OGNI IDEA HA UNA SUA DIGNITA’, PUR DISTANZIANDOSI DA UNA POSIZIONE POLITICA

Vecchie ideologie, nuovi padroni

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A seguito degli ultimi accadimenti, alcune domande sbattono simultaneamente nella testa. Da un lato giace la pigrizia di ignorarle, dall’altro il vivo desiderio di comprendere e, ovviamente, prevale quest’ultimo. Fortunatamente, poiché la curiosità rende intelligenti e ogni “perché” arricchisce chi lo formula. Difatti la strada seguita dalla massa è sempre pericolosa in quanto azzera questo processo, rendendo inutile l’utilizzo del cervello. Purtroppo, ultimamente lo spirito critico pare morto ammazzato.

Circola la triste moda di attribuire a ogni singola idea una posizione necessariamente politica, come se il mondo si dividesse in fazioni di politicanti benpensanti. Già di per sé si tratta di una ipotesi che “squarcia”, quindi per forza di cose dannosa: “dividere” significa spaccare in più parti affinché le persone si schierino in fazioni opposte. Ci si ritrova a combattere per gli stessi diritti ma l’uno contro l’altro, situazione alquanto particolare, quasi comica. Probabilmente l’uomo vive con l’ossessione di dover spaccare in pezzi qualsiasi cosa per poter raggiungere i propri obiettivi. Se l’unione fa la forza, allora è meglio evitare questa possibilità. Lo sanno bene i politici che fanno di tutto per raggirare l’onestà. Così, inventano l’abitudine di accorpare certe idee a destra, altre in centro e, alcune a sinistra. Non sia mai dire il contrario: ti tacciano come opportunista, quando in realtà desideri far chiarezza. Solo che non puoi, non te ne danno la possibilità. L’espressione di un pensiero diventa un gioco politico per acchiappare più elettori. Il PD organizza una manifestazione a Como contro il fascismo, un’ideologia ormai logora.

cms_7933/2.jpgQuello che succede in Italia è ben diverso. Partendo dal presupposto che ciascun uomo presente su questa Terra meriti rispetto, bisogna vagare con l’intelletto al di là delle circostanze. Le persone in questo momento manifestano scontentezza per una situazione fuori dal controllo. L’immigrazione selvaggia costituisce un problema figlio di altre questioni, e a rimetterci sono sia gli italiani che gli immigrati. Per quale motivo? Anzitutto, non si assicurano affatto condizioni di vita adeguate a coloro che entrano nel Paese: molti sono tristemente appoggiati ai muri delle città a fare l’elemosina. Scappano dalla povertà per arrivare in povertà. Chi scampa a tale destino finisce nelle mani di imprenditori senza scrupoli per trenta centesimi all’ora, sotto il sole cocente e senza assicurazione. In fondo se si fanno male non importa, perché nessuno è a conoscenza della loro esistenza. Poi c’è il florido settore della malavita, in costante crescita.

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Insomma, la dignità spesso muore attraverso le facili espressioni del buonista qualunquista per il quale accogliere significa ammassare persone in centri di accoglienza. “Sì all’accoglienza, no alla dignità”: questo è il terribile motto. Accogliere deriva dal latino accolligere ossia aprirsi e, soprattutto, rendersi ospitali. Approvare l’accoglienza e rendere la stessa sgradevole sembra dunque illogico. In tal caso, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare! Ci sono italiani che guadagnano enormemente da questa situazione, per non parlare dei trasportatori d’anime sui mari. Gli interessi si travestono da nobili ideologie con maniere poco appropriate; al solito conta unicamente ciò che si vede, mica quel che accade veramente. Che poi, se cerchi di farli ragionare, vieni additato con parole d’altri tempi. Le vecchie ideologie hanno ucciso parecchie persone e continuano a farlo grazie a quelli che lucrano attraverso esse. Un’idea ha una sua dignità pur prendendo le distanze da un pensiero malato: comprendere il fenomeno dell’immigrazione non vuol dire chiudere i battenti, bensì fermarsi a riflettere. Il Medio Oriente vive nell’instabilità perenne, pedina di Paesi che si nascondono dietro a spoglie democratiche. L’Africa è probabilmente la “prostituta” di questo pianeta: la vogliono tutti per spogliarla della sua ricchezza e lasciarla nuda al freddo. Gli Stati Uniti giocano alla guerra nucleare con la Corea del Nord. Di fronte a guerre continue e povertà estrema, ci rimettono i civili, cioè la fetta maggiore della popolazione mondiale. Le persone scappano dal Paese d’origine verso altri luoghi, ansiose di trovare la pace tanto agognata. Se l’infelicità fosse spiegata a parole, sicuramente sarebbero le urla di un cuore costretto a fuggire dal Paese in cui è nato. Urge scendere in piazza per validi motivi, per un reale cambiamento e con l’intenzione di manifestare a gran voce in nome della pace. Esiste una sola razza, quella umana: i confini invalicabili sono solo un prodotto della concezione dell’uomo. Qui c’è da capire come organizzarsi per sistemare un mondo che cade a pezzi.

Alessia Gerletti

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