Pensioni, Misiani: "Quota 100 non si tocca fino al 2021" (Altre News)

Autostrade, piano da 3,4 miliardi che non piace ai 5S - Covid, Coldiretti: "Estate senza stranieri costa 12 miliardi al turismo" - Confesercenti: "Nel 2020 pressione fiscale tornerà a salire"

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Pensioni, Misiani: "Quota 100 non si tocca fino al 2021"

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"Quota 100 scade nel 2021 e non verrà prorogata". Lo dice Antonio Misiani, viceministro all’Economia in un’intervista a ’la Repubblica’, in risposta alla richiesta del premier olandese Mark Rutte di abolire l’anticipo pensionistico. E aggiunge: "Non è questo il momento di polemiche inutili o discussioni ideologiche su Quota 100, quanto di scrivere il Recovery Plan italiano. I governi dei Paesi frugali devono liberarsi dal condizionamento dei populisti come Wilders che è amico di Salvini, ma nemico dell’Italia. E in Italia dobbiamo andare oltre l’idea sbagliata che le riforme siano imposizioni esterne da rifiutare anziché necessità assoluta per la ripresa".

"Siamo pronti a riavviare il confronto con le parti sociali e le opposizioni" spiega Misiani, nell’ottica di arrivare antro dicembre 2021 a un superamento di Quota 100. "Le scelte strategiche sul futuro del Paese - aggiunge - vanno condivise. Discutiamo tanto di numeri e risorse in arrivo - oltre 260 miliardi tra Sure, Recovery Fund e altri programmi europei - e pochissimo di come vogliamo spenderli. Io credo ad esempio che per gestire i nuovi fondi Ue dovremmo istituire un’Agenzia ad hoc. Temi da affrontare subito per non cadere in discussioni politiciste e non perdere un’occasione storica offerta dall’Europa all’Italia".

Quanto alle riforme su cui punterà il governo nel Recovery Plan italiano, Misiani indica "la modernizzazione della macchina pubblica e del fisco. Una nuova politica industriale che ruoti attorno a un’alleanza tra Stato e privati. Il rafforzamento del welfare, della sanità e degli ammortizzatori".

Autostrade, piano da 3,4 miliardi che non piace ai 5S

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Un risarcimento di 3,4 miliardi per evitare il procedimento di revoca e chiudere un braccio di ferro iniziato con la tragedia del crollo del ponte Morandi. Questo, a quanto apprende l’Adnkronos da fonti di primo livello, il piano di Autostrade inviato ieri al governo, che prevederebbe anche 13,2 miliardi di investimenti e 7 di manutenzioni, nonché un taglio dei pedaggi.

Messa inoltre nero su bianco la disponibilità dell’azienda di aprire il capitale a nuovi investitori, una strada che passa dall’aumento di capitale. Elemento di assoluta novità, è che nell’offerta targata Aspi, viene assicurato all’Adnkronos, non figurerebbe la richiesta di modifica del decreto Milleproroghe. Si tratta, in altre parole, dell’articolo che riduceva l’indennizzo, in caso di revoca, a 7 miliardi, cifra di gran lunga più bassa dei 23 miliardi previsti dalla convenzione siglata nel 2008. Nessuna richiesta di modifica, dunque, nella speranza di chiudere la partita con un accordo.

Ma il piano non basta a convincere i grillini. "Per noi resta no", spiegano fonti di primo piano del M5S all’Adnkronos ’bocciando’ la proposta. Per i 5S la via maestra resta dunque quella della revoca o in alternativa l’uscita di scena dei Benetton da Aspi, senza ruoli di minoranza. Ma a questo punto la parola decisiva spetterà al Cdm, dove le posizioni delle forze di maggioranza restano distanti.

Covid, Coldiretti: "Estate senza stranieri costa 12 miliardi al turismo"

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"Una estate senza stranieri in vacanza in Italia costa 12 miliardi di euro al sistema turistico nazionale per lemancate spese nell’alloggio, nell’alimentazione, nei trasporti, divertimenti, shopping e souvenir". É quanto emerge da una analisi della Coldiretti sugli effetti del blocco sostanziale degli arrivi dai paesi extracomunitari per i divieti e il permanere dell’isolamento fiduciario e della sorveglianza sanitaria mentre resta ancora pesante la diffidenza de cittadini provenienti dall’Unione europea. "Lo scorso anno - ricorda l’associazione - in Italia ci sono stati oltre 16 milioni di cittadini stranieri per motivi di vacanza durante i mesi di luglio, agosto e settembre, che quest’anno rischiano di essere praticamente azzerati dalle preoccupazioni e dai vincoli resi necessari per affrontate l’emergenza coronavirus".

