Morto Chris Cornell

Icona grunge, una delle più grandi voci del rock

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Tra le figure più rappresentative degli ultimi venticinque anni di storia della Musica, Chris Cornell era un concentrato ultraterreno di potenza graffiante, fondamentale nel tratteggiare il suono e l’identità di quella corrente rock nota come “Grunge”. Lo ricordiamo tutti come il grandissimo frontman dei Soundgarden, ma anche degli Audioslave e dei Temple of the Dog. È morto ieri a Detroit, improvvisamente e inaspettatamente, secondo quanto riferiscono fonti a lui vicinissime. Mercoledì sera si era esibito coi Soundgarden, con cui aveva di recente nuovamente condiviso l’esperienza compositiva, nella città del Michigan. Aveva solo 52 anni Chris, e francamente il pensiero vola a un destino che si è accanito contro gli esponenti più rappresentativi di questa scia musicale, da Kurt Cobain, morto a soli 27 anni a Layne Staley degli Alice in Chains o, più recentemente, Scott Weiland degli Stone Temple Pilots. Insieme a Cobain coi Nirvana e Eddie Vedder coi Pearl Jam, può definirsi uno degli elementi costitutivi di quel “triangolo magico” che agli albori degli anni’90, partì da Seattle, sua città natale, per forgiare una certa idea di rock, creando un nuovo paradigma musicale degno della migliore derivazione “ledzeppeliana”. La voce di Cornell, una potenza della natura, con acuti assolutamente devastanti, di quelli che arrivano a far vibrare certe corde dell’ io più profondo e incosciente. Il 1991 è stato l’anno della consacrazione nei cuori del pubblico, ma il lancio definitivo giungerà tre anni dopo con «Superunknown» e la celeberrima “Black Hole Sun”, che diviene immediatamente la «canzone» distintiva della band che inizierà una serie infinita di tour estenuanti in giro per il pianeta.

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A causa di divergenze con il suo compagno di avventure Kim Thayil, Chris abbondonerà i Soundgarden, percorrendo altre strade, più morbide e elettroniche, che si contrapponevano al pensiero di Kim, molto più conservatore e legato a schemi e visioni musicali rigide. Da “Euphoria Morning” primo album solista risulta evidente una new line molto più orecchiabile e leggera che andrà consolidandosi nei lavori di fine anni Novanta ed inizi Duemila, di cui “Scream” è prova evidente. Una tendenza che si rispecchierà anche nel radicale cambio di look, con un taglio di capelli corto e abbigliamento modaiolo. Cornell arriverà a dire “Il rock è morto, meglio la disco” in un’intervista di qualche anno fa, una svolta molto dura, praticamente una bestemmia per molti fan, che mai gli fu perdonata. Arriva il periodo degli Audioslave, supergruppo con Tom Morello, reduce dei Rage Against The Machine che si rivelò piuttosto lontana dai momenti esaltanti dei primi Soundgarden. Esperienza di tre album senza troppi rimpianti. Evidentemente alla storia della morte del rock, Chris non credeva poi tanto, infatti tornerà a suonare con i vecchi amici di gioventù, i Soundgarden, anche se la verve compositiva degli anni precedenti, non poteva più essere la stessa, risultando un po’ incapaci di trovare nuovi brani all’altezza delle hit del passato. A loro il grande merito di essere stati insieme ad altri “giovani eroi del rock” i fautori dell’ultima rivoluzione Grunge. Una missione che Cornell porterà avanti fino all’ultimo istante della sua vita terrena. Arrivederci a ogni tua canzone Christopher John Boyle, la tua voce rimarrà uno dei patrimoni più preziosi che la musica degli anni ’90 lascia in eredità.

Massimo Lupi

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