PASSEGGIATA ARTISTICA IN ITALIA ATTRAVERSO "IL LUNGO OTTOCENTO" (VII^Parte)

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L’Eclettismo

Nel dipinto di Francesco Hayez “Accusa segreta” è raffigurata una giovane donna vestita e velata di nero, abito magistralmente cangiante in verde quando viene illuminato dalla luce del sole. La dama tiene in mano un messaggio, ha il seno generosamente scoperto, è affranta e sembra stia volgendosi con foga sinistra, verso la scultura del leone che appena, appena si intravede, mentre lo sguardo è sfuggente, ha il volto rosso di stizza e allo stesso tempo grondante di lacrime: l’amante l’ha tradita e lei sta cercando la vendetta perché il foglio che ha in mano sta per deporlo, nella bocca del leone scolpito sulla sinistra. Le Bocche di Leone, o Boche de Leon in veneziano, in Palazzo Ducale o disseminate nei vari sestieri, servivano per le denunce segrete agli eventuali cospiratori, ecco svelato il motivo del titolo del dipinto.

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Francesco Hayez-Accusa segreta - 1847/48-Musei Civici di Pavia

Francesco Hayez (Venezia, 1791 - Milano, 1882) è il massimo esponente in Italia della pittura romantica, vissuto nell’epoca di passaggio tra la cultura neoclassica e quella romantica, ponendosi come il principale pittore italiano di quest’ultima corrente. Non solo, con alcune sue opere altamente simboliche e di elevato valore patriottico, come il famoso Bacio, è anche pittore simbolo dell’Unità d’Italia.

Questo dipinto di Hayez è anche una delle copertine di “Senso”, una novella di Camillo Boito scritta nel 1883, esempio piuttosto noto della produzione letteraria del movimento della Scapigliatura, di cui Camillo Boito fu un grande esponente assieme al fratello Arrigo. La novella è tornata in auge nella seconda metà del Novecento grazie alla trasposizione cinematografica del 1954 del regista Luchino Visconti e nel 2001 in versione erotica, con la regia di Tinto Brass.

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Galleria Alberto Sordi (già Galleria Colonna) - Roma

Introduco Camillo Boito (1836 -1914) perché come architetto, restauratore e teorico dell’architettura fu promotore dello “Sile Nazionale” o “Umbertino” (dal nome di Umberto I di Savoia, che regnò dal 9 gennaio 1878 fino al suo assassinio il 29 luglio 1900) che avrebbe caratterizzato l’architettura, la pittura e la scultura dell’appena costituito Regno d’Italia, identificandone le linee guida nell’ambito dell’Eclettismo e del Neoclassicismo.

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Galleria dell’Industria Subalpina- Torino

Fondamentale è, tra l’altro, la sua nozione di monumento come testimonianza storica, teorie tutt’oggi valide nel restauro.

Lo stile Nazionale per Camillo Boito non doveva essere completamente nuovo, doveva ispirarsi all’architettura del passato usando nuovi materiali e tecniche. Doveva essere comune per tutte le parti d’Italia tenendo conto però delle diversità in fatto di clima e abitudini della zona, ma anche modificarsi in relazione ai materiali disponibili.

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Galleria Vittorio Emanuele II- Milano

Tuttavia, se inizialmente la tendenza era neoclassica, ben presto il recupero di stili di epoche precedenti, in particolare il medioevo come presunta origine dell’identità nazionale, si sviluppa nell’Eclettismo storicista, dove tutti gli stili possono essere simultaneamente presenti anche nello stesso edificio.

L’Eclettismo, il recupero degli stili antichi completato dai materiali e dalle tecniche nuove come il ferro e il vetro è ben rappresentato dalle Gallerie Urbane, che sorsero in Italia, a Roma, Torino, Milano, Napoli, un po’ ovunque, sono l’espressione più compiuta del nuovo ceto della borghesia e del Positivismo.

Le Gallerie, sono architetture tutt’oggi molto belle, danno l’idea che qualcosa di fantastico si possa avverare, sono l’espressione più affine alla borghesia: un nuovo centro civico metropolitano e luogo di ritrovo… centrale, ampio e maestoso, in cui la cittadinanza possa radunarsi a passeggiare a tutte le ore [...] dove negozi eleganti e spaziosi [...] possano fare splendida mostra delle più ricche merci.

