PENSIONI, DA APRILE RIDUZIONI PER 5,6 MILIONI DI ITALIANI
I sindacati pronti ad una grande manifestazione

Scatta dal primo aprile il nuovo meccanismo di rivalutazione delle pensioni all’inflazione, che taglia gli aumenti per i trattamenti di importo superiore ai 1.522 euro lordi al mese. Fa eccezione chi prende tra i 1.539 e i 2.052 euro lordi, che avrà comunque un mini vantaggio. In una circolare, l’Inps chiarisce che sono 5,6 milioni i profili interessati. Per 2,6 milioni la riduzione media mensile del lordo è di 28 centesimi.
Il ricalcolo è una diretta conseguenza della manovra Finanziaria per impiegare le risorse per Quota 100. Nei prossimi mesi l’Inps chiederà il conguaglio di quanto indebitamente dato nei primi tre mesi dell’anno, perché la nuova perequazione andava applicata già dal 1 gennaio.
L’operazione di ricalcolo effettuata dall’Istituto - si legge in una nota dell’Inps – “ha riguardato i trattamenti di importo complessivo lordo superiore a tre volte il trattamento minimo. Per importo complessivo lordo s’intende la somma di tutte le pensioni di cui un soggetto è titolare, erogate sia dall’ Inps che dagli altri Enti presenti nel Casellario centrale, assoggettabili al regime della perequazione cumulata. Dal ricalcolo, l’importo lordo complessivo dei trattamenti pensionistici, dovuto da gennaio 2019, risulta inferiore a quello già calcolato sulla base dei criteri previgenti alla Riforma”.
I sindacati non ci stanno e preparano una manifestazione nazionale indetta per sabato 1° giugno in Piazza del Popolo a Roma. Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil annunciano l’avvio della mobilitazione dei pensionati per protestare "contro la totale mancanza di attenzione nei loro confronti da parte del governo", che si è "mostrato del tutto sordo" alle loro richieste. Le sigle sindacali sostengono che "l’unica misura messa in campo è stata quella del taglio della rivalutazione, che partirà dal primo aprile e a cui si aggiungerà un corposo conguaglio che i pensionati dovranno restituire nei prossimi mesi. La tanto sbandierata pensione di cittadinanza invece - proseguono Spi, Fnp e Uilp - finirà per riguardare un numero molto limitato di persone e non basterà ad affrontare il tema della povertà".
Le tre sigle dei pensionati se la prendono con il governo che si è mostrato del tutto sordo alle loro richieste: “L’unica misura messa in campo - denunciano - è stata quella del taglio della rivalutazione” delle pensioni. Per Spi, Fnp e Uilp anche la tanto sbandierata pensione di cittadinanza finirà per riguardare un numero molto limitato di persone e non basterà ad affrontare il tema della povertà. Così come “nulla è stato previsto sul fronte delle tasse e tanto meno sulla sanità, sull’assistenza e sulla non autosufficienza”. La mobilitazione, dicono, è quindi “necessaria e non più rinviabile”.
Per questo che i sindacati scelgono una mobilitazione a Roma che sarà preceduta da tre assemblee, al nord, al centro e al sud, il 9 maggio. Le città scelte sono Padova, Roma e Napoli. La nuova perequazione delle pensioni all’inflazione è prevista dall’ultima legge di Bilancio. Sono attesi risparmi nel triennio 2019-2021 pari a circa 2,2 miliardi di euro (al netto degli effetti fiscali, pari a 253 milioni nel 2019, 745 milioni nel 2020 e 1,2 miliardi nel 2021).
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