NEL MONDO DI “KATAOS”

L’incanto, le emozioni e la bellezza nelle opere di Caterina Cannati

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Il nostro viaggio alla ricerca delle eccellenze italiane, prosegue nel mondo dell’arte. Abbiamo incontrato, questa volta, l’artista pugliese Caterina Cannati, in arte Kataos. “Dipingere per me è respirare...per questo quando dipingo Vivo”; in questa massima si racchiude l’essenza dell’artista pittrice espressionista. Nella sua trentennale esperienza creativa professionale, vanta numerosissime partecipazioni a mostre, nazionali e internazionali, di pittura contemporanea con notevoli riconoscimenti dalla critica. Scoperta dal noto Critico d’Arte Giorgio Gregorio Grasso in occasione della Milano Expo 2015 International Contemporary Art, le sue opere sono state ospitate nelle maggiori città d’arte italiane e all’estero, in primis a Stoccolma nella prestigiosa galleria Bellman, a New York, Tenerife, per citarne solo alcune.

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In esclusiva su queste pagine, l’intervista a Kataos.

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Ci parli della mostra Internazionale a Venezia in concomitanza con la 58ma Biennale, ancora in corso, alla quale stai partecipando con le tue opere? Com’è stata e cosa ti piacerebbe raccontare di questa esperienza ai nostri lettori?

Venezia è una città magica, ogni volta che ci torno è sempre un’emozione straordinaria con Milano è la città d’arte per eccellenza e non a caso ospita la Biennale. Grazie a Critici e Storici d’arte come Giorgio Grass, già curatore della 54ma e 57ma Biennale, sono davvero tanti gli artisti come me che hanno il privilegio di esporre le proprie opere in concomitanza di questo grandioso evento. La mostra titolata ‘lo Stato dell’Arte ai tempi della 58ma Biennale di Venezia’ ha come location il prestigioso palazzo Zenobio del settecento che espone tele provenienti da tutte le parti del mondo, ed essere lì è come vivere un sogno ad occhi aperti tra mare e cielo, perché per un artista è davvero il massimo ed io ci sono quest’anno con l’opera chiamata Rachele

Qual è lo stato di salute dell’arte contemporanea in Italia e cosa fanno le Istituzioni e il mondo della Scuola per avvicinare le persone a questa forma di cultura così ricca di fascino?

Fanno tanto e tanto poco, direi allo stesso tempo […] l’aver solo pensato di poter abolire l’insegnamento della storia dell’arte nelle scuole da parte delle istituzioni mi rattrista profondamente. L’attuale stato dell’arte diventa purtroppo sempre più concettuale e meno di sostanza, a volte si trascende nel disgusto totale, nel tentativo di sorprendere e creare qualcosa di nuovo. Se poteva aver un senso la famosa Merda d’artista di Piero Manzoni negli anni ‘60 oggi, come canterebbe Vasco, un senso non ce l’ha; ma per fortuna, il bello, il sentimento e la passione prevalgono sempre

Perché oggi l’arte, la pittura e la scultura, sono importanti e vanno promossi e seguiti dalle persone, soprattutto più giovani?

Dostoevskij ha scritto ‘La bellezza salverà il mondo’. In questo tempo, intriso più che mai di dolore, di guerre e cattiveria gratuita, di cuori inariditi e incapaci di amare, uno sguardo dolce impresso su una tela dove padroneggia il colore e non il sangue, è il mio, perché un’opera d’arte è tale nel momento in cui riesce a suscitare emozioni. Tutti noi, giovani, anziani e bambini, abbiamo bisogno di emozioni., di arte e di bello. Insomma, qualcosa che non fa bene solo agli occhi, ma che sappia accarezzarti anche l’anima

Quali sono i temi andrebbero affrontati per appassionare i giovani all’arte?

Non c’è un tema in particolare, ma si dovrebbe innanzitutto educare i giovani alla sensibilità, al saper guardare, al gusto, l’estetica e la tenerezza, poiché sono elementi fondamentali perpoter apprezzare un’opera d’arte, e ancora, andando oltre, quello che c’è dietro un’opera d’arte

Ora passiamo a domande che riguardano più intimamente l’Arte di KATAOS: da quali sentimenti trai ispirazione quando rappresenti le tue figure femminili e materne?

Ho scelto in prevalenza la figura femminile nei miei dipinti, perché in assoluto è quella che più di ogni altra ti sa accogliere avvolgere e far stare bene. È insito nella sua natura. La donna accoglie il seme in grembo e il cerchio diventa vita. La curva è morbida mentre gli spigoli fanno male, chi osserva le mie opere non troverà mai spigoli...ma dolcezza, tenerezza accoglienza e tanto benessere

Si tratta di donne reali, di muse ispiratrici o sono frutto della tua immaginazione?

