NEW YORK FASHION WEEK

Collezioni fall-winter ‘23/’24

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Dopo la magia regalataci dell’haute couture arriva il mese più atteso, più eccitante ed intenso per tutto il fashion system. Il fashion month è il mese dedicato alla presentazione delle collezioni per il prossimo autunno-inverno e alla scoperta dei macro trend che influenzeranno il nostro armadio. Ad aprire i battenti è stata la fashion week newyorkese che ha visto il ritorno nella grande mela di Thom Browne (nuovo presidente del Council of Fashion Designers of America), ma anche defezioni illustri come quella di Tom Ford, Tommy Hilfiger e Marc Jacobs che ha preferito presentare la sua collezione fuori calendario. Presenza fissa alla fashion week di New York è la designer italiana Chiara Boni che da tempo presenta la sua collezione, La Petite Robe, nella grande mela. New York rappresenta un mercato florido dove conta famose estimatrici e molte clienti affezionate. Da questa prima fashion week il macro trend che arriva dalla grande mela è chiarissimo: la voglia di concretezza, questi non sono tempi per stravaganze, eccessi stilistici o sogni ad occhi aperti, quelli li lasciamo all’haute couture, in tempi di incertezza sul futuro e di recessione economica la moda si fa concreta. In passerella ha sfilato la maestria sartoriale, il minimal-chic, capi passepartout, capi versatili che vengono accesi da linee particolari e da accessori (soprattutto gli stivali che sono l’elemento più gettonato a New York) che rivelano la personalità di chi l’outfit lo indossa. Le voci fuori dal coro sono state la maison Rodarte e Marc Jacobs che hanno dato una chiave di lettura gotic-punk, per Rodarte e distopica-fiabesca per Marc Jacobs, collezioni pervase da incertezze e pessimismo per il futuro prossimo. Non ci resta che attendere Londra, Milano e Parigi per avere la certezza che questa concretezza urban-fashion si consoliderà o resterà negli armadi degli abitanti della città che non dorme mai.

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Ad aprire la fashion week newyorkese è stata la maison Rodarte con la sua donna glam-gothic definita dalle due designer, Kate Laura Mulleavy, una fata gotica che ha sfilato in un banchetto scintillante allestito in un edificio neoclassico della Williamsburg Bank di Brooklyn. I dieci outfit total black, molto “Morticia Addams”, anche nel make up che prevede un incarnato pallido, il rossetto nero, l’eyeliner argentato. Sul finale di sfilata le nuance più cupe lasciano, a sorpresa, il posto a quattro outfit coloratissimi che rivelano un altro mood dell’essere fate: allegre, pop, spensierate che si vestono di stampe iper-pittoriche.

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Con Proenza Schouler ci si immerge nella moda concreta della grande mela, è stata una sfilata che ha avuto come location un garage di Chelsea che ha fatto da cornice a quaranta outfit privi di alcuna stampa, linee e colori industriali, tessuti preziosi come tweed di lana, la pelle, lo chiffon di seta. Molto belli i blazer oversize con spalle strutturate e vita segnata che ripropongono una body shape a clessidra. Nessuno come Proenza sa esprimere al meglio la moda americana e la voglia dei suoi abitanti di vivere, anche se freneticamente, la grande mela con il glamour che merita.

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Tutt’altro mood quello visto sulla passerella di Carolina Herrera dove è la favola e il romanticismo della principessa Sissi il protagonista degli outfit per il prossimo inverno. La collezione è pervasa da blazer avvitati, gonne ampie, camicie con ruches, bustier con bottoni in tessuto, tessuto gold, velluto, ricami preziosi, stampe floreali, chiffon di seta. E’ stata una sfilata di raro glamour e con una palette colori di forte impatto visivo, ma che guarda più verso le eleganti donne che popolano l’upper east side che alle donne tutte.

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Di concretezza commerciale, di pragmatismo americano e di imperfezione umana è fatta la collezione della designer, Tory Burch. Capi e colori timeless senza eccessi, ornamenti superflui, assenza di stampe, azzardi di stile a cui ci aveva abituato la designer. Oggi la sua collezione si ispira a donne vere che, per forza di cose, non possono essere sempre perfette, la designer porta in passerella imperfezioni stilistiche che mai avremmo visto in altri tempi come un orlo sbagliato, delle maniche troppo lunghe, un tacco rotto. La donna Burch ha voglia di glamour, ma anche di ritrovare una femminilità “tradizionale” e non sbattuta in faccia di chi guarda.

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Tanta teatralità, condita da un senso di smarrimento e solitudine, è stato il fil rouge della sfilata di Thom Browne che si è ispirato alla figura del Piccolo Principe del romanzo di Antoine de Saint-Exupery per le collezioni uomo-donna per il prossimo inverno. Gli outfit hanno spalle iper-strutturate, tessuti rigidi come armature, ma anche maniche a sbuffo, lunghi strascichi che rendono agli occhi degli spettatori una sensazione caotica, di poca versatilità e di difficile indosso. La palette colori è composta da beige, blu navy, grigio, argento con incursioni di rosso nelle stampe tweed e gessato.

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Per il re del fashion system americano, Michael Kors riportare in passerella la New York degli anni ’70, nel suo lato più glam, è il segreto fashion per le donne che hanno voglia di ritornare a vestirsi bene e sentirsi sexy. Nella sua collezione si respira tanto glamour urban-bohemia attraverso l’uso di frange, di paillettes, di blazer oversize, di pigiama palazzo, di sontuose mantelle, di jumpsuit in jersey, di pantaloni palazzo, di shorts, di mini dress in suede, di sinuosi long dress, di stivali e borse a secchiello. La palette colori è urban con nuance di grafite, carbone, beige che vengono esaltate da nuance calde come il bordeaux e il verde foresta.

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Chiudiamo con un pezzo di made in Italy con la sfilata della designer Chiara Boni e della sua collezione “La Petite Robe”, una collezione che si è ispirata al glamour delle foto del fotografo più famoso del fashion system, Helmut Newton. La stessa designer così commentato la sua musa ispiratrice: “Le donne di Newton erano piene di potere e mi piaceva questa immagine. In questo momento abbiamo bisogno di donne vittoriose che non perdano punti”. La donna Boni è fasciata in abiti in jersey drappeggiato, indossa tailleur sartoriali in velluto, ha spalle accentuate, ma senza esagerare, si veste elementi imprescindibili quali le paillettes, i tessuti metal, il lurex quando tramonta il sole. La palette colori ha come focus point il nero che interagisce con il bianco, l’azalea e l’argento, dove gli accessori must have sono le maxi cinture con fibbie metalliche e i bustier in pelle che donano una body shape a clessidra.

T. Velvet

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