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Vittoriano- Altare della Patria- Dea Roma- Roma

Nel 1880 fu proprio Boito a scegliere insieme ad altri della commissione il progetto per il nuovo Vittoriano, scelse l’idea di Giuseppe Sacconi e fu un acceso sostenitore del luogo, ovvero il Campidoglio, essendo convinto che una volta finita, l’opera sarebbe diventata il simbolo della Roma moderna e nonostante le critiche, a mio avviso, il Vittoriano riesce a tenere l’impatto con architetture con cui confrontarsi è quasi impossibile, quali San Pietro e il Colosseo. Il linguaggio architettonico del Vittoriano è un mix di Neoclassicismo e Neoellenismo, con motivi neorinascimentali; di dimensioni imponenti, presenta un poderoso e armonico colonnato centrale, decine di grandi sculture che rappresentano, tramite allegorie e personificazioni, le virtù e i sentimenti che hanno animato gli italiani durante il Risorgimento; include l’Altare della Patria con al centro la scultura della Dea Roma raffigurata come Atena, la dea della sapienza, e il Sacello del Milite Ignoto, fu infatti qui sepolto, nel 1921, il corpo di un soldato italiano morto durante la prima guerra mondiale, irriconoscibile per le ferite ricevute.

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Santuario di San Camillo De Lellis o della Madonna della Salute- Milano

L’aspetto più significativo dell’Eclettismo, è dato dal cosiddetto Storicismo, inteso come ripresa di stili costruttivi e aspetti formali propri di epoche storicamente lontane, che alla fine, assecondando il gusto ‘stravagante’ dei committenti molto spesso ricchi, intellettuali o politici per lo più facenti parte della borghesia, diventa a volte un revival un po’ folkloristico, bastando aggiungere il termine neo (da nèos che significa in greco, nuovo) ottenendo il Neobizantino, il Neoromanico, il Neorinascimentale, il Neogotico e pure il Neoegizio.

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Chiesa del Sacro Cuore di Gesù in Prati- Roma

Una cattedrale spesso imita lo stile gotico che è improntato alla spiritualità molto forte del periodo medievale, come ad esempio il Santuario di San Camillo De Lellis o della Madonna della Salute a Milano o la Chiesa del Sacro Cuore di Gesù in Prati, a Roma, opera dell’ingegnere Giuseppe Gualandi, chiamata anche “piccolo Duomo di Milano”.

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Palazzo Koch- Banca d’Italia- Roma

Per un palazzo meglio uno stile Neorinascimentale, come Palazzo Koch che si trova a Roma ed è la sede centrale della Banca d’Italia, prendendo il nome dal suo progettista, Gaetano Koch.

Mentre un edifico come il Caffè Pedrocchi, può essere per metà in stile Neoclassico, per l’altra metà in stile Neogotico e all’interno avere una stanza Neoegizia.

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Caffè Pedrocchi e Pedrocchino a sinistra- Padova

Dopo aver spopolato in Inghilterra, la tradizione di bere caffè e di incontrarsi in un luogo dove chiacchierare sul gossip e la politica e leggere le notizie sul neonato e moderno giornale, tra la il Settecento e l’Ottocento questo costume si diffonde anche in Italia, come circolo borghese in contrapposizione agli esclusivi salotti dei nobili. Tra l’altro “Il Caffè” fu anche un periodico italiano, pubblicato dal 1764 al 1766 a Milano dai fratelli Pietro ed Alessandro Verri con il contributo di Cesare Beccaria, che erano esponenti dell’Illuminismo lombardo.

In Italia abbiamo diversi Caffè che ormai sono luoghi non solo di ritrovo ma di fascino e di arte, quali il Caffè Florian, che è del 1720 ed è il più antico, in Piazza San Marco a Venezia, o il Caffè Meletti ad Ascoli Piceno o il Caffè Pedrocchi a Padova.

Il Caffè Pedrocchi fu un prestigioso punto d’incontro frequentato da intellettuali, studenti e uomini politici; l’8 febbraio del 1848, dentro al locale fu ferito uno studente universitario evento che diede il via ai cosiddetti moti del ’48… fare un quarantotto termine che ancora oggi è usato proprio con riferimento storico all’anno 1848, anno di grande subbuglio e sconvolgimento.

