NASCE LA SOPRINTENDENZA NAZIONALE PER L’ARCHEOLOGIA DEL PATRIMONIO SUBACQUEO

IL VITTORIO VENETO BENE CULTURALE TURISTICO ANCHE IN FONDO AL MARE

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Come propaggine de l nuovo regolamento, con cui si intende dare maggiore rilievo alle strutture periferiche della compagine organizzativa del MIBACT ( Ministero per i Beni per le attività Culturali e per il Turismo ), è prevista la istituzione della Soprintendenza Nazionale per l’Archeologia del Patrimonio Subacqueo che, con due dislocazioni operative a Napoli e a Venezia, avrà sede centrale a Taranto dove faranno capo le funzioni dei Soprintendenti di Archeologia, Belle Arti e Paesaggio in conformità con la protezione del Patrimonio Subacqueo della Convenzione di Parigi del 2 Novembre 2001 che ha avuto ratifica ed esecuzione dalla legge n.157 del 23 Novembre 2009.

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Rientrando fra le prime misure del preannunciato “Cantiere Taranto”, la nuova importante Istituzione assume un carattere di specifico riconoscimento fortemente sostenuto dal Senatore (5 stelle) On.le Mario Turco per la sua città che, circondata com’è dal mare, sembra ideale soggetto di una innovazione così specifica cui, come sottolineato dal Ministro Dario Franceschini , si è inteso dare seguito in risposta alla pluridecennale necessità nazionale che fossero incrementate unità con competenze nel campo di ricerca dei reperti archeologici che costituiscono un vero tesoro culturale rinveniente dai fondali marini.

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Certamente, un motivo di particolare plauso non può non venire anche dai molteplici sostenitori della petizione “NON VA DEMOLITA LA NAVE STORICA VITTORIO VENETO GLORIOSO SIMBOLO ITALIANO NEL MONDO” (https://chn.ge/2L2bnTE); tanto più, tenuto conto che, grazie alla prospettata tutela del Patrimonio Subacqueo da parte di tale specifica Sovrintendenza Nazionale , si intravvede un ulteriore appiglio alla ricerca della destinazione finale più degna per il pregevole Incrociatore VITTORIO VENETO per il quale si profilerebbe un’altra possibilità di preservazione attraverso il suo AFFONDAMENTO che, oltretutto, già da più parti era stato addirittura invocato di contro alla prospettiva della indegna fine nella fonderia Turca .

L’adozione di questa misura estrema, programmata in una prospettiva di tutela, lungi dal significare una dissacrante distruzione della Unità Navale BENE NAZIONALE CULTURALE STORICO, ne determinerebbe la destinazione come pregiatissimo BENE SUBACQUEO, attrattore di turismo culturale nella moderna visuale della visitazione nel fondale marino.

Rimanendo, comunque, sempre perseguibile, e ancor più auspicato , che nel consueto ormeggio nello Jonio Tarantino sia considerata l’alternativa del recupero almeno come “ARCHEOLOGIA NAVALE” se non, addirittura, come “MUSEO” la cui realizzazione era stata prevista a Trieste ma, con la relativa sequenza di contraddizioni, per ben due volte è risultata vanificata, come si va a ricordare per dovere di informazione basata anche su diretta sperimentazione.

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Così, una prima volta dal 2012-2014; con la presa d’atto, nella riunione del 10/10/2013 presso lo Stato Maggiore M.M. , della rappresentazione della dichiarazione del 27/11/2012 da parte della Soprintendenza per i Beni Archeologici FVG e della Soprintendenza per i Beni Artistici Storici e Demo Etnoantropologici FVG, di cui si era fatto promotore l’insigne Sovrintendente per i Beni Archeologici del FVG, dr. Luigi Fozzati che, entusiasta del “Capolavoro” di alta Ingegneria e Maestranza Navale d’epoca ravvisato nella unicità dello Scafo dell’Incrociatore , si era espresso chiaramente: “ ... è di particolare interesse l’eventuale possibilità di musealizzare e valorizzare il glorioso incrociatore “Vittorio Veneto” nelle acque adriatiche di questa Regione. A questo fine ben si addice un progetto in corso di elaborazione che prevede un nuovo polo espositivo dedicato al mare nel Porto Vecchio di Trieste. Pertanto, le due Soprintendenze sopra citate, di comune accordo, rappresentano con convinzione la propria dichiarazione d’interesse a portare a compimento un’impresa che risulterà oltremodo gradita agli abitanti tutti di una Regione che ha molto sofferto nel corso del secolo passato.”

