META ANNUNCIA LA SUA NUOVA SFIDA

Un traduttore simultaneo istantaneo grazie all’intelligenza artificiale

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Nel corso dell’evento in streaming “Inside the Lab: Costruire per il Metaverso con l’AI” tenutosi recentemente, Mark Zuckerberg, il Ceo di Meta, ha annunciato che nel presente e nel futuro dell’azienda oltre al Metaverso c’è anche un traduttore simultaneo universale strettamente collegato ad esso. Questo obbiettivo si declinerebbe a sua volta nei progetti “No Language Left behind” e “Universal Speech Translator”, il cui scopo sarebbe quello di creare un software di traduzioni che funzioni per qualunque lingua nel mondo, cosicché tutti possano comunicare con chiunque istantaneamente e in ogni parte del mondo. Secondo Meta gli attuali traduttori (Google, Microsoft ecc) se la cavano bene con lingue comuni come inglese, mandarino e spagnolo ma resta escluso il 20% della popolazione. Per superare questo divario linguistico, Meta intende implementare nuove tecniche di apprendimento automatico, come ad esempio imparare a tradurre il parlato in tempo reale da una lingua all’altra senza la necessità di passare dalla lingua scritta.

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La nuova classe di IA su cui si baserà tutto questo si chiama Builder Bot, e consisterebbe in realtà in un vero e proprio sistema di intelligenza artificiale, che permetterà di usare la voce per specificare al sistema automatico di creare rapidamente vari elementi di un mondo online personalizzato. Ad esempio, nel panel di presentazione, Zuckerberg stesso ha chiesto a Builder Bot di creare in una stanza prima un parco, sostituendolo poi con una spiaggia e includendo successivamente anche: un’isola in lontananza; una palma e delle nuvole; un tavolo; uno stereo; dei bicchieri e un aliscafo. Ma qual è il ruolo del metaverso in tutto questo?

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Esso, sin dal suo annuncio al “Facebook Connected 2021”, è divenuto il progetto di punta di Meta, ed altro non è che una sorta di realtà virtuale condivisa tramite internet, dove si è rappresentati tridimensionalmente grazie ad un avatar e dove gli utenti possono interagire, lavorare, studiare, giocare o fruire di contenuti in uno spazio digitale che rispecchia quello reale. Questa visione è però figlia del tempo in cui nacque il termine stesso di “metaverso”, ovvero nel 1992 con il romanzo fantascientifico di Neal Stephenson “Snow Crash”, quando il mondo digitale era molto diverso da quello odierno. In chiusura, Zuckerberg ha infatti ricordato che “il Metaverso è un obiettivo a lungo termine, e la capacità di comunicare con chiunque in qualsiasi lingua è un superpotere che le persone hanno sempre sognato e l’IA ce la consegnerà nel corso della nostra vita”.

Francesco Maria Tiberio

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