I miei dipinti sono mie creature, sono parte di me. Molti in essi ritrovano il mio volto e la cosa mi diverte, perché così non è, non a livello conscio per lo meno.

I volti femminili presentano una macchia circolare di colore sulle guance, un tocco che contraddistingue i tuoi dipinti. Con questo vuoi trasmettere un significato specifico o è pura estetica?

Il rossore sul viso indica timidezza, ingenuità, purezza, ma sicuramente i miei studi sull’arte bizantina e in particolare le icone mariane hanno influenzato parecchio i volti delle donne che rappresento [...] quel fascino bizantineggiante di volti trasfigurati a rappresentare il divino che incantano e catturano l’occhio dell’osservatore, rimandando a una realtà più profonda, quella dell’anima. Mi sono immedesimata in quei volti cogliendone l’essenza nelle mie tele

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Il COLORE, è un altro tratto caratteristico dei tuoi lavori: la scelta di determinati colori dipende dalle emozioni che provi nel momento creativo dell’opera?

Per un’artista la riconoscibilità è fondamentale, devo dire che anche in questo oggi mi posso ritenere fortunata, la mia tavolozza è ricca di rossi che affiancati ad ampie campiture di turchese creano un piacevole contrasto. Sicuramente, mentre dipingo, è l’emozione del momento a predominare […] parto sempre da una idea iniziale che poi viene completamente stravolta in fase di lavorazione

Il tuo stile trae ispirazione da stili precedenti, di un più o meno lontano passato?

Indubbiamente, ogni artista che si rispetti ha prima studiato i grandi pittori e periodi della storia dell’arte; la mia è una ricerca continua e mi innamoro continuamente. Adoro in maniera particolare il periodo delle avanguardie artistiche del 900: Modigliani, Van Gogh, Gauguin, Picasso, Lautrec, Egon Schiele. Il mio tipo di pittura sicuramente si rifà all’espressionismo in cui esalto in maniera esasperata, ma dolce il lato emotivo di quello che rappresento […] dipingo ciò che sento e non ciò che vedo

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Il tuo metodo pittorico è espressione di una scoperta multisensoriale, oltre che visiva?

Il mio metodo pittorico è in continua evoluzione. Mi piace sperimentare sulle mie tele tanti materiali passando dagli oli agli acrilici e ai graffiti pur mantenendo sempre e comunque la mia impronta. Le mie tele non si presentano mai lisce, ma materiche e mi piace l’idea che si possano anche toccare e gustare con tutti i sensi, non solo con la vista

C’è un’opera tra quelle che hai creato a cui sei particolarmente legata e per quale ragione?

È sicuramente La voce del mare, quella scelta dal Critico d’arte Giorgio Grasso per la Milano expo 2015, che ha segnato la mia ascesa al successo cambiando e stravolgendo completamente la mia vita. Al momento, comunque, ci sono miei dipinti in collezioni private in gran parte delle città italiane, e devo dire anche all’estero. Col tempo ho acquisito la riconoscibilità che è importantissima per un artista e, credetemi, non c’è soddisfazione più grande che essere in una galleria con centinaia di opere di altri artisti e assistere alla scena di gente che entrando si sofferma dinnanzi a uno dei miei dicendo ‘questo è sicuramente un Kataos

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Il tuo nome d’arte, KATAOS, come nasce e che significato ha per te?

Ho sempre amato l’etimologia delle parole, il loro significato, tutto parte dal mio nome Caterina, dal greco Kataos che vuol dire Puro. Ma a prescindere dal significato, mi piace Kataos come firma d’arte perché la trovo perfetta [...] semplicemente me e l’origine di me

Che valore ha per te l’opinione artistica di un critico?

L’opinione di un critico competente a riguardo della mia arte per me è certamente importante; tuttavia il vero critico è colui che si lascia innamorare dalle mie opere, colui che si emoziona mentre le guarda, quello disposto a portarsele a casa e dire ‘tu da oggi vivrai con me’

Com’è nata la tua passione per la pittura e per l’arte e qual è il tuo percorso artistico, quello che ti ha consentito di realizzare un tuo personalissimo linguaggio e il tuo inconfondibile stile?

Penso ci sia sempre stata. È nata con me. Ho imparato a disegnare prima ancora di imparare a scrivere, e la pittura dal primo momento in cui sono stata in grado di tenere un pennello in mano si può dire che non l’ho più lasciata. Devo molto ai miei genitori che mi hanno consentito gli studi artistici, prima i 5 anni di istituto d’arte e poi i 4 anni di accademia di belle arti. Nulla è stato facile, lo ammetto. Ci sono voluti 50 anni della mia vita per essere Kataos, e in molte circostanze, in passato, ho dovuto scegliere tra un panino e un tubetto di colore, metaforicamente parlando. La strada è ancora in salita, ma di bello c’è che faccio ciò che amo e sono libera

Nicòl De Giosa

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