NON BASTANO COMPETENZA E ONESTA’
Brevi note sulla democrazia
Il riferimento a Alexis de Tocqueville, contenuto nell’articolo, mi fornisce l’occasione per evocare l’eccellenza del suo pensiero politico e sociale espresso nel suo libro “La democrazia in America”, una delle prime opere sistematiche sulla democrazia e ancora oggi di straordinaria modernità per la ricchezza di spunti utili a sfatare tanti luoghi comuni. Considerando che Tocqueville non era un pensatore in senso classico ma fondamentalmente un giornalista trovo ancora più suggestiva la sua capacità nel dimostrare che una salda democrazia non può prescindere dall’identità comunitaria di un popolo, dalle sue tradizioni e dalla sua storia. (Antonella Giordano)
La competenza e l’onestà non sono idee politiche, se l’onestà è un prerequisito della partecipazione alla vita pubblica, la competenza ne è sicuramente un fondamentale attributo, ma può essere anche il frutto di oculate collaborazioni.
Certamente la competenza che si richiede ad un politico, non è tecnica, è quella di saper trasformare in azioni di governo le proprie idee politiche.
Tocqueville, nel suo viaggio in America (nella prima metà del 1800) aveva avuto modo di constatare che una moltitudine di esuli europei, considerati lo scarto del vecchio continente dall’aristocrazia governante, stava dando vita al più eccezionale esperimento politico della storia. e che in Europa le idee nuove e rivoluzionarie di eguaglianza e libertà faticavano ad affermarsi mentre in America erano nel pieno del loro vigore.
Alexis de Tocqueville
Un movimento politico vive di idee e del tentativo di trasformarle in realizzazioni, in leggi, in diritti affermati.
La democrazia è il confronto, a volte lo scontro, tra diverse visioni e giudizi sul presente e prospettive future, ma è anche affermare le proprie idee con l’abilità della manovra politica, con le alleanze necessarie, costruendo partiti e movimenti, tenerli uniti e affrontare l’agone della competizione, senza essere profeti o cassandre.
L’onestà e la competenza non bastano e da sole e non potranno salvare la democrazia dalla sua crisi, che non è solo di rappresentanza, ma di prospettiva di incapacità a trasformare le istanze, in realizzazioni, in diritti, in benessere, in maggiore equità, assicurando alle giovani generazioni un futuro migliore.
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