OMS:"SE LA SCUOLA CHIUDE EFFETTI DEVASTANTI". HOFFMAN:"VACCINO ARRIVERA’ NEL 2021"

In Italia Il totale dei decessi sale a 35.633. Gismondo: "Su quarantena Cts mostri più coraggio"

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"Date le conseguenze devastanti sui bambini, i giovani e la nostra società nel suo complesso, la decisione di chiudere le scuole dovrebbe essere l’ultima spiaggia", una soluzione "temporanea e solo a livello locale in aree con un’intensa trasmissione di Covid-19". E’ il monito lanciato dal direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, oggi durante un incontro sul tema Covid-19 e ragazzi e sul ritorno fra i banchi di scuola.

"In molti Paesi - ha ricordato il Dg - servizi essenziali per la nutrizione e l’immunizzazione sono stati interrotti e milioni di bambini hanno perso mesi di scuola".

"Durante la chiusura delle scuole, la continuità dell’istruzione dovrebbe essere garantita attraverso l’apprendimento a distanza", ha esortato il Dg. Ci sono tanti nodi da sciogliere, ha puntualizzato. Per esempio "i potenziali effetti a lungo termine" di Covid-19 "sulla salute in coloro che sono stati infettati rimangono sconosciuti". Quanto ai bambini, "sebbene siano stati in gran parte risparmiati da molti degli effetti più gravi del virus, hanno sofferto in altri modi. Le misure adottate in una comunità per ridurre il rischio di trasmissione di Covid-19 ridurranno il rischio anche nelle scuole".

In alcuni Paesi si è tornati fra i banchi. "In altri le scuole rimangono chiuse", ha evidenziato Tedros annunciando che "per sostenere i Paesi in ogni situazione, l’Oms con Unesco e Unicef hanno pubblicato ieri una guida aggiornata sulle misure di salute pubblica relative alla scuola nel contesto di Covid-19". La guida fornisce "consigli pratici per le scuole in aree senza contagi, in aree con casi sporadici, o con gruppi di casi o in una situazione di trasmissione comunitaria".

Quanto alla riapertura degli istituti scolastici, "il tempo durante il quale le scuole rimangono chiuse dovrebbe essere utilizzato per mettere in atto misure per prevenire e rispondere alla trasmissione" del virus "quando gli istituti riaprono", ha ammonito il Dg. "Tenere i bambini al sicuro a scuola non è un lavoro solo per il sistema istruzione, o per i soli governi o per le famiglie. È un lavoro che spetta a tutti noi, e dobbiamo lavorare insieme. Come diciamo spesso - ha aggiunto - non c’è rischio zero. Ma con la giusta combinazione di misure, possiamo mantenere i nostri figli al sicuro e insegnare loro che la salute e l’istruzione sono due dei beni più preziosi della vita".

"Dall’inizio della pandemia, capire come Covid-19 colpisce i più giovani è stata una questione prioritaria. A 9 mesi dall’inizio della pandemia rimangono molte domande, ma stiamo iniziando ad avere un quadro più chiaro. Sappiamo che i bambini e gli adolescenti possono essere infettati e possono infettare altri. Sappiamo che questo virus può uccidere anche loro, ma che i bambini tendono ad avere un’infezione più lieve e ci sono pochissimi casi gravi e decessi per Covid-19 tra bambini e adolescenti" è il quadro tracciato dal direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità. "I dati che abbiamo mostrano che meno del 10% dei casi segnalati di Covid-19 e meno dello 0,2% dei decessi riguardano persone di età inferiore ai 20 anni" ha spiegato.

"Sono necessarie ulteriori ricerche - ha sottolineato il Dg - sui fattori che aumentano il rischio di malattia grave da Covid-19 e di morte tra bambini e adolescenti. Vogliamo tutti vedere i bambini tornare a scuola e vogliamo tutti assicurarci che le scuole siano gli ambienti di apprendimento e di supporto sicuri che dovrebbero essere. Le scuole fanno parte di una comunità. In effetti, le scuole collegano le comunità".

