MINORI NON ACCOMPAGNATI NEL DRAMMA DI UNA GUERRA

La storia di Sasha, il bambino ucraino sparito nel nulla:”è salito su un pullman per l’Italia”. I genitori non riescono più a trovarlo

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cms_25437/00.jpgCorridoi umanitari, bambini e bambine e i loro diritti umani. La strana guerra dei viaggi fantasma: le cronache raccontano dell’emergenza e dell’urgenza di porre interventi e soluzioni sulle modlità di accoglienza ma ancora carenti risultano i modelli di accoglienza e l’importanza di salvaguardare il censimento e lo screening della popolazione in arrivo e quello sanitario. I minori soli che arrivano in Europa sono sempre più numerosi, la situazione è sempre più caotica.

Strategie di intervento nell’attività del servizio sociale innanzi alla forte preoccupazione per la possibilità che nel caos si verifichino comportamenti altamente pericolosi e ulteriormente dannosi nei confronti di minorenni dei quali nulla è dato sapere.

Ha lasciato col fiato sospeso l’Italia intera la storia di Sasha, il bambino ucraino sparito nel nulla: "È salito su un pullman per l’Italia".

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Le direttive congiunte relative alla gestione dei minori profughi ucraini impartite dalla Procura della Repubblica per i Minorenni dei luoghi ove operano, dagli Uffici Immigrazione delle Prefetture e della Questura, FF.OO. - in relazione all’emergenza Ucraina considerata la situazione di necessità di impartire procedure ed indicazioni volte ad uniformare le prassi secondo un metodo condiviso -, evidenziano procedimenti impropri e assolutamente disomogenei. I bambini e ragazzi ucraini, nella gravissima e tragica situazione di emergenza generata dalla guerra e dalla fuga, sono esposti a molteplici e diverse situazioni di rischio le cui conseguenze potrebbero segnare drammaticamente i loro percorsi evolutivi e di crescita.

L’evacuazione dai luoghi di conflitto, l’urgenza di portare in salvo la gente, registra un generale atteggiamento superficiale nei confronti della raccolta anagrafici e anamnestici dei dati di tutti i minori ucraini presenti sul nostro territorio in assenza dei genitori da rendersi al Ministero dell’Interno e al Ministero del Lavoro e delle politiche sociali per il tracciamento degli stessi.

Partono da casa che sono soltanto bambini e arrivano sfiniti nel corpo e nella mente. Hanno disturbi del sonno, dell’alimentazione, della personalità. Bisogna ricostruire la loro identità.

Sono varie le situazioni che si possono verificare e meritano dell’utilizzo di strumenti di rilevazione più efficaci che metta in comunicazione i punti di confine, con le terre di guerra, i corridoi umanitari, i punti di accoglienza. L’accertamento del rapporto di parentela o i dati anagrafici nelle more del rapporto di filiazione, non può lasciare spazio alla fretta né tantomeno all’approssimazione, è importante intercettare e migliorare la cooperazione internazionale e lo scambio di informazioni nei casi di esseri umani. Fatiche e sofferenze a livello amministrativo per chi opera per i COC Centri Operativi Comunali, la regia delle Prefetture, Questure, dei Procuratori, per ottenere la registrazione allo stato civile colpiti da emergenze umanitarie, nelle vaste aree rurali e in tante altre situazioni di povertà. Questo impegno ha radici lontane: l’attenzione per coloro che in modi diversi sono scartati e spesso resi "invisibili". Tutti i bambini devono avere un nome e un’identità e non si può accettare che si venga al mondo privi dei diritti fondamentali, che si cresca come cittadini di seconda classe nel proprio paese.

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In fila per ore dietro le transenne bianche e rosse che segnano il confine di polvere e fango: figlie, madri, nonne. Quasi tre milioni hanno attraversato le frontiere verso ovest, per lasciarsi dietro le bombe dei russi. Corridoi umanitari, che nell’emergenza, tralasciano nel coordinamento con i canali ufficiali che registrano gli ingressi di cittadini Ucraini, perlopiù minorenni NON accompagnati da un genitore, o accompagnati da figure di riferimento, i dati importanti di tracciamento, spesso anche la genitorialità, il rapporto di parentela e degli accompagnatori.

L’accertamento del rapporto di parentela deve realizzarsi attraverso la verifica delle Autorità preposte, le quali, nelle more delle discipline congiunte con le Forze di Polizia verificano il giudizio degli operanti e che vi siano o meno ragion ictu oculi. Una tutela senza confini per i minori stranieri non accompagnati.

cms_25437/0.jpgSasha, ha 4 anni, era in fuga con la nonna su una barca fra Kiev e Chernobyl, che i russi però hanno colpito e affondato. La nonna è morta, lui si è salvato. L’amica italiana della famiglia: «I genitori rimasti in patria sono disperati, l’unica traccia è la testimonianza di alcuni volontari»

Sasha era a casa della nonna, dall’altra parte del lago, in un paesino fra Kiev e Chernobyl. Non potevano più rimanere lì perché stavano arrivando i russi. La nonna ha così deciso di portare Sasha da sua figlia Anna, che vive con il marito e padre del piccolo, sull’altra sponda. L’unico mezzo possibile per arrivare dall’altra parte era la barca da quando il ponte era stato bombardato.

Sono saliti in quindici, e vicino ce n’era un’altra di barca. «La loro è stata colpita dai soldati ed è affondata — racconta Cristina, amica di Anna —. La nonna è morta e Sasha, che aveva il giubbotto di salvataggio, si è salvato. I volontari hanno detto che con lui si sono salvate altre persone. Io so di sei, fra cui un ragazzo di 18 anni e una ragazza di 19». Nella confusione dei soccorsi, il bambino, 4 anni (il nome intero è Alexander Zdanovich Yahno), è stato portato altrove, non a casa dei genitori. «Chissà cos’è successo, forse era scioccato e non parlava più — prosegue Cristina —. I volontari dicono che è finito al confine con la Polonia, passando per L’viv e che al confine altri volontari l’hanno fatto salire su un pullman diretto in Italia con molti bambini, tutti rifugiati».

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Di Sasha si sono perse le tracce da quasi un mese, i giovani genitori sono disperati. Cristina, italiana, sta cercando di aiutarli contattando varie associazioni, anche la Croce Rossa, ma per via dell’identificazione di un bambino non accompagnato e rifugiato poche sono le speranze. A peggiorare la situazione, il problema che i genitori non parlano italiano e neppure inglese.

È tanta la volontà di accoglienza nelle città. Servono approcci semplificanti, percorsi rapidi e insieme rigorosi. Tutori volontari insufficienti e poche famiglie affidatarie. Un maggiore scambio di informazioni per prevenire il fenomeno della scomparsa dei minori stranieri non accompagnati figli della guerra, che segua una modalità operativa che preveda una governance dello Stato tesa a monitorare e validare le molteplici iniziative già in atto, al fine da rendere tracciabili tutti i minori ucraini variamente giunti in Italia, scongiurandone la possibile separazione dalla famiglia di origine.

Valentina Farina

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