Mafia, arrestato fratello vedova Schifani(Altre News)

Torino, altre scritte naziste su campanello figlia partigiano - Viterbo, morte 16enne: indagato medico pronto soccorso - Mafia, arrestato il boss Gaetano Scotto - E’ morto Flavio Bucci

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Mafia, arrestato fratello vedova Schifani

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(Elvira Terranova) - C’è anche Giuseppe Costa, fratello di Rosaria Costa, la vedova di Vito Schifani, uno degli agenti di scorta di Giovanni Falcone, tra le otto persone arrestate oggi dalla Dia di Palermo. Secondo il gip del Tribunale che ha firmato la misura cautelare Costa, ufficialmente imbianchino disoccupato di 58 anni, avrebbe "fatto parte della famiglia mafiosa di Vergine Maria, mantenendo rapporti con esponenti mafiosi di altre famiglie (...) nell’interesse primario dell’organizzazione mafiosa". Avrebbe anche "organizzato e coordinato attività estorsive, nonché atti ritorsivi nei confronti di imprenditori e commercianti della zona". Non solo, avrebbe anche "provveduto al mantenimento degli affiliati detenuti e alla corresponsione pro quota dei proventi dell’associazione mafiosa".

La sorella di Giuseppe Costa è Rosaria Costa, vedova di Vito Schifani, il poliziotto di 27 anni, morto nella strage di Capaci che lasciò la moglie Rosaria Costa, 22 anni e un figlio di appena 4 mesi. Quando, nella camera ardente allestita a Palazzo di Giustizia a Palermo, il Presidente del Senato Spadolini si avvicinò alla vedova, lei gli disse "Presidente, io voglio sentire una sola parola: lo vendicheremo. Se non puoi dirmela, presidente, non voglio sentire nulla, neanche una parola".

Le parole che poi Rosaria pronunciò ai funerali del marito, di Falcone, di Morvillo e del resto della scorta fecero presto il giro dei notiziari per la disperazione ma anche lucidità che ne traspariva: "Io, Rosaria Costa, vedova dell’agente Vito Schifani mio, a nome di tutti coloro che hanno dato la vita per lo Stato, lo Stato..., chiedo innanzitutto che venga fatta giustizia, adesso. Rivolgendomi agli uomini della mafia, perché ci sono qua dentro (e non), ma certamente non cristiani, sappiate che anche per voi c’è possibilità di perdono: io vi perdono, però vi dovete mettere in ginocchio, se avete il coraggio di cambiare... Ma loro non cambiano... [...] ...loro non vogliono cambiare... Vi chiediamo per la città di Palermo, Signore, che avete reso città di sangue, troppo sangue, di operare anche voi per la pace, la giustizia, la speranza e l’amore per tutti. Non c’è amore, non ce n’è amore...".

Giuseppe Costa, detto ’U Checcu’, cioè il balbuziente, il fratello della vedova di Vito Schifani, secondo gli inquirenti avrebbe svolto "le funzioni di esattore delle richieste estorsive, destinandole ai carcerati". E’ quanto scrive il gip nella misura cautelare per l’arresto di Costa e altre sette persone, tra cui Gaetano Scotto, il boss mafioso che era stato ingiustamente accusato della strage di via D’Amelio. "Plurime sono le emergenze di indagini che confermano la gravità indiziaria a carico di Costa", scrive il gip. Sembra che da molti anni i rapporti tra Giuseppe Costa e la sorella Rosaria fossero inesistenti. Anzi, secondo quanto apprende l’Adnkronos, il fratello aveva preso le distanze dalla sorella vedova della scorta di Falcone e "il gesto era stato apprezzato da Cosa nostra", come emerge dalle intercettazioni.

Rosaria Costa nel 1995 ha lasciato la Sicilia con il figlio, che oggi è capitano della Gdf, e si è sposata con un militare.

Torino, altre scritte naziste su campanello figlia partigiano

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’Onore Hitler’ con svastica e croce celtica. E’ la scritta comparsa questa mattina a Torino sul campanello di casa della figlia di un partigiano. La stessa donna il 30 gennaio scorso aveva trovato sul campanello di casa un bigliettino con la scritta nazista ‘Sieg Heil’. La donna dopo aver scoperto l’etichetta attaccata al campanello ha denunciato l’accaduto alle forze dell’ordine. Sull’episodio indaga la Digos.

