Petizione contro la fondazione voluta da Mauro Zini, padre di un assassino morto suicida
L’associazione “Senza veli sulla lingua” chiama a raccolta le associazioni contro la violenza di genere
La notizia di una fondazione voluta da Maurizio Zini, intitolata al figlio Federico, l’assassino di Elisa Amato poi morto suicida, per raccogliere fondi contro la violenza di genere e i bambini in difficoltà, ha sollevato non poche polemiche non solo a Prato, nel luogo dove è avvenuto l’omicidio, ma in tutta Italia.
Immediata la risposta da parte di Viola Erbucci, l’amica del cuore di Elisa, che ha promosso una raccolta firme per evitare quello che lei stessa ha definito un “ulteriore scempio” nei confronti della vittima, della sua famiglia, degli amici e di quanti hanno conosciuto il suo sorriso e la sua voglia di vivere. In nome di Elisa due consiglieri del partito democratico hanno firmato e sottoscritto la petizione online in cui si invitava a bloccare l’iniziativa, chiedendo espressamente alla giunta regionale di condannarla. Pochi giorni fa, il Consiglio comunale di Prato, sull’ordine del giorno presentato dal consigliere comunale del partito di maggioranza Marco Sapia, ha approvato all’unanimità il proprio «no» alla costituzione di una fondazione contro la violenza di genere intitolata allo stesso Zini.
Una notizia che ha spinto l’opinionista da sempre al fianco delle donne, Selvaggia Lucarelli, a elogiare il coraggio della famiglia Amato e della città di Prato. La raccolta firme a sostegno della causa contro l’opportunità del nome di una fondazione che porti il nome di Federico Zini è appoggiata anche dalle associazioni antiviolenza donne del “Il Centro La Nara” di Prato e dalla “Senza Veli sulla Lingua” della Presidente Ebla Ahmed, di Milano.
Anche la famiglia di Liliana Mimou, la ragazza uccisa dal suo stesso fidanzato a Limbiate nel 2016, che l’associazione ha sempre appoggiato moralmente, apporrà la propria firma assieme ai propri legali. Inoltre, l’associazione SVSL di Milano ha coinvolto nella raccolta firme tante altre associazioni che in Lombardia lavorano contro la violenza di genere. Si sono così aggiunte alla SVSL, a protesta di questa inaccettabile iniziativa, anche l’associazione “Ebano” di Michelangela Barba, di Milano, e l’associazione di Leda Meco, “Sconfindando”, di Bergamo, che lavorano ogni giorno contro la violenza sulle donne. I loro iscritti hanno detto “no” a questo scempio che umilia non solo il ricordo della vittima stessa ma anche tutte quelle donne che in questi anni hanno perso la vita per colpa di una mano che accarezzava il loro viso e che prometteva amore eterno.
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