PLUTONE

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Fino al 2006, Plutone è stato considerato il nono pianeta del sistema Solare; dopodiché è stato declassato a pianeta nano dall’Unione Astronomica Internazionale.

Scoperto nel 1930 dall’astronomo americano Clyde Tombaugh, Plutone è il più grande tra i pianeti nani e gli oggetti transnettuniani ad oggi conosciuti. Tuttavia la sua massa è inferiore a quella dei più grandi satelliti naturali del sistema Solare, compresa la nostra Luna. Paragonato a quest’ultima, la sua massa è pari a un sesto mentre il volume a un terzo.

Plutone è stato identificato nella parte esterna della fascia di Kuiper, una regione del sistema Solare che si estende dall’orbita di Nettuno fino al Sole.

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Plutone

Plutone: pianeta o non pianeta?

Fin da subito ci si è resi conto che si trattava di un pianeta “anomalo”, in quanto sia la sua orbita che le sue dimensioni erano molto diverse se confrontate con gli altri pianeti del sistema Solare. Malgrado ciò, dal giorno stesso in cui fu scoperto, venne considerato il nono pianeta, finché non si comprese che era solo uno degli oggetti più grandi della fascia di Kuiper.

Come ho descritto nell’articolo precedente sul pianeta Nettuno, il rinvenimento di Plutone è stato piuttosto fortuito.

Dopo la scoperta di Nettuno, fu ipotizzato che certe irregolarità del moto del pianeta e del suo gemello Urano derivassero dalla presenza di un altro pianeta più esterno. Fu individuato così un nono pianeta, Plutone, ma questi era troppo lontano per poter incidere sul moto di Nettuno e Urano. Quando, nel 1992, furono individuati diversi oggetti di dimensioni simili nella fascia di Kuiper, lo “status” di pianeta di Plutone fu messo in discussione, tanto da declassarlo a pianeta nano l’anno seguente.

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Clyde Tombaugh, scopritore di Plutone

Appassionato di astronomia fin da ragazzo, Clyde Tombaugh si si costruì da solo un telescopio per fare schizzi dei pianeti. Nel 1928 inviò alcuni suoi disegni a V.M. Slipher, direttore del Lowell Observatory di Flagstaff, in Arizona, che ne fu talmente colpito da assumerlo, l’anno seguente, per metterlo a capo della ricerca del “pianeta X”. Il 18 febbraio 1930, sei mesi dopo il suo arrivo all’Osservatorio Lowell, Tombaugh individuò Plutone.

Ecco come il protagonista racconta la sua scoperta: «Improvvisamente mi balzò agli occhi un oggetto di quindicesima magnitudine. - Eccolo - mi dissi. Un’emozione incredibile mi travolse: questa sarebbe stata una scoperta storica. Mi diressi subito nell’ufficio del direttore. Cercando di controllarmi, entrai nell’ufficio ostentando indifferenza. – Dr. Slipher, ho trovato il suo Pianeta X!»

Oggi sappiamo che Plutone non era il pianeta X perché, nonostante la sua posizione sia stata rilevata quasi esattamente in quella prevista dai calcoli matematici, nessun corpo celeste influenzava, in realtà, il moto di Urano e Nettuno.

La scoperta resta, tuttavia, straordinaria. Fu comunicata ufficialmente all’Harvard College Observatory il 13 marzo 1030, giorno della scoperta di Urano da parte di William Herschel, nonché anniversario della nascita Percival Lowell, fondatore dell’Osservatorio.

Come si può immaginare, non è facile studiare il pianeta, per via della sua grande distanza dalla Terra. Le informazioni in nostro possesso le dobbiamo alla sonda New Horizons che, a nove anni dal suo lancio nello spazio, effettuò un sorvolo ravvicinato di Plutone, ad una distanza di “soli” 12.472 Km dalla superficie: era il 14 luglio 2015. Oltre alla strumentazione scientifica, la sonda trasportava un francobollo americano del 1991 recante la scritta "Pluto - Not yet explored" (“Plutone - Non ancora esplorato”) e parte delle ceneri di Clyde Tombaugh, l’astronomo che scoprì il pianeta ottantacinque anni prima.

Per via della grande distanza dalla Terra, i dati raccolti dalla sonda impiegarono mesi ad essere trasmessi interamente. L’inizio della trasmissione iniziò a settembre 2015 e si protrasse per un paio di mesi, mentre la ricezione completa dei dati durò circa un anno, fino ad ottobre 2016.

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Guardiamo più da vicino questo controverso pianeta.

Plutone, come molti altri oggetti presenti nella fascia di Kuiper, è composto al 98% di ghiaccio d’azoto e materiali rocciosi. Per il restante 2% di metano.

