PICCOLO MA INFINITO

L’eremo …La chiesa di Santa Maria d’Appari

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Partiamo dalla cronaca. In un itinerario improvvisato mi ritrovo in un luogo divenuto ancor più conosciuto in questi ultimi anni per il devastante terremoto del 2009 nella provincia dell’Aquila: Paganica. Mi avevano segnalato un piccolo santuario che sembra incastrato con forza in una montagna, una gola molto suggestiva con un torrente vicino, roccia, bosco e la strada che va verso il Gran Sasso: la Chiesa di Santa Maria d’Appari. Un eremo che si perde nel tempo poi diventato una chiesetta risalente al tredicesimo secolo dopo una presunta apparizione della Madonna Addolorata ad’ una pastorella.

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Potrei proseguire raccontando della sua architettura, dei suoi affreschi ma, girando intorno mi imbatto in un piccolo bassorilievo, neanche una trentina di centimetri, in cui due immagini raccontano l’eterna lotta tra il bene ed il male.

Una mano benedicente ed una fiera, un leone forse.

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È una mano benedicente alla greca. Il gesto di benedizione alla greca viene espresso mostrando la mano destra con l’anulare unito al pollice quale allegoria dell’incontro tra la natura umana e la natura divina insita nel Cristo. Per meglio comprendere, si vede lo stesso gesto nel Cristo Pantocratore nel catino absidale nel Duomo di Cefalù.

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In un manuale del Monte Athos viene così descritto: “Quando raffigurate la mano che benedice, con unite le tre dita insieme, ma incrociate il pollice col quarto dito in modo che il secondo, chiamato indice, resti diritto, e il terzo resti un po’ piegato, e formino insieme il nome di Gesù. (IHCOYC) IC. Il secondo dito, restando aperto indica lo I (iota) e il terzo, forma con la curva un C (sigma). Il pollice si pone attraverso il quarto dito, il quinto è anch’esso un po’ curvo, e questo forma l’indicazione (XPICTOC), perché l’unione del pollice e del quarto dito forma una X (CHI) e il mignolo fa, col la sua curva, un C (sigma). Queste due lettere sono l’abbreviazione di Christos”.

Certo che la comunicazione per immagini ha spesso avuto maggior efficacia rispetto a quella verbale. Nelle immagini sacre e religiose spesso bastava poco per trasmettere quella Fede che in tempi di persecuzione doveva essere tenuta nascosta.

E qui, in una semplice sequenza di immagini: una mano ed un leone, è facile intuire che accanto alla mano benedicente del Pantocratore (l’Onnipotente) che manifesta nel segno l’unità trinitaria, vi sia la "bestia" in posizione di attacco, sono le forze del male che non prevarranno.

In trenta centimetri la storia del mondo, della continua lotta tra Bene e Male, dell’alternante prevalere: l’uno sull’ altro.

Tutto questo nella pace di una piccola valle abruzzese che tante volte ha visto la Fede prevalere su una natura matrigna quando le ha riservato distruzioni e dolori.

(Le foto sono state realizzate dall’autore)

Daniele D’Amico

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