Viterbo, morte 16enne: indagato medico pronto soccorso

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Un medico del pronto soccorso di Viterbo è indagato per omicidio colposo in relazione alla morte di Aurora, la ragazza di sedici anni trovata senza vita nella sua casa di Montefiascone, dopo essere andata il giorno prima in ospedale per un malore e poi dimessa. L’iscrizione sul registro degli indagati è scattata in seguito all’acquisizione di documenti e testimonianze. "Nell’ambito delle attività investigative relative al decesso della giovane" si legge in una nota della Procura e dei carabinieri di Viterbo, "avvenuto nella notte tra venerdì 14 e sabato 15 febbraio, è stato notificato un avviso di garanzia a un medico dell’Ospedale di Belcolle al fine di poter effettuare, con le tutele di legge, tutti gli accertamenti necessari. Nel pomeriggio si è svolto l’esame autoptico, su conferimento dell’incarico da parte del Pubblico Ministero titolare del fascicolo, d.ssa Eliana Dolce, il cui esito potrebbe apportare ulteriori elementi all’indagine".

Mafia, arrestato il boss Gaetano Scotto

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La Dia di Palermo sta eseguendo un restrittivo emesso dal Gip presso il locale tribunale nei confronti di 8 persone ritenute affiliate alla famiglia mafiosa dell’Arenella, una delle più rappresentative del mandamento di Palermo - Resuttana, ritenuti, a vario titolo, responsabili di associazione mafiosa ed altro.

Tra gli otto arrestati all’alba di oggi ci sono anche i fratelli Gaetano e Pietro Scotto. Gaetano Scotto, che è parte civile nel processo sul depistaggio della strage Borsellino per essere stato accusato falsamente dall’ex pentito Vincenzo Scarantino, secondo gli inquirenti, dopo la scarcerazione sarebbe tornato a guidare la famiglia mafiosa dell’Arenella. Lo stesso è indagato per l’omicidio di Vincenzo Agostino, il poliziotto ucciso nel 1989 con la giovane moglie. Anche il fratello, Pietro Scotto, era stato arrestato per la strage ma poi in appello venne assolto.

Nel corso delle indagini "si è evidenziato il ruolo carismatico di Gaetano Scotto, il quale ha dimostrato (come peraltro riconosciutogli anche da altri uomini d’onore appartenenti addirittura ad altri mandamenti palermitani) di saper gestire il ruolo riconosciutogli e la sua influenza territoriale ponendosi al di fuori delle ordinarie dinamiche di cosa nostra, evitando incontri, riunioni ed altre relazioni suscettibili di sovraesposizione", scrivono gli investigatori della Dia di Palermo che hanno condotto l’inchiesta. "In particolare, sono state documentate proposte per investirlo di alte cariche di vertice più prestigiose all’interno dell’organizzazione, in realtà sempre declinate da Scotto, in attesa di chiarire le proprie vicende giudiziarie pendenti: ’…mi hanno chiesto di fare il capo mandamento …ma sono pazzi! Io devo ringraziare il Signore di essere uscito ...non se ne parla proprio…!’, si legge in una intercettazione.

"Attraverso un’oculata e sagace gestione della "propria famiglia di appartenenza", Scotto è tornato ad occupare quel ruolo di vertice in realtà mai abbandonato negli anni, poiché gestito, in sua assenza, sia dai fratelli Francesco Paolo e Pietro, sia da altri uomini d’onore, fedeli alla sua persona, che hanno retto il sodalizio mafioso durante la sua assenza", dicono i pm.

Secondo quanto emerge dall’inchiesta, il boss nel 2016 avrebbe partecipato alla festa di Sant’Antonio, santo patrono dell’Arenella di Palermo, salendo addirittura sulla barca contenente la vara del santo. "Vicende tristi che rendono promiscuo il sacro e il malaffare", dice il capocentro della Dia di Palermo, Folonnello Antonio Amoroso. Al suo rientro all’Arenella dal carcere, all’inizio del 2016, Scotto "ha trovato un intero quartiere ad attenderlo, pregno di devozione e di rispetto", dicono i pm.

Nel corso della festa di Sant’Antonio da Padova, patrono della borgata marinara dell’Arenella, che si è tenuta il 13giugno 2016, durante un colloquio telefonico con l’allora fidanzata Giuseppina Marceca "Scotto interruppe la conversazione affermando che lo avevano avvisato che per fare passare il Santo "aspettavano lui" - dicono i pm-. Come se non bastasse, i due fidanzati salivano a bordo di un peschereccio, a bordo del quale veniva posizionata la cosiddetta "vara del Santo" per essere trasportata via mare secondo le regole della processione che, peraltro, vietano in maniera categorica che a bordo dell’imbarcazione possano salire persone diverse dal sacerdote che officia la funzione e dalla banda musicale".

