intenti con Cdp Equity in vista del progetto di costituzione di una società della rete unica nazionale con la successiva fusione con Open Fiber si compie "una grande, enorme, novità" di portata storica. In FiberCop, KKr Infrastructure avrà il 37,5% del capitale sociale (Tim ha accettato l’offerta vincolante di 1,8 mld) mentre mentre Fastweb avrà il 4,5% di FiberCop a seguito del conferimento del 20% attualmente detenuto in FlashFiber. La quota di Tim sarà del 58%. Si prevede che FiberCop avrà un ebitda di circa 0,9 miliardi di euro ed ebitda - Capex positivi a partire dal 2025 e non richiederà iniezioni di capitale da parte degli azionisti. L’apporto di risorse finanziarie che deriva dall’ingresso di Kkr Infrastructure in FiberCop darà un ulteriore importante contributo al rafforzamento della struttura patrimoniale del Gruppo Tim. Il closing dell’operazione è previsto entro il primo trimestre del 2021, una volta ottenute le autorizzazioni delle Autorità competenti. Con la lettera di intenti firmata da Tim con Cdp Equity (Cdpe) si punta invece alla realizzazione del più ampio progetto di rete unica nazionale (AccessCo) attraverso la futura fusione tra FiberCop e Open Fiber. Secondo quanto previsto dall’intesa, Tim deterrà almeno il 50,1% di AccessCo e attraverso un meccanismo di governance condivisa con Cdpe sarà garantita l’indipendenza e la terzietà della società (sono previsti meccanismi di maggioranze qualificate e regole di controllo preventivo).
Per definire i valori degli asset destinati a confluire in AccessCo, e le relative quote di partecipazione nella società, le parti incaricheranno valutatori terzi per avviare i relativi processi di due-diligence relativi a FiberCop e Open Fiber. Prima della fusione, è previsto che Tim conferisca in FiberCop un ulteriore ramo d’azienda che consiste nella rete primaria funzionale alle attività operative di FiberCop. Il processo di due-diligence è atteso entro la fine dell’anno nell’ottica di raggiungere un eventuale accordo di fusione non oltre il primo trimestre del 2021.Il closing dell’operazione è condizionato alle autorizzazioni delle Autorità competenti.
"La firma del memorandum - ha commentato l’ad di Cdp, Fabrizio Palermo - rappresenta il primo importante passo verso la realizzazione di un’infrastruttura digitale unica in banda ultralarga, che potrà garantire parità di accesso a tutti gli operatori, velocità, affidabilità e distribuzione capillare". Proprio perché Cdp "è un investitore di lungo termine che supporta da sempre la crescita del Paese con particolare attenzione alle persone e al territorio", l’impegno di Cassa Depostiti e Prestiti in questo dossier, ha sottolineato Palermo, "è stato massimo e conferma il sostegno già avviato da anni per lo sviluppo della fibra ottica in Italia".
Con il supporto degli azionisti, ha aggiunto ancora Palermo, "abbiamo tracciato il percorso che, dopo l’approvazione da parte delle autorità di regolazione e di vigilanza, potrà consentirci di creare una rete Tlc di ultima generazione, necessaria per la competitività del Paese e cruciale per il rilancio dell’economia. In questo contesto, Open Fiber continua ad avere per Cdp un ruolo fondamentale che si consoliderà sempre più nel percorso verso la creazione della rete unica".
Con la lettera d’intenti firmata da Cassa Depositi e Prestiti e Tim, ha sottolineato il presidente di Cdp, Giovanni Gorno Tempini, "si avvia un percorso che potrà condurre alla nascita di una rete unica tecnologicamente all’avanguardia, necessaria per superare il digital divide su tutto il territorio nazionale in un’ottica di sistema e a contribuire allo sviluppo del Paese, con l’obiettivo di restituirgli competitività a livello globale". Soddisfazione anche dell’ad di Fastweb, Alberto Calcagno che ha sottolineato come "l’accordo sancito dai cda di Tim e Cdp "è il calcio di inizio per una nuova fase nel settore delle telecomunicazioni. L’adesione di Cdp - che adesso è più vicina - toglie qualsiasi dubbio sul ruolo di pivot che FiberCop svolgerà nel chiudere definitivamente il gap delle reti a banda ultralarga nel paese".
Lavorare 4 giorni a settimana? Opel apre a proposta sindacati
Il Ceo della casa automobilistica tedesca Opel, Michael Lohscheller, apre alla proposta del sindacato Ig Metall di garantire posti di lavoro nell’industria automobilistica con quattro giorni di lavoro a settimana. "In linea di principio, siamo aperti a tutte le idee. La settimana di quattro giorni può aiutare ad assicurarsi un lavoro", ha spiegato Loascheller ai giornali del gruppo mediatico Funke
Tuttavia, ha aggiunto, per il momento Opel si sta avvalendo dell’orario di lavoro ridotto, in cui lo Stato si assume parte dello stipendio del lavoratore. Ha inoltre rilevato che nel settore è in corso un’ampia trasformazione strutturale. "Quindi prima dobbiamo discutere in dettaglio quali sono gli strumenti più appropriati’’.
Secondo Lohscheller, dall’integrazione di Opel nel gruppo francese Psa, l’azienda non solo ha chiaramente ridotto il numero di dipendenti, ma ha anche limitato il numero dei dirigenti. "La scala viene spazzata dall’alto. Abbiamo eliminato interi livelli gerarchici", ha spiegato. "Invece di più di 20 manager, ora solo nove riferiscono direttamente a me". Ha aggiunto che in Europa sono stati cambiati anche tutti i manager regionali. Lohscheller ha sottolineato che è l’azienda ben preparata per l’imminente fusione di Psa con Fiat Chrysler, che porterà al quarto più grande produttore di auto al mondo sotto il nome di Stellantis.
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