Il Museo del tesoro della basilica di San Francesco, è una raccolta d’arte sacra esposta in due sale del Palazzo Nord del Sacro Convento di Assisi, con accesso dal primo piano del rinascimentale Chiostro di Sisto IV, a ridosso dell’abside della celebre basilica che custodisce le spoglie del Poverello.
Prima sala (detta gotica): il Tesoro
Nonostante l’impoverimento subito nel corso della sua storia, quello che dell’antico tesoro si può oggi ammirare risulta ancora di notevole interesse lasciando immaginare quella che doveva essere la ricchezza storica e artistica originaria di questa raccolta, mantenutasi grosso modo intatta fino alla fine del secolo XVIII[5].
La raccolta si compone per la maggior parte di opere delle arti cosiddette minori, anche se non mancano alcune pitture e sculture. Tra ciò che si è salvato dell’antico tesoro, troviamo significative testimonianze degli inizi della collezione e del suo carattere internazionale: opere di provenienza e origine francese (come i manoscritti miniati a Parigi verso la metà del Duecento, oreficerie tra cui il bel reliquiario della Veste Inconsutile e quello della Sacra Spina in stile gotico classico parigino della seconda metà dello stesso XIII secolo, una elegante Madonna con Bambino in avorio anch’essa in purissimo stile gotico francese del secolo XIV[6]), fiamminghe (l’arazzo di Sisto IV con l’albero francescano e alcuni avori), tedesche (l’orologio donato nel 1701 dall’imperatore d’Austria Leopoldo I al padre Vincenzo Coronelli e alcune oreficerie austriache-Salisburghesi).
Le oreficerie sono predominanti: reliquiari di varie forme, provenienze, date e stili. Alcuni si distinguono per la loro singolarità come ad esempio quello di sant’Andrea (sec. XIII) e quello di sant’Orsola (sec. XIV), ornato da un bel vetro dorato e graffito. Fra i vasi d’altare spicca un folto numero di calici di varie epoche tra cui il più celebre è sicuramente quello d’argento dorato ornato di smalti di Guccio della Mannaia dono di Niccolò IV, il primo francescano a sedere sulla cattedra di san Pietro dal 1288 al 1292.
L’esposizione comprende anche due rari dossali di seta degli inizi del secolo XIII di produzione palermitana, opere dei maestri vetrari veneziani (una croce di cristallo con miniature della prima metà del sec. XIV) e alcune pitture tra cui la Croce a due facce del Maestro dei Crocifissi Blu (seconda metà del sec. XIII) e due pale d’altare di Tiberio d’Assisi[7] e de Lo Spagna[8], entrambi vissuti a cavallo tra il XV e XVI secolo. Tra i tessuti merita una particolare menzione lo splendido paliotto d’altare di manifattura fiorentina su disegno attribuito ad Antonio del Pollaiolo, donato alla Basilica dal papa francescano Sisto IV forse nel 1478, in occasione dei duecentocinquantanni della canonizzazione di san Francesco[9].
I dipinti
Crocifisso del Maestro dei crocifissi blu (sec. XIII)
Cristo crocifisso tra angeli e i santi Leonardo, Antonio abate, Francesco e Chiara
Madonna con Bambino, angeli e santi (1516), dipinto su tavola di Giovanni di Pietro, detto Lo Spagna
Il profeta Isaia (terzo quarto del XIII sec)
Santo Volto (circa 1450)
Sculture
Madonna con Bambino (XIV sec.), avorio dipinto, di scuola francese
Seconda sala: Collezione Perkins
Madonna dell’Umiltà (XIV sec.) di Giovanni di Nicola da Pisa