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"Penso onestamente, e sono personalmente convinto, che per i membri del personale sanitario" ci sarà un vaccino, "quando è sempre un po’ aleatorio dirlo, ma certamente se non sarà a Natale sarà a Pasqua, allora potremo vaccinarli. E per la popolazione generale" il vaccino ci sarà "nel corso del 2021". Ne è certo il Premio Nobel per la Medicina 2011 e immunologo di fama mondiale Jules Hoffman, francese di origine lussemburghese, direttore di ricerca e membro del consiglio di amministrazione del Cnrs, Direttore di ricerca emerito del Centre National de la Recherche Scientifique presso l’Istituto di Biologia molecolare e cellulare a Strasburgo, già Presidente della Académie des sciences, membro dell’Académie française.

A Milano per l’annuncio dei vincitori dei Premi Balzan, Hoffman, membro del Comitato generale premi della Fondazione Internazionale Premi Balzan e Premio Balzan 2007, ha tenuto una lectio magistralis dal titolo ’Les pandémies dans l’histoire humaine, à la lumière du Covid-19’.

"Penso onestamente, e sono personalmente convinto, che per i membri del personale sanitario" ci sarà un vaccino, "quando è sempre un po’ aleatorio dirlo, ma certamente se non sarà a Natale sarà a Pasqua, allora potremo vaccinarli. E per la popolazione generale" il vaccino ci sarà "nel corso del 2021". Ne è certo il Premio Nobel per la Medicina 2011 e immunologo di fama mondiale Jules Hoffman, francese di origine lussemburghese, direttore di ricerca e membro del consiglio di amministrazione del Cnrs, Direttore di ricerca emerito del Centre National de la Recherche Scientifique presso l’Istituto di Biologia molecolare e cellulare a Strasburgo, già Presidente della Académie des sciences, membro dell’Académie française.

A Milano per l’annuncio dei vincitori dei Premi Balzan, Hoffman, membro del Comitato generale premi della Fondazione Internazionale Premi Balzan e Premio Balzan 2007, ha tenuto una lectio magistralis dal titolo ’Les pandémies dans l’histoire humaine, à la lumière du Covid-19’.

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cms_19076/Min_Sanita_ISS.jpgSecondo i dati diffusi dal ministero della Salute, in tutte le regioni sono stati segnalati nuovi contagi. Il numero maggiore di nuovi casi è stato individuato in Lombardia. 289.990 i contagiati. Il totale dei decessi sale a 35.633 dall’inizio dell’emergenza. 9.943.944 i tamponi effettuati. I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 201. I guariti sono 214.645.

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"Accorciare di 4 giorni il periodo di quarantena potrebbe essere un grande respiro, sia psicologico sia per l’economia, quindi io credo che il Cts avrebbe potuto mostrare un po’ più di coraggio". Lo dichiara Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di Microbiologia clinica, Virologia e Diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano, dopo che il Comitato tecnico-scientifico per l’emergenza coronavirus ha optato per "una linea di prudenza", decidendo di effettuare ulteriori valutazioni prima di esprimersi sulla possibilità anche per l’Italia di una ’quarantena breve’.

"In questo momento in cui stiamo osservando il fenomeno Covid in leggero movimento, una certa cautela è assolutamente comprensibile", premette la microbiologa. "C’è da dire però che ormai abbiamo tanti lavori scientifici" in materia, aggiunge, "e c’è anche la posizione dell’Organizzazione mondiale della sanità che ci farebbe stare tranquilli su una quarantena di 10 giorni" invece che di 14. Per questo Gismondo ritiene che il Cts avrebbe potuto già oggi mostrare "più coraggio. Se non altro non sarebbe stata una propria presa di posizione univoca: è quello che ci ha indicato l’Oms", evidenzia.

Questa mattina avevano chiamato in causa l’agenzia delle Nazioni Unite per la sanità anche gli esperti del Patto trasversale per la scienza-Pts. Da tempo, ricordano, l’Organizzazione mondiale della sanità ammette che "il periodo di contagiosità" di una persona infettata dal coronavirus Sars-Cov-2, "che inizia circa 48 ore prima della comparsa di sintomi, ha il suo picco nei primi giorni, per poi calare rapidamente e sostanzialmente annullarsi entro 10 giorni. Al contrario, la positività del tampone può restare tale per molte settimane. Adottare, sulla scia di quasi tutti gli altri Paesi, il criterio Oms avrebbe rilevanti e immediati vantaggi non solo per le persone coinvolte, ma anche per la sanità pubblica", sostengono gli scienziati del Pts.

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