"Si tratta di un vuoto pesante che non viene purtroppo compensato dalla svolta patriottica degli italiani, che per il 93% ha scelto di trascorrere le vacanze in Italia, la percentuale più elevata da almeno 10 anni, secondo un’analisi Coldiretti/Ixè, dalla quale si evidenzia che sono 34 milioni i cittadini del Belpaese che hanno deciso di andare in ferie per almeno qualche giorno nell’estate 2020, con un calo del 13% rispetto allo scorso anno. La novità di quest’estate sta anche nel fatto che – continua l’associazione – 1 italiano su 4 (25%) ha scelto una destinazione vicino casa, all’interno della propria regione di residenza, nonostante il via libera agli spostamenti su tutto il territorio nazionale e all’estero. Se la spiaggia – spiega Coldiretti – resta la meta preferita, cresce il turismo di prossimità con la riscoperta dei piccoli borghi e dei centri minori nelle campagne italiane, in alternativa alle destinazioni turistiche più battute, mentre crollano le presenze nelle città".

"La stragrande maggioranza degli italiani in viaggio – riferisce la Coldiretti – ha scelto di alloggiare in case di proprietà, di parenti e amici o in affitto con gli alberghi in difficoltà mentre segnali incoraggianti arrivano per i 24mila agriturismi che spesso situati in zone isolate della campagna in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto, sono forse i luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche".

"L’estate senza turisti stranieri impatta sull’intero indotto turistico a partire dall’alimentazione, dai gelati alle pizze, dai ristoranti ai bar, che in Italia secondo la Coldiretti pesa circa 1/3 dell’intero budget delle vacanze dei turisti per i pasti ma anche per l’acquisto di souvenir. Ai danni diretti – precisa la Coldiretti - si aggiungono quelli indiretti perché viene a mancare l’effetto promozionale sui prodotti Made in Italy all’estero con i turisti stranieri che continuano a ricercarli una volta tornati nei paesi di origine determinando una spinta all’export nazionale. L’Italia infatti è leader mondiale incontrastato nel turismo enogastronomico – conclude l’associazione – grazie al primato dell’agricoltura più green d’Europa con 303 specialità ad indicazione geografica riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, 5155 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola, la leadership nel biologico con oltre 60mila aziende agricole biologiche e la più grande rete mondiale di mercati di agricoltori e fattorie con Campagna Amica".

Confesercenti: "Nel 2020 pressione fiscale tornerà a salire"

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Il Pil cala e la pressione fiscale torna a salire. Nel 2020 il peso delle entrate sul prodotto interno lordo italiano aumenterà di 0,5 punti rispetto al 2019, contribuendo in tal modo ad accentuare la contrazione della spesa e degli investimenti. Ancora maggiore è l’aumento ipotizzabile per la pressione contributiva, che potrebbe arrivare a registrare un incremento di 0,8 punti nell’anno. A stimarlo è Confesercenti.

"L’emergenza Covid - ricorda l’associazione - sta riproponendo con forza la questione dell’eccessiva pressione fiscale che grava su imprese e famiglie italiane. Una pronta uscita dalla più profonda recessione mai sperimentata dalla Repubblica italiana non può dunque prescindere da un intervento di profonda riforma del sistema fiscale. Agendo, contemporaneamente, dal lato delle famiglie e da quello delle imprese".

All’inizio di questo mese, ricorda Confesercenti, è scattato il provvedimento di riduzione del cuneo fiscale gravante sui lavoratori dipendenti. A regime, si tratta di 5 miliardi che torneranno nelle buste paga dei lavoratori dipendenti (3,2 miliardi nel 2020). Questa misura, predisposta a partire dalla legge di bilancio 2019, risulta però ormai insufficiente, considerando gli oltre 65 miliardi di consumi che andranno persi a causa della pandemia.

Inoltre, prosegue l’associazione, l’intervento beneficia solo una parte della classe media, e in particolare dei 6,3 milioni di italiani con redditi tra 28mila e 55mila euro, che sono attualmente ipertassati dall’Irpef: pur essendo il 15,6% dei contribuenti, infatti, forniscono quasi un terzo (31,8%) del gettito totale dell’imposta (50 miliardi di euro), subendo un aumento dell’aliquota legale di ben 11 punti rispetto allo scaglione precedente. La riduzione del cuneo però interessa, e con intensità decrescente, solo i soggetti con redditi fino a 40mila euro, lasciando così fuori dal beneficio oltre 1,8 milioni di contribuenti sottoposti ad una pressione fiscale eccessiva.

"La riforma del fisco deve andare nella direzione di un sistema impositivo più chiaro e meno punitivo. Senza un alleggerimento di questa zavorra, la ripartenza della spesa delle famiglie e delle imprese rischia di essere molto difficile. E’ assolutamente necessario riconoscere perlomeno una riduzione di imposta anche per i redditi compresi fra 40 e 55mila euro, correggendo una volta per tutte l’eccesso di tassazione sulla classe media. Senza dimenticare le imprese: lo scorso anno, il settore privato ha registrato un forte aggravio del costo del lavoro rispetto alle retribuzioni versate ai propri lavoratori. Un differenziale che le condizioni recessive scatenate dalla crisi Covid potrebbero rendere insostenibile", conclude Confesercenti

Redazione

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