PRIMO GIORNO DI MARE. COSTUMANZE E DIFFERENZE TRA IL NORD E IL SUD.

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Tempo permettendo, tra poche ore, finalmente, ci aspetta il primo giorno di mare. Pronti, partenza, via! Unica sostanziale differenza tra il nord e il sud è quella organizzativa. Al nord, la cosa più importante per il capo famiglia, sarà quella di controllare il livello di acqua e olio della propria autovettura. In secondo luogo la scelta del posto di mare e infine, conditio sine qua non, l’acquisto di creme abbronzanti con alto potere di protezione. Al sud invece la faccenda è letteralmente diversa. Questo benedetto primo giorno di mare rappresenta un impegno gravoso e sarà ricordato dalle “signore” come il giorno più lungo della loro vita. I maschietti, dopo aver montato il portabagagli sulla propria utilitaria, sicuramente, penseranno di dedicarsi alle grandi spese del sabato pomeriggio in attesa della gita fuori porta. A costo di privarsi di qualche ora da trascorrere nella sala giochi, dedicheranno buona parte del loro tempo alla ricerca affannosa di casse di birra Peroni, di tante mozzarelle fiordilatte, tanta carne macinata, ricotta forte, mortadella, provolone piccante, olive in calce e...chi più ne ha più ne metta. Il tutto verrà adoperato esclusivamente per farcire i “panzerotti” (n.d.r. frittelle salate ripiene) da spilluccare, domani, domenica, dopo il tramonto. Ma allora, vi chiederete, a pranzo, sulla spiaggia, bisognerà contenersi, mantenendosi leggeri? Se non siete baresi veraci avrò grosse difficoltà nella spiegazione.

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Finalmente è l’alba della domenica. Gli androni dei palazzi saranno invasi da un profumino alla pari di quello di una cucina di un ristorante. Al massimo per le nove del mattino si parte alla ricerca di un tranquillo angolo di mare distante pochi chilometri. Subito dopo il primo bagno non potrà mancare, uno spuntino pantagruelico ed ipercalorico. Per gradire o per “aprire lo stomaco”come si dice da noi si partirà con un antipasto a base di “crudo di mare”(n.d.r. Cozze, musci, taratuffi, canolicchi e seppioline alla julienne), olive in calce, prosciutto crudo tagliato a tocchetti. Il tutto innaffiato da un buon vinello primitivo. Per primo: pasta al forno, riso patate e cozze e l’immancabile parmigiana di melanzane. Per secondo: braciolette di cavallo, senza spiedino, legate esclusivamente con del filo di cotone. Per frutta una primizia. Una bella anguria, anche se di provenienza estera, lasciata a raffreddare nel mare. Dopo il tramonto, finalmente, il rientro a casa. Ma il nonno, ottantenne e dal fisico segaligno, continuerà a chiedersi:...che si mangia stasera...? “D’sciùn nò remmàn nisciùn”, rintuzza la signora; che tradotto alla lettera significa: tranquilli,...nessuno resterà a digiuno!

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La mamma, paziente, con tutti i familiari attorno, al rientro troverà la massa ben lievitata e nel giro di un’oretta al massimo, la cena sarà pronta. “Calzngìdde” o panzerotti ripieni di mozzarella e pomodoro, con o senza ricotta skuànd, (n.d.r. ricotta forte tipica della Puglia). Per cambiare, altri panzerotti ripieni di carne trita tirata al vino e formaggio pecorino e...con la massa rimasta, qualcuno vuoto ma fritto al punto giusto. E’...la prassi! Quest’ultima frittellina, gustosissima, è meglio conosciuta come “u cicce ndèrr”. Se dipendesse da noi il dottor Dukan, noto dietologo, potrebbe morire. Quelli del nord, ne sono certo, non potranno capire. Dopo una estenuante giornata di mare, una cenetta innaffiata da tanta birra, sul balcone di casa, non guasta mai. Povere donne del sud, pazienti ed instancabili. Cari maschietti del sud, almeno ringraziamole, regalando loro un sorriso, Dimostriamo loro, per una volta almeno, di non essere totalmente ingrati. E dopo tanto ben di Dio, vi saluto con un semplice “ orate frates”, laddove “orate” sta per pregare e non come saporito pesce dei nostri mari. A volte è meglio non esagerare. A tutto c’è un limite.

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