NO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE
TUTTI IN PIAZZA DA NORD A SUD
Sabato scorso, a Roma, in Piazza Madonna di Loreto, la leader della CGIL Susanna Camusso si è fatta portavoce di più di cento manifestazioni dal nord al sud d’Italia per dire No al femminicidio. A unire l’Italia intera lo slogan: “Riprendiamoci la libertà”. “C’è sempre l’idea che l’altra non è una persona libera, ma un oggetto che tu possiedi e che può fare quello che vuoi tu. La cultura dominante - ha detto - non riesce ad acquisire i concetti di base della libertà e dei diritti”. La presidente di Montecitorio Laura Boldrini si dichiara disposta, entro la fine della legislatura, a far approvare “un provvedimento capace di rendere più efficaci le norme a tutela delle donne a rischio e le misure di interdizione per i maschi violenti”. L’urgenza del provvedimento serve a far sì che gli uomini violenti non restino in libertà anche quando hanno già ampiamente dimostrato la loro pericolosità. “Stupri e femminicidi quasi quotidiani - spiegano i manifestanti - si accompagnano a una discussione pubblica che non solo non è all’altezza di quanto sta accadendo, ma è caratterizzata da una vera e propria regressione sui temi dei diritti e della libertà delle donne”. Intanto, proseguono numerose le adesioni all’appello “Avete tolto il senso alle parole” (oltre 11 mila firme in meno di una settimana) per chiedere agli uomini, alla politica, ai media, alla magistratura, alle forze dell’ordine e al mondo della scuola, “un cambio di rotta” nei comportamenti, nel linguaggio, nella cultura. Nel lungo elenco di firme tanti nomi noti di diversi settori, dalla cultura alla politica, dalla letteratura allo spettacolo e al mondo dello sport.
I dati riguardanti la violenza sulle donne sono allarmanti. Quasi 7 milioni, secondo i dati Istat, quelle che nel corso della propria vita hanno subito una forma di abuso. Secondo l’Istat, in Italia sono 3 milioni e 466mila - il 16% della popolazione femminile tra i 16 e i 70 anni - le donne che nell’arco della propria vita hanno subito stalking, ovvero atti persecutorida parte di qualcuno. Di queste, 2 milioni e 151mila sono vittime di comportamenti persecutori dell’ex partner. Tuttavia, il 78% delle donne che ha subito stalking - quasi 8 su 10 - non si è rivolta ad alcuna istituzione e non ha cercato aiuto. Oltre 8,3 milioni di donne sono sottomesse psicologicamente quando subiscono una violenza, mentre 200 milioni sono vittime di mutilazioni genitali: un fenomeno inquietante, di cui raramente si parla ma che continua a ferire nel corpo e nell’anima molte donne.
Non possiamo far altro se non concludere questo avvilente elenco di brutalità con un pensiero della drammaturga statunitense Eve Ensler, che da sempre combatte la sua battaglia femminista contro la violenza: “Quando si violentano, picchiano, storpiano, mutilano, bruciano, seppelliscono, terrorizzano le donne si distrugge l’energia essenziale della vita su questo pianeta. Si forza quanto è nato per essere aperto, fiducioso, caloroso, creativo e vivo a essere piegato, sterile e domato”.
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