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Centrale idroelettrica Taccani- Trezzo sull’Adda- Milano

L’edificio del Caffè Pedrocchi venne adattato ad un’area di forma triangolare nel centro di Padova, Giuseppe Jappelli il suo estroso architetto veneto, costruì accanto all’edificio neoclassico del Pedrocchi una seconda costruzione, per ospitare il Caffè Pedrocchino, in stile neogotico e con archi orientaleggianti in tutto simile ai palazzi gotici di Venezia mentre le sale interne sono ognuna decorata in modo diverso, così vi si trovano, la Sala etrusca, la Sala greca, la Sala rinascimentale, la Sala pompeiana, la Sala egizia e così via.

Non solo Chiese, Palazzi, Gallerie e Caffè ma anche addirittura una centrale idroelettrica, quella di Alessandro Taccani, situata a Trezzo sull’Adda, su una sponda dell’omonimo fiume. L’edificio progettato da Gaetano Moretti è un esempio di architettura eclettica, le tecniche e i modi moderni con il revival del romanico.

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Palazzina Cinese – 1799- Eclettismo- Palermo

L’ Eclettismo non fu solo italiano, ma fu un po’ ovunque nel mondo occidentale e nei suoi imperi (si pensi a uno dei simboli inglesi più forti, come il Big Ben e il Palazzo di Westminster, al Padiglione Reale a Brighton, l’Operà di Parigi o il Castello di Neuschwanstein a Füssen in Baviera) questo mix di stili perdurò per tutto l’Ottocento e parte del Novecento. Assimilabile a questa architettura mosaico di più stili, vi è la Palazzina Cinese edificata a Palermo dalla corte dei Borbone nel 1799, in stile orientale col tetto a pagoda, sala alla turca e sala ercolana… dalla scoperta dell’America il mondo conosciuto si allarga sempre più, l’architettura cerca di riunire i vari stili armonizzandoli e fu un rivoluzionario e illuminista francese a riabilitare il termine eclettismo.

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Caffè Pedrocchi-Sala Egizia- Padova

Denis Diderot, uno degli artefici della celeberrima Enciclopedia, recupera il concetto di eclettismo, che nella tradizione filosofica, ha quasi sempre avuto un significato negativo, visto come mancanza di originalità, per Diderot invece significa fare i conti con la varietà e le tante verità, senza unificarle in un solo “sistema” (sincretismo) ma armonizzandole, quello che si sta cercando di fare pure oggi, ma se ciò può accadere in uno Stile globalizzato di facciata, arduo se non impossibile è dialogare fra lontane culture, tradizioni millenarie che non si comprendono certo in quattro e quattr’otto senza quarant’otto… scusatemi il gioco di parole.

(Continua)

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Le parti precedenti ai links:

https://www.internationalwebpost.org/contents/PASSEGGIATA_ARTISTICA_IN_ITALIA_ATTRAVERSO_-quot;IL_LUNGO_OTTOCENTO-quot;_(I%5EParte)_29215.html#.Y9_gKnbMKUk

https://www.internationalwebpost.org/contents/PASSEGGIATA_ARTISTICA_IN_ITALIA_ATTRAVERSO_-quot;IL_LUNGO_OTTOCENTO-quot;_(II%5EParte)_29288.html#.Y-iqHHbMKUk

https://www.internationalwebpost.org/contents/PASSEGGIATA_ARTISTICA_IN_ITALIA_ATTRAVERSO_-quot;IL_LUNGO_OTTOCENTO-quot;_(III%5EParte)_29368.html#.Y_oq9HbMKUk

https://www.internationalwebpost.org/contents/PASSEGGIATA_ARTISTICA_IN_ITALIA_ATTRAVERSO_-quot;IL_LUNGO_OTTOCENTO-quot;_(IV%5EParte)_29543.html#.ZAMukXbMKUk

https://www.internationalwebpost.org/contents/PASSEGGIATA_ARTISTICA_IN_ITALIA_ATTRAVERSO_-quot;IL_LUNGO_OTTOCENTO-quot;_(V%5EParte)_29624.html#.ZA2KUXbMKUk

https://www.internationalwebpost.org/contents/PASSEGGIATA_ARTISTICA_IN_ITALIA_ATTRAVERSO_-quot;IL_LUNGO_OTTOCENTO-quot;_(VI%5E_Parte)_29714.html#.ZBbLcnbMKUk

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Paola Tassinari

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