Scotto " è certo di essere rispettato nella sua borgata anche per la conduzione della famiglia mafiosa, secondo la percezione degli abitanti del posto "gestita in maniera oculata ed equilibrata", dicono gli inquirenti. Gaetano Scotto ha scontato una condanna per mafia e traffico di droga e aveva scontato la pena nel gennaio 2016.

E’ morto Flavio Bucci

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E’ morto all’età di 72 anni l’attore Flavio Bucci. La notizia l’ha data il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, con un post sul suo profilo Facebook: "Quando un artista se ne va lascia sempre un gran vuoto. Mi dispiace molto della scomparsa dell’attore Flavio Bucci, che da anni risiedeva a Passoscuro. Tutti lo ricordano in alcuni suoi ruoli memorabili in film altrettanto indimenticabili: penso al ’Marchese del Grillo’, accanto a Sordi, a ’Suspiria’ del maestro del terrore Dario Argento, a ’Il divo’ di Paolo Sorrentino, solo per citarne alcuni. Un grande caratterista, di quelli che hanno fatto grande la cinematografia italiana. Esprimo le condoglianze mie e dell’Amministrazione ai familiari e amici".

LA TV - Bucci si fece conoscere dal grande pubblico interpretando lo sceneggiato televisivo "Ligabue", diretto da Salvatore Nocita, andato in onda su Rai 1, in tre puntate, dal 22 novembre al 6 dicembre 1977. Raccontava la storia tormentata e visionaria del pittore naif Antonio Ligabue (1899-1965), che visse, prima di essere scoperto e celebrato, un’esistenza dolorosa segnata da solitudine e disagio psichico. Nello sceneggiato biografico Flavio Bucci fu il protagonista nel ruolo di Ligabue e nel cast recitarono Pamela Villoresi, Giuseppe Pambieri e Alessandro Haber.

Con il regista Salvatore Nocita, Flavio Bucci tornò a lavorare nei "Promessi sposi" (1989). Sempre per il piccolo schermo ha recitato nella mini serie "La Piovra" (1984) di Damiano Damiani e in "L’avvocato Guerrieri - Ad occhi chiusi" (2008) di Alberto Sironi, sua ultima apparizione sul piccolo schermo.

’FLAVIOH’ - Nel 2018 il regista Riccardo Zinna ha realizzato il film documentario "Flavioh", presentato a vari festival, "racconto dell’uomo e dell’artista Flavio Bucci, uno dei massimi attori del teatro e del cinema contemporaneo". Bucci è stato accompagnato in un viaggio on the road a bordo di un camper in giro per l’Italia e l’Europa attraverso luoghi e incontri che hanno segnato la sua vita personale e artistica.

Flavio Bucci è stato un artista davvero singolare che ha interpretato magistralmente un’infinità di tipi umani, rendendoli tutti unici e irripetibili, che ha sposato una principessa vera, che ha co-prodotto "Ecce Bombo" di Nanni Moretti, che ha prestato la sua voce a John Travolta, Gerard Depardieu, Sylvester Stallone. "Flavio Bucci non si può non raccontarlo - spiega Riccardo Zinna - Ecco un viaggio dunque, un lungo viaggio attraverso strade, stanze, suoni, mondi, corpi, amori".

"Certo non c’è più un cinema per te oggi!". Così Claudio Mancini, produttore dei film di Elio Petri e di "C’era una volta in America" di Sergio Leone, esordisce incontrando Flavio Bucci. "Il suo volto antico, come fosse stato scolpito ad hoc per riprodurre nel contempo tragedia e commedia, la sua voce, un incredibile mistero della natura, calda potentissima e nitida, in grado, persino con un sussurro, di centrare qualsiasi angolo di un Teatro - spiega sempre Zinna - Un indimenticabile e dimenticato attore torinese dotato di un talento impressionante".

"Quando ho capito che molti giovani ventenni, trentenni ma anche molti quarantenni non conoscevano Flavio Bucci ho pensato che dovevo realizzare un documentario, un tributo, dovevo in qualche modo riuscire a raccontare la parabola dell’uomo e dell’artista Flavio Bucci, un uomo che ha vissuto la sua storia da battitore libero, vincendo, perdendo, sbagliando ma mai barando con gli altri e soprattutto con se stesso", ha raccontato il regista Riccardo Zinna.

FRANCESCHINI - "Il cinema italiano perde un grande attore". Così il ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini commenta la scomparsa di Flavio Bucci. “Nella sua lunga carriera - ha aggiunto il ministro - Bucci ha saputo interpretare con passione e maestria molti ruoli, identificandosi, come lui stesso amava dire, in più vite e personalità di cui ha saputo cogliere l’essenza. È un giorno di lutto per il cinema italiano”.

Redazione

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