Meccanismi per la creazione delle “nuove sette” e delle “caste” a partire dai “granfalloon”

Parte I: Il modello del controllo del pensiero

2_L_inchiesta_M_Montinari_-_Copia.jpg

Frequentemente la parola “setta” viene associata al satanismo, quindi con evidente caratteristica antireligiosa, eppure non tutte le sette, “caste” o pseudosette sono sataniche. Tutte invece sono diaboliche in quanto separano l’individuo da se stesso, dalla propria famiglia, dalla vita e dal lavoro.

Questo è quanto affermato da Don Antonio Bonaiuto, responsabile del Servizio Anti Sette della Comunità Papa Giovanni XXIII, che ha invitato la stampa e tutti gli operatori della comunicazione a “rompere il silenzio”.

Nei media se ne parla poco, tranne nei casi in cui la cronaca è coinvolta per alcuni delitti efferati in cui gli inquirenti o i giornalisti ipotizzano una strada satanista, argomento che spinge ad una vendita maggiore di giornali o stimola la curiosità dei cittadini, che poi si esaurisce in pochi giorni.

L’appartenenza ad una setta determina il cambiamento di personalità e dei propri interessi, accompagnato dall’isolamento dai familiari con l’allontanamento dagli affetti, l’aggressività e l’assoggettamento totale all’indottrinamento che vede la idealizzazione del leader.

La “manipolazione mentale” assume un carattere centrale nei rapporti che si creano tra il “leader” (o il “guru”) e le sue vittime, sia direttamente che indirettamente. Vengono messe in atto tecniche sofisticate, che partono con un adescamento graduale in cui si sfruttano meccanismi basati sui bisogni della vittima. Il leader, o il guru, si presenta pertanto come unica e possibile soluzione; scava nella fragilità della persona anche con tecniche violente come i ricatti, anche morali (spesso fondati sulle falsità raccontate dalla vittima relativamente al pregresso stato di malessere familiare o affettivo), e in alcuni casi vengono posti in atto veri e propri meccanismi di tortura che indeboliscono il senso critico della stessa vittima.

Le vittime subiscono un vero lavaggio del cervello cui segue il plagio, ed è grazie agli studi dello psichiatra statunitense Robert Jay Lifton (1926) - che è stato tra i primi proponenti della disciplina della psicostoria, discussa branca della scienza che esplora le cause psicologiche degli eventi storici - che sono state studiate le tecniche utilizzate dai regimi totalitari per consentire il cosiddetto “lavaggio del cervello”. Tecniche, queste, che trovano molte analogie con quelle usate dalle sette o dalle “caste”, tanto che spesso “lavaggio del cervello” e “plagio” vengono intesi come sinonimi. In realtà c’è un’importante differenza che ne influenza tutti gli aspetti, dipendentemente dai sentimenti-guida: mentre il lavaggio del cervello sembra essere guidato dall’odio, il plagio utilizza l’amore.

cms_16806/Foto_1.jpg

Il modello del controllo del pensiero ha origine da una serie di 40 interviste che Lifton condusse come parte della loro valutazione psichiatrica ad Hong Kong su militari americani fatti prigionieri durante la Guerra di Corea. I risultati del suo studio furono pubblicati nel 1961 nel libro Riforma del Pensiero e Psicologia del Totalitarismo in Cina (Thought Reform and the Psychology of Totalitarianism: A Study of "Brainwashing" in China). Questo rappresenta uno studio sulle tecniche di coercizione cui Lifton si riferisce, con il nome di “riforma del pensiero”, termine usato dai cinesi. La "riforma del pensiero" viene inquadrata come una tecnica più sottile del "lavaggio del cervello", perché il nemico è invisibile, ignoto.

Robert Jay Lifton ha descritto la "riforma del pensiero" come un insieme di metodi che vengono usati per cambiare gli atteggiamenti mentali delle persone senza il loro consenso. Essa si basa dunque sulla combinazione di una coercizione proveniente dall’esterno con un’esortazione interiore che utilizza i sensi di colpa e di vergogna dell’ostaggio/malato, rafforzata dalla speranza in una guarigione.

Lifton ha suddiviso il processo di “riforma del pensiero” in otto fasi, che possono essere sviluppate contemporaneamente o in sequenza:

1) Controllo dell’ambiente e della comunicazione. Include il controllo delle informazioni che giungono al soggetto, e delle sue comunicazioni con l’ambiente esterno.

