Oltre 16 milioni di casi nel mondo,644.537 le vittime. The Lancet:"mondo può imparare da Cina: ha controllato epidemia"

35.107 i decessi in Italia dall’inizio dell’emergenza. Iss-ministero: "Italia resta a bassa criticità"

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Sono 16.048.100 i casi registrati nel mondo di Coronavirus secondo gli ultimi dati della Johns Hopkins University. Le vittime globali salgono a 644.537. Il Paese con il maggior numero di casi sono gli Usa con 4.178.027, seguito dal Brasile con 2.394.513.

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"La Cina ha in gran parte controllato l’epidemia di Covid-19. Un paese di 1,4 miliardi di persone e una dimensione simile all’Europa o agli Stati Uniti ora registra solo alcuni focolai e non più una diffusa trasmissione comunitaria". Il gigante asiatico "è stato fortemente criticato per il suo ruolo e le sue responsabilità durante la pandemia a causa della censura, della scarsa trasparenza e delle preoccupazioni in materia di diritti umani. Ma il resto del mondo può ancora imparare dai successi della Cina nel portare l’epidemia sotto controllo". E’ quanto si legge in un lungo editoriale su ’Lancet’.

"La risposta della Cina dimostra l’importanza della ricerca interna e della capacità di gestione della sanità pubblica - prosegue l’editoriale -. Enormi investimenti hanno reso la Cina molto più preparata per Covid-19 rispetto alla Sars che, quando scoppiò nel 2002, la trovò senza ’armi’ di difesa". Al contrario - "a dicembre 2019, gli scienziati cinesi sono stati rapidamente in grado di identificare il virus e hanno condiviso i dati di sequenziamento genomico a livello internazionale già l’11 gennaio 2020. Alla fine di gennaio, medici provenienti dalla Cina continentale e da Hong Kong avevano caratterizzato le caratteristiche cliniche dei pazienti con Covid-19 e la trasmissione da uomo a uomo, caratteristiche genomiche ed epidemiologia, avvertendo il mondo sulla minaccia Covid con studi pubblicati su The Lancet". E ancora: "La Cina è stata anche in prima linea nella ricerca sui vaccini, con risultati promettenti delle prime sperimentazioni".

"Una seconda lezione - prosegue l’editoriale di ’Lancet’ - è che una solida base di ricerca non può garantire un controllo efficace senza un forte impegno politico di alto livello a utilizzare la scienza per fronteggiare l’epidemia in modo decisivo. I governi e i loro leader devono rispettare la scienza, comprenderne il valore e agire su di essa in un modo che sia il migliore per la società. La Commissione nazionale per la salute cinese - si ricorda - ha inviato tre gruppi di esperti nazionali di malattie infettive a Wuhan, all’inizio dell’epidemia, per indagare sui rischi e la trasmissione del virus, e le loro raccomandazioni hanno portato alla decisione di bloccare Wuhan il 23 gennaio".

"In terzo luogo - si legge ancora - un’attuazione rapida ed efficace delle misure di controllo richiede un ampio impegno della comunità, che in Cina, durante l’epidemia, è stato senza precedenti. Le misure di controllo che hanno sacrificato la libertà individuale, come l’uso obbligatorio delle mascherine nelle aree pubbliche, sono state accettate immediatamente dal pubblico. Milioni di lavoratori inoltre hanno ’costruito la prima linea di difesa contro Covid-19". Dunque - conclude l’editoriale - "ci sono lezioni da imparare dalla Cina".

"Ma - ci si chiede - come lavoreranno insieme in futuro le comunità sanitarie cinesi e quelle globali?". E ancora: "La comunità sanitaria attende ora di vedere se la Cina diventerà un leader multilaterale nella salute globale, quale ruolo avrà nella sicurezza sanitaria internazionale e se aspirerà a riempire il vuoto lasciato dagli Stati Uniti".

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Altri 5 morti in Italia per coronavirus. I decessi dall’inizio dell’emergenza, secondo i dati diffusi dal ministero della Salute, sono 35.107. Rispetto a ieri sono stati registrati 255 nuovi contagi. Nelle ultime 24 ore sono segnalati altri 126 guariti: nel complesso, sono 198.446. I pazienti ricoverati con sintomi sono 735 (+4), di cui 44 (+3) in terapia intensiva.

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Finora sono stati effettuati 6.560.572 tamponi (+40.526 da ieri), mentre sono 5 (Umbria, Sardegna, Calabria, Valle d’Aosta e Basilicata) le regioni che non hanno registrato nuovi contagi nelle ultime 24 ore.

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Complessivamente il quadro generale della trasmissione e dell’impatto dell’infezione da Sars-CoV-2 in Italia "rimane a bassa criticità". E’ quanto emerge dal report dell’Istituto superiore di sanità e del ministero della Salute sui dati relativi al periodo 13-19 luglio. Per i tempi che intercorrono tra l’esposizione al patogeno e lo sviluppo di sintomi e tra questi e la diagnosi e successiva notifica "verosimilmente molti dei casi notificati in questa settimana hanno contratto l’infezione 2-3 settimane prima, ovvero prevalentemente a fine giugno-inizio luglio. Alcuni dei casi identificati tramite screening, tuttavia, potrebbero aver contratto l’infezione in periodi antecedenti", rileva il monitoraggio.

L’incidenza cumulativa negli ultimi 14 giorni (periodo 6/7-19/7) è di 4.6 per 100.000 abitanti, stabile rispetto al periodo 29/6-5/7. L’età mediana dei casi diagnosticati nell’ultima settimana "è ormai intorno ai 40 anni - segnala il report - Questo è in parte dovuto alle caratteristiche dei focolai che vedono un sempre minor coinvolgimento di persone anziane e in parte all’identificazione di casi asintomatici tramite screening in fasce di età più basse. Questo comporta un rischio più basso nel breve periodo di un possibile sovraccarico dei servizi sanitari".

In quasi tutte le Regioni e province autonome sono stati diagnosticati nuovi casi di infezione nella settimana di monitoraggio corrente, con casi in aumento rispetto alla precedente settimana di monitoraggio in alcune Regioni. Tale riscontro in gran parte è dovuto alla intensa attività di screening e indagine dei casi con identificazione e monitoraggio dei contatti stretti. Oltre ai focolai attribuibili alla reimportazione dell’infezione, vengono segnalati sul territorio nazionale alcune piccole catene di trasmissione di cui rimane non nota l’origine. "Questo evidenzia come ancora l’epidemia in Italia di Covid-19 non sia conclusa".

Si segnala inoltre in alcune Regioni e province autonome la presenza di nuovi casi di infezione importati da altra regione o dall’estero. "Si conferma perciò una situazione epidemiologica estremamente fluida", si legge nel report.

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