PAPA FRANCESCO A BUDAPEST

Incontro con Orban

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Ha avuto inizio ieri mattina il 34esimo viaggio apostolico internazionale del Papa, che si è recato a Budapest per la conclusione del 52° Congresso Eucaristico Internazionale e in Slovacchia. Lasciata Casa Santa Marta, il Pontefice si è trasferito in auto all’aeroporto Internazionale di Roma-Fiumicino da dove, alle 6, a bordo di un A320 dell’Alitalia, è partito alla volta di Budapest.

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L’arrivo all’aeroporto internazionale di Budapest alle 7.45. Il primo appuntamento del Papa, appena arrivato in Ungheria, è politico. Bergoglio, al museo delle Belle Arti di Budapest ha incontrato il presidente della Repubblica Janos Ader e il premier Viktor Orban. Va precisato che si è trattato di un rapido passaggio formale. Quello con Orban non è stato un incontro privato perché il primo ministro sovranista si trovava con altre autorità.

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"L’incontro del Papa con il Presidente della Repubblica, con il Primo Ministro" ungherese Orban "e il Vice Primo Ministro dell’Ungheria si è svolto secondo il programma previsto, in un clima cordiale, ed è terminato alle ore 9.25", fa sapere una nota il Vaticano. Il Papa non ha incontrato da solo il premier sovranista, con il quale ci sono divergenze di vedute soprattutto sulla questione migranti e accoglienza. "Erano presenti, con il Santo Padre, anche il Cardinale Parolin, Segretario di Stato, e Mons. Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati. Tra i vari argomenti trattati, vi sono stati il ruolo della Chiesa nel Paese, l’impegno per la salvaguardia dell’ambiente, la difesa e la promozione della famiglia", fa sapere ancora il Vaticano.

L’incontro è durato una quarantina di minuti. All’incontro è seguito lo scambio dei doni. Al presidente Ader, papa Francesco ha donato un quadro in mosaico raffigurante la "Benedizione papale a piazza San Pietro" da un dipinto ad olio di Ippolito Caffi eseguito verso la metà dell’800 e oggi conservato nel Museo di Roma, al Primo Ministro Orban il pontefice ha donato un Trittico.

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Francesco si è poi recato nella Sala Rinascimentale del Museo delle Belle Arti, dove, alle 9.15, è iniziato l’incontro con i Vescovi della Conferenza Episcopale Ungherese.

L’allarme del Papa: "L’antisemitismo serpeggia in Europa"

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Il Papa, incontrando quindi le comunità ebraiche in Ungheria, da’ voce alle sue preoccupazione: "Penso alla minaccia dell’antisemitismo, che ancora serpeggia in Europa e altrove. E una miccia che va spenta". Bergoglio riprende "l’evocativa immagine del Ponte delle Catene, che collega le due parti di questa città: non le fonde insieme, ma le tiene unite. Così devono essere i legami tra di noi".

Avverte Francesco : "Ogni volta che c’è stata la tentazione di assorbire l’altro non si è costruito, ma si è distrutto; così pure quando si è voluto ghettizzarlo, anziché integrarlo. Quante volte nella storia è accaduto! Dobbiamo vigilare e pregare perché non accada più. E impegnarci a promuovere insieme una educazione alla fraternità, così che i rigurgiti di odio che vogliono distruggerla non prevalgano. Penso alla minaccia dell’antisemitismo, che ancora serpeggia in Europa e altrove. E una miccia che va spenta. Ma il miglior modo per disinnescarla è lavorare in positivo insieme, è promuovere la fraternità. Il Ponte ci istruisce ancora: esso è sorretto da grandi catene, formate da tanti anelli. Siamo noi questi anelli e ogni anello è fondamentale: perciò non possiamo più vivere nel sospetto e nell’ignoranza, distanti e discordi".

Bergoglio ricorre all’efficace immagine del ponte: "Un ponte mette insieme due parti. In questo senso richiama il concetto, fondamentale nella Scrittura, di alleanza. Il Dio dell’alleanza ci chiede di non cedere alle logiche dell’isolamento e degli interessi di parte. Non desidera alleanze con qualcuno a discapito di altri, ma persone e comunità che siano ponti di comunione con tutti. In questo Paese voi, che rappresentate le religioni maggioritarie, avete il compito di favorire le condizioni perché la libertà religiosa sia rispettata e promossa per tutti. E avete un ruolo esemplare verso tutti: nessuno possa dire che dalle labbra degli uomini di Dio escono parole divisive, ma solo messaggi di apertura e di pace. In un mondo lacerato da troppi conflitti è questa la testimonianza migliore che deve offrire chi ha ricevuto la grazia di conoscere il Dio dell’alleanza e della pace".

Il telegramma a Mattarella

Il Papa, al momento della partenza, ha inviato un telegramma al Capo dello Stato, Sergio Mattarella. "Nel momento in cui mi accingo a partire per Budapest in occasione della Giornata conclusiva del Congresso eucaristico internazionale, diretto poi in Slovacchia per incontrare i fratelli nella fede e gli altri abitanti di quella nazione, - ha scritto il Pontefice- mi è gradito rivolgere a Lei signor Presidente e all’intero popolo italiano il mio cordiale pensiero che accompagno con sinceri auspici di serenità e di generoso impegno per il bene comune".

Redazione

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