2) Manipolazione mistica. Si riferisce alla manipolazione di esperienze che sembrano essere spontanee, ma che in realtà sono state pianificate, orchestrate e dirette dai manipolatori.

3) Richiesta di purezza. I manipolatori forniscono una visione manichea della realtà, un’opposizione tra bianco e nero senza mezze misure. L’ideologia, la fede o le credenze del gruppo sono rappresentate come l’unica fonte di purezza. I membri sono costantemente esortati a conformarvisi e combattere per il raggiungimento della perfezione. L’ambiente esterno è considerato come impuro.

4) Confessione. I peccati quali sono definiti dal gruppo sono confessati ad un mentore oppure in pubblico, al resto dei membri del gruppo.

5) Scienza sacra. L’ideologia, la fede o le credenze del gruppo sono considerate la Verità Ultima, qualcosa da accettare acriticamente ed in toto. L’esternazione di dubbi è vista come una mancanza di purezza.

6) Linguaggio caricato. Il gruppo interpreta espressioni o parole comuni in modi nuovi, elaborando un proprio gergo che non può essere compreso da quanti non ne fanno parte.

7) La dottrina prevale sull’individuo. Le esperienze personali sono subordinate alla scienza "sacra" del gruppo. Ogni esperienza che non si conforma a tale "scienza" deve essere rinnegata, oppure reinterpretata in modo da conformarsi alle credenze del gruppo.

8) Dispensazione dell’esistenza. Il gruppo gode della prerogativa di decidere chi gode del diritto all’esistenza. Inoltre, è in grado di influenzare l’esistenza dei suoi membri mediante il controllo delle loro finanze, del cibo che ricevono, delle pubblicazioni e dei mass media cui hanno accesso ecc.

cms_16806/Foto_2.jpg

Con il suo lavoro, Lifton ha dimostrato che gli effetti della coercizione sono temporanei, generalmente reversibili, anche in grado di generare una nevrosi.

Nella storia questa tecnica è stata sfruttata dai Cinesi per controllare le deviazioni ideologiche, trovando in seguito la sua applicazione anche sui prigionieri di guerra americani. Recentemente queste metodiche sono state impiegate da movimenti religiosi o pseudoreligiosi dalle caratteristiche settarie. Gli autori di quest’applicazione del modello di Lifton sono gli psicologi Margaret Singer e Steven Hassan. Rispettivamente, Singer è autrice del libro Le Sette tra Noi (Cults in our Midst), mentre Hassan è autore di Mentalmente Liberi (Combating Cult Mind Control).

Nei regimi totalitari spesso il soggetto è prigioniero o comunque viene costretto a subire determinati trattamenti manipolatori; diversa è invece la realtà delle sette o delle “caste” in quanto l’individuo vi si avvicina nel tentativo di cercare conforto poichè deluso dalla vita che sta vivendo. Di conseguenza accetterà spontaneamente, e con emozione, le regole di sottomissione, partendo quindi ben disposto nell’accogliere i principi della setta o della “casta” che viene così vista come fraterna e non come opponente. Il programma che viene applicato nei confronti della “vittima” si rifà sia alle regole del “lavaggio del cervello” sia a quelle della persuasione.

Massimo Montinari

Tags:

Lascia un commento



Autorizzo il trattamento dei miei dati come indicato nell'informativa privacy.
NB: I commenti vengono approvati dalla redazione e in seguito pubblicati sul giornale, la tua email non verrà pubblicata.

International Web Post

Direttore responsabile: Attilio miani
Condirettore: Antonina Giordano
Editore: Azzurro Image & Communication Srls - P.iva: 07470520722

Testata registrata presso il Tribunale di Bari al Nrº 17 del Registro della Stampa in data 30 Settembre 2013

info@internationalwebpost.org
Privacy Policy

Collabora con noi

Scrivi alla redazione per unirti ad un team internazionale di persone dinamiche ed appassionate!

Le collaborazioni con l’International Web Post sono a titolo gratuito, salvo articoli, contributi e studi commissionati dal Direttore responsabile sulla base di apposito incarico scritto secondo modalità e termini stabiliti dallo stesso.


Seguici sui social

Newsletter

Lascia la tua email per essere sempre aggiornato sui nostri contenuti!

Iscriviti al canale Telegram