La sua superficie presenta una colorazione che varia dal nero, all’arancione scuro e al bianco, con variazioni significative nel corso degli anni dovute, probabilmente, ai suoi cicli stagionali.

Caratteristiche della sua crosta sono un’area molto scura a forma di balena, la Cthulhu Macula, chiamata anche Whale per la forma, e il cosiddetto "Cuore" del pianeta, che si presenta come una grande area luminosa.

Dopo la superficie, considerata dall’astronomo statunitense Michael E. Brown la più cangiante di tutto il sistema Solare, osserviamo più da vicino massa e dimensioni.

Il diametro di Plutone misura 2374 km, circa il 68% di quello della Luna, mentre la sua massa è il 22% di quella terrestre.

Le sue piccole dimensioni sono state spiegate da diverse teorie, tra cui quella che Plutone possa essere un “frammento” del disco protoplanetario creatosi durante la formazione del sistema Solare. In pratica, non è cresciuto abbastanza per diventare un pianeta vero e proprio.

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Plutone e il suo satellite Caronte (in basso a destra) a confronto con la Terra e la Luna

Plutone ha cinque satelliti naturali: Caronte (il più grande), Notte, Idra, Cerbero e Stige. Il primo è stato scoperto nel 1978 e l’ultimo nel 2012. Plutone e Caronte sono considerati un pianeta doppio (o sistema binario), in quanto entrambi orbitano l’uno intorno all’altro.

Il pianeta nano ha un periodo orbitale di circa 248 anni terrestri mentre la sua rotazione è di sei giorni e nove ore.

Vediamo adesso da dove deriva il nome del pianeta.

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Plutone-Ade

Plutone (Ade per i Greci) è la divinità romana degli Inferi, ovvero dell’oltretomba. Il nome fu dato al pianeta dalla figlia di un professore di Oxford, Venetia Burney, allora undicenne.

Le prime due lettere del pianeta - PL - sono anche le iniziali di Percival Lowell, il primo astronomo che ne ipotizzò l’esistenza e che compongono il suo simbolo astronomico.

Ma prima di passare all’analisi del glifo, vediamo più da vicino chi è questa divinità romana.

Sovrano del regno dell’oltretomba, Plutone è fratello di Zeus (Giove). Potremmo dire che è l’altra faccia - quella in ombra - di un’unica medaglia: Giove regge il mondo dei vivi e Plutone quello dei morti. Un regno, quest’ultimo, decisamente più vasto del primo.

Letteralmente Plutone significa «il ricco», in quanto custode di tutte le immense ricchezze nascoste nel seno della Terra.

È lui che accoglie le anime dei defunti insieme alla sua sposa Persefone, figlia della dea romana delle messi Cerere (Demetra per i Greci). Persefone viene rapita da Plutone presso le pendici dell’Etna e la madre, disperata, chiede aiuto a Zeus per recuperarla. Il padre degli dei acconsente ma con un compromesso, perché non può mettersi contro il fratello: per due terzi dell’anno – dalla primavera all’autunno – Persefone può restare sulla Terra con la madre, ma per il rimanente terzo dovrà tornare nell’oltretomba, come sposa di Plutone-Ade.

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simbolo astrologico di Plutone

Insieme a Marte, Plutone governa il segno dello Scorpione, nel quale ha domicilio.

Viene chiamato "il grande rinnovatore” o il trasmutatore, in quanto è colui che distrugge per rinnovare. È il guaritore della nostra ferita karmica, poiché ci mette di fronte a quel che mai avremmo pensato di dover affrontare.

Plutone-Ade “decide della vita e della morte delle creature umane in completa autonomia e segretezza. Nessuno può conoscere i suoi piani. Nessuno può discuterli e nessuna offerta votiva può piegare il suo cuore”. (cit. “Astrologia Karmica”, Francesca Spades). Ade, infatti, significa “l’invisibile”.

Il suo glifo è composto da tre simboli: la croce della materia, sormontata dal semicerchio dell’anima e, al di sopra, il cerchio dello spirito. L’anima, quindi, si interpone tra spirito e materia significando che la materia può essere dominata attraverso l’anima. Il calice dell’anima, andando oltre il livello di identificazione con il piano materiale, si ricongiunge allo spirito.

Plutone rappresenta la nostra ultima chance. Egli porta alla luce ciò che è sepolto per portarlo a consapevolezza e, quindi, dominarlo. Rappresenta il mondo invisibile, in tutte le sue sfumature.

Plutone governa qualsiasi attività volta a scavare sotto la superficie per portare alla luce la verità.

Simona HeArt

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