NARCOTRAFFICO

Dalla fiction alla realtà per un destino quasi ineluttabile, ma non invincibile

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Il traffico di droga è diventata una questione sempre più appannaggio delle organizzazioni criminali sudamericane, con un indice di affari molto a rialzo fatto segnare soprattutto da quelle messicane. Se gli anni ’80 e ’90 sono stati quelli di Pablo Escobar e dei cartelli colombiani, le recenti serie tv ZeroZeroZero, tratta da un racconto (realistico) di Roberto Saviano e Narcos:Messico, che narra le vicende del cartello di Guadalajara, dalle cui ceneri nascerà quello di Juárez, ci hanno mostrato con quanta crudeltà e spregiudicatezza la criminalità organizzata dello stato confinante con gli Stati Uniti di America procede incontrastata nel portare a termine i propri affari in tutto il mondo. In entrambe le fiction televisive i cartelli della droga si fanno guerra per chi deve ascendere ai vertici della gestione del traffico di stupefacenti, descrivendo quasi pedissequamente una realtà allarmante.

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Realtà che, purtroppo, ha come protagonista anche l’Italia con la ‘ndrangheta. Proprio qualche giorno fa ho scritto dell’arresto del figlio del boss calabrese Girolamo Molè, punto di riferimento in Europa dei narcotrafficanti messicani. Questa volta, invece, riportiamo una notizia battuta poche ore fa dalle agenzie, ma i fatti, secondo fonti della Procura generale, sono accaduti venerdì scorso a Madera, Stato settentrionale messicano di Chihuahua: due bande di narcos si sono scontrate in un conflitto a fuoco per il controllo del territorio. La polizia, giunta sul posto, ha rinvenuto 18 morti e due feriti, oltre a una notevole quantità di armi. Le Forze Speciali hanno avviato una caccia all’uomo per cercare di localizzare i membri sopravvissuti delle due bande. Secondo le prime indagini degli inquirenti lo scontro ha visto coinvolti gli uomini del gruppo Gente Nueva del Cartello di Sinaloa e altri del Cartello di Juárez.

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Intanto il giro di affari del traffico di droga tende a crescere esponenzialmente in tutto il mondo. In una relazione (2019)del Dipartimento per le Politiche antidroga della Presidenza del Consiglio, riferita al 2018, In Italia la spesa effettuata per consumo di sostanze psicoattive illegali è stimata in 15,3 miliardi di euro (0,9% del PIL) in aumento di circa un miliardo rispetto all’anno precedente: fra questi poco più del 42% è attribuibile alla spesa per il consumo di cocaina e circa il 29% a quella per l’uso di derivati della cannabis. In Europa, invece, la spesa per lo stesso periodo, è del doppio (fonte Osservatorio europeo delle droghe e tossicodipendenze). Mentre il flusso di droga che transita dal Sudamerica verso il vecchio di continente vale circa 100 miliardi di euro.

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Davanti a queste cifre a nove zeri, le notizie che ci giungono ogni tanto di sequestri di carichi di stupefacenti o di arresti eccellenti nel mondo del narcotraffico, ci sembrano così insignificanti da farci pensare, alle volte, che, fino a quando nel mondo la domanda sarà alta, la droga sarà una piaga che difficilmente si riuscirà ad emarginare o addirittura a guarire. Ma non bisogna mai mollare. Anche il più insignificante dei raid o delle retate da parte delle forze di polizia, è un segnale che deve essere dato a quella parte di società che crede negli ideali di giustizia e di rispetto delle leggi, altrimenti i trafficanti inizieranno a rappresentare un destino veramente ineluttabile.

Umberto De Giosa

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