MELONI:"ITALIA FARA’ SENTIRE VOCE IN UE"

"Semipresidenzialismo punto di partenza" - "Tregua fiscale per imprese e cittadini" - Da Iotti a Cristoforetti: tutte le donne citate da Meloni

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cms_28019/1.jpg"Italia farà sentire voce in Ue"

Non mi sfuggono la curiosità e l’interesse per la postura che il Governo terrà verso le istituzioni europee. O ancora meglio, vorrei dire dentro le istituzioni europee. Perché è quello il luogo in cui l’Italia farà sentire forte la sua voce, come si conviene a una grande nazione fondatrice. Non per frenare o sabotare l’integrazione europea, come ho sentito dire in queste settimane, ma per contribuire ad indirizzarla verso una maggiore efficacia nella risposta alle crisi e alle minacce esterne e verso un approccio più vicino ai cittadini e alle imprese".

E’ un passaggio del discorso di Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, prima del voto di fiducia alla Camera.

"L’Italia è a pieno titolo parte dell’Occidente e del suo sistema di alleanze. Stato fondatore dell’Unione Europea, dell’Eurozona e dell’Alleanza Atlantica, membro del G7 e ancor prima di tutto questo, culla, insieme alla Grecia, della civiltà occidentale e del suo sistema di valori fondato sulla libertà, l’uguaglianza e la democrazia; frutti preziosi che scaturiscono dalle radici classiche e giudaico cristiane dell’Europa. Noi siamo gli eredi di San Benedetto, un italiano, patrono principale dell’intera Europa", ha detto.

"Noi non concepiamo l’Unione europea come un circolo elitario con soci di serie A e soci di serie B, o peggio come una società per azioni diretta da un consiglio di amministrazione con il solo compito di tenere i conti in ordine. L’Unione europea per noi è la casa comune dei popoli europei e come tale deve essere in grado di fronteggiare le grandi sfide della nostra epoca, a partire da quelle che gli Stati membri difficilmente possono affrontare da soli. Penso agli accordi commerciali, certo, ma anche all’approvigionamento di materie prime e di energia, alle politiche migratorie, alle scelte geopolitiche, alla lotta al terrorismo", ha aggiunto.

"Come è stato possibile che un processo di integrazione nato come Comunità del carbone e dell’acciaio nel 1950 si ritrovi a distanza di più di 70 anni -e dopo aver esteso a dismisura le materie di propria competenza- a non avere soluzioni efficaci proprio in tema di approvvigionamento energetico e di materie prime? Chi si pone questi interrogativi non è un nemico o un eretico, ma qualcuno che vuole contribuire a una integrazione europea più efficace nell’affrontare le grandi sfide che l’attendono, nel rispetto di quel motto fondativo che recita ’Uniti nella diversità’", ha affermato ancora.

"Perché -ha aggiunto la premier- è questa la grande peculiarità europea: Nazioni con storie millenarie, capaci di unirsi, portando ciascuna la propria identità come valore aggiunto. Una casa comune europea vuol dire certamente regole condivise, anche in ambito economico-finanziario. Questo Governo rispetterà le regole attualmente in vigore e nel contempo offrirà il suo contributo per cambiare quelle che non hanno funzionato, a partire dal dibattito in corso sulla riforma del patto di stabilità e crescita".

"Una casa comune europea vuol dire certamente regole condivise, anche in ambito economico-finanziario. Questo Governo rispetterà le regole attualmente in vigore e nel contempo offrirà il suo contributo per cambiare quelle che non hanno funzionato, a partire dal dibattito in corso sulla riforma del Patto di stabilità e crescita. Per la sua forza e la sua storia l’Italia -ha concluso Meloni- ha il dovere, prima ancora che il diritto, di stare a testa alta in questi consessi internazionali. Con spirito costruttivo ma senza subalternità o complessi di inferiorità, come troppo spesso è accaduto durante i Governi della sinistra, coniugando l’affermazione del nostro interesse nazionale con la consapevolezza di un destino comune europeo. E occidentale".