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Altrettanto, una seconda volta dal 2016-2017; con l’annuncio del Ministro della Difesa Roberta Pinotti, in data 24 Maggio 2016, circa “il finanziamento MIBACT che, dagli originari

£ 23 Milioni, sarebbe stato ampliato a ben £ 50 Milioni per la Musealizzazione anche del Vittorio Veneto nel Museo del Mare del Porto Vecchio di Trieste”. Tanto rafforzato dal seguito, in data 19 Gennaio 2017, della comunicazione della Governatrice Debora Serracchiani circa “ l’impegno del Dicastero della Difesa per la bonifica e messa in sicurezza del Vittorio Veneto”, presumibilmente in vista del doversi attenere secondo legge per potere mandare per mare l’Incrociatore.Il tutto risoltosi nel sostanziale nu lla di fatto dopo che, in data 6 Dicembre 2017, da Taranto si era diffusa la sollecitazione della Commissaria alle Bonifiche Vera Corbelli “perchè, di contro ad un esorbitante impegno di recupero in base ad un costo di £ 150 milioni, il Vittorio Veneto – “Amianto allo stato puro”- fosse mandato via da Taranto, dandolo ad altri non provvisti di altrettante bellezze quante possedute dal territorio Tarantino”. Essendo, infine, apparso scontato il ricorso della M.M. alla vendita dell’Incrociatore alla SYMSENCLER Turca che, paradossalmente, sarebbe stata pronta a pagare addirittura il 280% in più rispetto alla base d’asta; forse, contando tanto maggiormente, per i Turchi, il portarsi via un Simbolo Italiano carico del peso di un tradimento “da fuoco amico” incurante dello svilimento, a ferro vecchio contaminato, di quanto annovera addirittura una ESSENZA PATRIOTTICA di Unità Nazionale la cui memoria e monito riverberano dallo stesso nome VITTORIO VENETO.

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Tanto premesso, anche riguardo a fatti lasciati ancora nel limbo di una informativa elusa con interrogativi niente affatto soddisfatti, ci potrebbe essere una tacita archiviazione nella estrema prospettiva dell’AFFONDAMENTO da cui deriverebbe la restituzione del giusto valore di BENE STATALE CON CHIARA VALENZA CULTURALE STORICA di cui potere ancora fregiarsi, sia pure attraverso una “fruizione” recuperabile sul fondo del Mare .

Ferma restando, comunque, l’imprescindibilità e improcrastinabilità della bonifica del Vittorio Veneto che, secondo la Normativa Nazionale e Comunitaria, è sottesa anche alla permanenza subacquea, così come era stata sempre un doveroso preliminare da assolvere sia per l’avvio verso la salvezza Triestina sia verso la distruzione in Turchia con cui si pensasse di affrancare la Città di Taranto dall’allarme, di bomba ecologica, innescato con l’etichetta di “Amianto allo stato puro” appioppata proprio alla Unità Navale che più di qualsiasi altra è ritenuta prestigio Italico agli occhi del mondo oltre ad aversene particolare motivo di affezione nella stessa città di Taranto dove, nel contesto del suo paesaggio, da mezzo secolo, orgogliosamente, è stato riservato l’ormeggio.

Ormai, anche in base alla prospettiva offerta dalla tutela della innovativa Soprintendenza, la destinazione del VITTORIO VENETO non può che essere assolutamente inscindibile dal perseguire il “bene” di Taranto rendendole fruibile anche quest’ultimo “ORO” che le appartiene come , inconfutabilmente, appartiene a tutta la Nazione che non può esserne privata con una vergognosa “spedizione” verso la fonderia Turca, disilludendo rassicurazioni di "giustizia".

Rosa Cavallo

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