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cms_28019/2_1666694692.jpg"Semipresidenzialismo punto di partenza"

"Vogliamo partire dall’ipotesi di semipresidenzialismo sul modello francese, che in passato aveva ottenuto un ampio gradimento anche da parte del centrosinistra, ma rimaniamo aperti anche ad altre soluzioni". E’ un passaggio del discorso del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, alla Camera prima del voto di fiducia. "Vogliamo confrontarci su questo con tutte le forze politiche presenti in Parlamento, per giungere alla riforma migliore e più condivisa possibile", ha aggiunto.

"Ma -ha avvertito il premier- sia chiaro che non rinunceremo a riformare l’Italia di fronte ad opposizioni pregiudiziali. In quel caso ci muoveremo secondo il mandato che ci è stato conferito su questo tema dagli italiani: dare all’Italia un sistema istituzionale nel quale chi vince governa per cinque anni e alla fine viene giudicato dagli elettori per quello che è riuscito a fare".

"Siamo fermamente convinti del fatto che l’Italia abbia bisogno di una riforma costituzionale in senso presidenziale, che garantisca stabilità e restituisca centralità alla sovranità popolare. Una riforma che consenta all’Italia di passare da una "democrazia interloquente" ad una ’democrazia decidente’’’, ha affermato. "Vogliamo partire dall’ipotesi di semipresidenzialismo sul modello francese -ha spiegato la leader di via della Scrofa-, che in passato aveva ottenuto un ampio gradimento anche da parte del centrosinistra, ma rimaniamo aperti anche ad altre soluzioni".

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cms_28019/3.jpg"Tregua fiscale per imprese e cittadini"

"Dovrà nascere un nuovo patto fiscale, che poggerà su tre pilastri. Il primo: ridurre la pressione fiscale su imprese e famiglie attraverso una riforma all’insegna dell’equità: riforma dell’Irpef con progressiva introduzione del quoziente familiare ed estensione della tassa piatta per le partite Iva dagli attuali 65 mila euro a 100 mila euro di fatturato.

E, accanto a questa, introduzione della tassa piatta sull’incremento di reddito rispetto al massimo raggiunto nel triennio precedente: una misura virtuosa, con limitato impatto per le casse dello Stato e che può essere un forte incentivo alla crescita". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel suo intervento alla Camera.

"Il secondo: una tregua fiscale per consentire a cittadini e imprese (in particolare alle Pmi) in difficoltà di regolarizzare la propria posizione con il fisco. Il terzo: una serrata lotta all’evasione fiscale (a partire da evasori totali, grandi imprese e grandi frodi sull’Iva) accompagnata -ha concluso la premier- da una modifica dei criteri di valutazione dei risultati dell’Agenzia delle Entrate, che vogliamo ancorare agli importi effettivamente incassati e non alle semplici contestazioni, come incredibilmente avvenuto finora"

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cms_28019/4.jpgDa Iotti a Cristoforetti: tutte le donne citate da Meloni

Da Tina Anselmi e Nilde Iotti a Oriana Fallaci e Samantha Cristoforetti. Nel suo intervento alla Camera, Giorgia Meloni cita chiamandole solo per nome le donne che hanno ’’rotto il pesante tetto di cristallo posto sulle nostre teste", aprendo la strada alla prima donna a palazzo Chigi. Una sorta di ’Pantheon’ per la leader di Fratelli d’Italia. ’’Donne -ha rimarcato la neo premier - che hanno osato, per impeto, per ragione, o per amore. Come Cristina (ndr Trivulzio di Belgioioso), elegante organizzatrice di salotti e barricate". O "come Rosalie (ndr Montmasson), testarda al punto da partire con i Mille che fecero l’Italia. Come Alfonsina (ndr Strada) che pedalò forte contro il vento del pregiudizio. Come Maria (ndr Montessori) o Grazia (ndr Deledda) che con il loro esempio spalancarono i cancelli dell’istruzione alle bambine di tutto il Paese".

Meloni fa poi il nome di Tina Anselmi, Nilde Iotti, Rita Levi Montalcini, Oriana Fallaci, delle giornaliste Ilaria Alpi e Mariagrazia Cutuli), di Fabiola Giannotti); dell’ex ministro della Giustizia Marta Cartabia) e del neo ministro delle Riforma, Elisabetta Casellati. Nell’elenco c’è anche l’astronauta Samantha Cristoforetti e Chiara Corbella Petrillo. Grazie per aver dimostrato il valore delle donne italiane, come spero di riuscire a fare anche io.

Redazione

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